La primavera è alle porte e i più organizzati (o i più ansiosi di vedere l’arrivo dell’estate) pensano già a come mettersi in forma per la temibile prova costume. Se l’attività fisica non è la prima soluzione presa in considerazione, è facile cadere nella tentazione della filosofia “light”. Supermercati e televisione abbondano di proposte di cibi “leggeri”, con un contenuto inferiore di grassi e zuccheri rispetto a quelli “normali”, che promettono risultati senza troppa fatica… Ma sono davvero efficaci?
Se li conosci li eviti?
I cosiddetti light sono alimenti privati di una parte di grassi o calorie attraverso un trattamento tecnologico: l’alimento viene allungato con soluzioni acquose e reso corposo con addensanti. I nutrienti più grassi e calorici possono anche essere sostituiti con altri simili: il glucosio, per esempio, viene rimpiazzato dal fruttosio o da edulcoranti, come la saccarina. Per capire quale elemento è stato ridotto, occorre leggere l’etichetta nutrizionale e confrontarla con quella della versione normale. La riduzione dichiarata deve essere, infatti, riportata in etichetta in modo chiaro e inequivocabile. Ma spesso così non è, perché più volte le aziende ricorrono a piccoli escamotage che confondono le idee: per esempio la percentuale riportata in etichetta deve essere riferita a una sostanza nutritiva e non a un ingrediente.
Funzionano davvero?
Alcuni prodotti light possono effettivamente entrare a far parte della nostra dieta, ma con delle attenzioni nell’uso. Per esempio, il fatto che denuncino un apporto calorico inferiore non deve lasciare pensare che se ne possa mangiare in grandi quantità. La maionese light ha 375 calorie per etto contro le 690 della tradizionale ma, se condiamo con due cucchiai al posto di uno, il vantaggio non esiste più. E, cosa anche più deleteria, si rischia di credere che basti consumare formaggi e dolci light per non correggere abitudini sbagliate come sedentarietà, fumo e alcol. È poi importante pensare al fatto che la sottrazione di grassi può essere compensata da una maggiore presenza di zuccheri, e viceversa. Così come la sostituzione di glucosio con fruttosio non sempre ha degli effetti positivi. Il fruttosio ha un indice glicemico basso, ma spinge il fegato a produrre più trigliceridi.
I falsi miti dell’alimentazione leggera
Alcuni alimenti godono della fama “sani e leggeri” ma se andiamo ad analizzarne alcuni in dettaglio scopriamo che non è così.
"La margarina è meglio del burro”
È vero che i grassi vegetali della margarina sono meno dannosi di quelli animali del burro, però è preferibile utilizzare quest’ultimo, in quantità ridotte, perché i processi di solidificazione della margarina alterano gli acidi grassi riducendone la qualità. Per chi è a dieta, però, l’unico grasso concesso è l’olio extravergine d’oliva.
"Le proteine animali possono essere sostitute con quelle dei formaggi”
Tutti i formaggi contengono almeno il 20% di grassi, ad eccezione della ricotta che è intorno al 13%. Generalmente i formaggi freschi di latte vaccino hanno un contenuto di grassi inferiore rispetto a quelli stagionati, che possono superare anche il 30% di grassi. Mentre i caprini freschi vengono considerati formaggi medio leggeri, più digeribili e più magri dei vaccini.
“I grissini e i crackers sono ottimi sostituti del pane”
A parità di peso, sia i grissini sia i crackers contengono meno acqua del pane e sono quindi più energetici, oltre a contenere strutto, sale e conservanti, pertanto meno adatti per una dieta pensata per dimagrire.
"Vuoi una galletta di riso?"
Al contrario dell’opinione generale, le gallette di riso non sono adatte alla linea, soprattutto se consumate come spuntino, in quanto la soffiatura rende il riso subito digeribile e lo trasforma in zuccheri. Come fuori pasto meglio un frutto.
“La frutta non fa ingrassare”
La frutta è senza dubbio un alimento sano di cui il nostro organismo ha bisogno, ma non tutta fa bene alla linea: uva e banane, per esempio, sono ricche di zuccheri e molto caloriche. Bandita anche la frutta secca che è priva d’acqua e ricca di zucchero.
Cibi light vs dieta mediterranea
I nutrizionisti stanno lanciando un allarme: la popolazione italiana obesa sta crescendo e in generale si sta perdendo la buona abitudine di alimentarsi secondo la nostra dieta mediterranea, incrementando invece l’uso di grassi e zuccheri più dannosi al nostro organismo. Il consumo di cibi light spinti dalla pubblicità si aggiunge al consumo sempre più alto del cibo da fast food: il mix dei due fenomeni fa sì che l’alimentazione dell’italiano medio non sia più basata sugli alimenti locali e stagionali. Da qui l’urgenza di sensibilizzare le nuove generazioni, soprattutto i giovani genitori, verso l’importanza di un’alimentazione più sana, semplice e poco “raffinata” a livello industriale.
Riceverai una mail con le istruzioni per la pubblicazione del tuo commento.
I commenti sono moderati.