Si chiama sclerosi multipla perché nel tessuto colpito si formano delle cicatrici (sclerosi) che possono collocarsi in ogni zona (in modo multiplo) del sistema nervoso centrale.
La malattia si manifesta in modo più diffuso nella fascia di età tra i 20 e i 40 anni, anche se esistono casi di esordio nella fase infantile e in quella di inoltrata maturità. Le donne sono più colpite degli uomini e nei paesi nordeuropei l’incidenza di questa patologia è più rilevante. La portata in Italia è intorno a una persona su mille e l’impatto più elevato si registra in Sardegna.
La diagnosi della sclerosi multipla si basa su più elementi valutativi. La storia clinica del soggetto, l’esame neurologico, la risonanza magnetica, potenziali evocati, esame del liquor cerebrospinale.
L’aspettativa di vita di chi è affetto da questa malattia è rapportabile a quella della popolazione comune.
Le cause della sclerosi multipla
La perdita della mielina è il fattore scatenante della sclerosi multipla, e dipende da una risposta difettosa del sistema immunitario che non protegge l’organismo dagli agenti esterni. Il sistema immunitario attacca gli elementi del sistema nervoso centrale confondendoli con virus e batteri, questa disfunzione viene nominata danno autoimmune.
L’oggetto prioritario della distorta risposta immunitaria è la proteina basica della mielina con conseguente infiammazione e perdita della sostanza stessa.
I requisiti determinanti nell’insorgenza della sclerosi multipla sono:
- Ambiente ed etnia: l’origine caucasica, agenti tossici e un basso livello di vitamina D, sono fattori che vengono considerati rilevanti.
- Esposizione a elementi infettivi: soprattutto l’implicazione di virus e batteri durante i primi anni di vita.
- Predisposizione genetica: non si intende la trasmissione della malattia da genitori a figli ma solo una maggior frequenza tra i componenti dello stesso nucleo famigliare.
Forme di sclerosi multipla
- Sclerosi multipla benigna: inizia con uno o due episodi acuti che si evolvono in un recupero completo senza lasciare strascichi o squilibri. Si associa a sintomi quali parestesie e neuriti ottiche.
- Sclerosi multipla a decorso recidivante-remittente: è la forma più frequente, si presenta con sequenze acute che si alternano a episodi di benessere.
- Sclerosi multipla secondariamente progressiva: è l’evoluzione della forma precedente e si qualifica per l’elemento della disabilità che avanza progressivamente nel tempo.
- Sclerosi multipla primariamente progressiva: si manifesta con assenza di ricadute, i sintomi compaiono in modo progressivo e si evolvono gradatamente nel tempo.
Sintomi della sclerosi multipla
I sintomi di questa malattia variano a seconda della zona del sistema nervoso centrale colpito dalla lesione. I più comuni sono:
- Disturbi intestinali: possono sussistere in egual misura problemi di stipsi e di incontinenza fecale.
- Disturbi della minzione: incontinenza urinaria, sensazione pressante di urinare, ritenzione urinaria.
- Spossatezza: un senso di affaticamento di molto superiore in rapporto all’attività svolta.
- Disfunzione sensitiva: calo della sensibilità al tatto, al caldo, al freddo e al dolore fisico.
- Disturbi visivi: la neurite ottica è un sintomo di esordio della malattia. Inoltre, diplopia e nistagno.
- Disturbi sessuali: nell’uomo si manifestano con difficoltà erettile, nella donna con perdita della percezione nella zona genitale.
- Spasticità: lesioni cerebrali e del midollo spinale causano un anomalo aumento del tono muscolare.
- Disturbi cognitivi: raramente va a intaccare le funzioni del linguaggio, è più che altro perdita della memoria e difficoltà nel ragionamento e nell’attenzione.
- Disturbi parossistici: sono tipici della malattia. Si presentano all’improvviso e hanno durata limitata, si riassumono in disartria e spasmi tonici.
Sintomi meno comuni, ma che tuttavia fanno la loro comparsa, sono epilessia, cefalea e disfagia.
Le cure
Attualmente non esiste una cura in grado di guarire la sclerosi multipla.
I trattamenti medici impiegati per questa patologia hanno l’obiettivo di abbreviare, prevenire le ricadute e ritardare il progredire del danno fisico. In generale i farmaci impiegati intendono prevenire danni irreversibili alla mielina. Le terapie si possono raggruppare in tre diverse tipologie:
- Terapia d’attacco: si tratta dei farmaci somministrati al momento dell’attacco, e sono limitati a pochi giorni.
- Terapia a lungo termine: si tratta della somministrazione degli immunosoppressori che hanno lo scopo di ridurre il numero degli attacchi e mantenere al minimo la disabilità. I loro effetti saranno distribuiti nei mesi e negli anni della terapia.
- Terapie sintomatiche: non hanno a che fare con l’evoluzione della malattia ma intervengono esclusivamente sui sintomi con lo scopo di migliorare la qualità della vita.
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