La stitichezza, o stipsi, è un disturbo della defecazione. Questo consiste nella difficoltà di espellere le feci e di svuotare, completamente o almeno in parte, l'intestino.
I pazienti solitamente ne parlano, secondo criteri soggettivi, in termini di ridotta frequenza dell’alvo, dolori crampiformi e pesantezza addominale.
Per quanto riguarda la frequenza delle scariche però è difficile distinguere la normalità dalla patologia. Secondo alcuni recenti studi la frequenza minima fisiologica equivarrebbe a 3 evacuazioni a settimana. Ma, in realtà, molte persone vanno di corpo solo ogni tre giorni e, se asintomatiche, non è il caso di trattarle.
La stipsi è molto diffusa nei paesi industrializzati, interessa maggiormente il sesso femminile, ed è più frequente nei soggetti di età superiore ai 65 anni.
Le cause della stipsi
La stipsi è dovuta al movimento troppo lento del materiale fecale attraverso il colon. Questa lentezza fa in modo che la quantità di acqua riassorbita dalle pareti intestinali sia eccessiva, provocando così la formazione di feci poco voluminose, dure e di difficile espulsione.
Questa lentezza è dovuta a un’inefficacia della motilità intestinale che può dipendere da cause molto diverse tra loro:
• funzionali (sindrome del colon irritabile, malattia di Chagas, miopatia congenita dello sfintere anale, morbo di Hirschsprung, lesioni spinali);
• ostruttive (stenosi anale, morbo di Crohn, tumore del colon);
• ginecologiche (rettocele, rilassamento pelvico);
• connettivali (amiloidosi);
• batteriche (tubercolosi intestinale);
• metaboliche (diabete mellito, avvelenamento da metalli pesanti, ipercalcemia, ipokaliemia, ipotiroidismo, porfiria, uremia);
• dovute allo stile di vita (disidratazione, scarsa assunzione di fibre, sedentarietà);
• farmacologiche (antiacidi, anticolinergici, antiepilettici, antidepressivi, antistaminici, antipsicotici, diuretici, Ferro, lassativi usati cronicamente, FANS, oppioidi);
• neurologiche (sclerosi multipla e morbo di Parkinson);
• psichiatriche (depressione, anoressia e bulimia).
Forme di stipsi
La stipsi può essere primitiva o secondaria.
La primitiva, o idiopatica, è riconducibile a una patologia funzionale della motilità dell’intestino.
La secondaria dipende dalla presenza di patologie organiche sia gastrointestinali sia extra intestinali.
Inoltre si può distinguere anche la stipsi funzionale da quella da ostruita defecazione. La prima presenta tutte le caratteristiche di una stitichezza tipica: defecazioni poco frequenti, feci dure e sensazione di evacuazione incompleta. La seconda invece si manifesta con: sensazione di blocco all’uscita, tempo speso per singola defecazione estremamente prolungato, frequenza di evacuazione aumentata, stimolo normale seguito però dalla necessità di forzare molto.
Sintomi della stipsi
Oltre all’incapacità allo svuotamento intestinale, il corredo sintomatologico è caratterizzato da: digestione lenta, senso di costipazione e gonfiore addominale.
Questa patologia, inoltre, può influire sullo stato generale del soggetto causando anche:
• mal di testa
• cardiopalmo
• insonnia
• alitosi
• affaticabilità
• malessere generale
• irritabilità
• dermatosi
Le cure
Escludendo i casi in cui la stitichezza dipende da fattori patologici gravi, nei casi normali si indicano le seguenti misure:
• Camminare un poco ogni giorno, evitando una vita troppo sedentaria.
• Ingerire maggior quantità di fibre alimentari.
• Assumere maggior quantità di liquidi.
Nel caso di stipsi ostinata si può ricorrere all’utilizzo di blandi lassativi. Si sconsiglia però l’autoprescrizione e si suggerisce, invece, di rivolgersi sempre al proprio medico.
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