Questa malattia prende il nome dal dottor Burrill Bernard Crohn che la rese nota in una conferenza del 1932.
È una patologia a maggior diffusione nei paesi occidentali, con più alta percentuale nelle donne, e si ritiene che la sua incidenza sia in aumento.
Il picco di insorgenza si colloca in età giovanile, nella fascia di età tra i 30 e i 40 anni.
Si manifesta con momenti acuti, remissioni e recidive. Il compromesso funzionamento dell’apparato digestivo fa conseguire una cattiva digestione e un improprio assorbimento di sostanze fondamentali quali proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali. Il soggetto affetto da morbo di crohn ha come effetto immediato la malnutrizione e quindi la perdita di peso.
Le cause del morbo di crohn
Le cause di questo morbo sono attualmente non accertate, ci si basa più che altro su ipotesi che comunque devono ancora trovare un loro valore scientifico.
Le ipotesi più accreditate sono:
- Cause infettive: l’intestino è colpito da un agente virale o batterico e nonostante le terapie e un sistema immunitario non compromesso non si arriva alla risoluzione. Si instaura una perenne azione di contrasto tra gli agenti di difesa e gli agenti infettivi che condurranno a lesioni locali di tipo nodulare.
- Cause psicologiche: è stato notato che in molti pazienti affetti dal morbo di crohn la reattività emotiva di fronte a eventi stressanti o ansiogeni è di tipo intestinale piuttosto che comportamentale. Questo atteggiamento porterebbe a una iperattività dell’intestino.
Inoltre, vi sono ricerche che indicano le cause della malattia in un difettoso assorbimento dei grassi che provocherebbe una reazione nelle strutture linfatiche della parete intestinale.
Anche il ruolo dei fattori genetici è un’ipotesi che viene presa in considerazione, come fattore che predispone a contrarre il morbo.
Forme di morbo di crohn
L’infiammazione causata da questa malattia interessa principalmente la sottomucosa dell’intestino.
Lo stato di infiammazione più comune riguarda la flogosi granulomatosa, che si rileva nel 60% dei pazienti affetti dalla malattia, e si tratta di una condizione infiammatoria che persiste anche nello stadio di remissione.
Nel morbo di crohn si distinguono due tipologie di ulcerazioni:
- Ulcere aftoidi: riguardano gli strati superficiali.
- Ulcere serpiginose: riguardano gli strati profondi.
La malattia si può presentare come:
- Fibrostenosante: si caratterizza con la presenza di fibrosi e stenosi e causa occlusioni nella zona ileale.
- Fistolizzante: Il decorso della malattia è molto aggressivo. Si caratterizza con la presenza di fistole che vengono classificate in base alla zona di intestino che vanno a colpire.
- Infiammatoria: non vi sono fistole o stenosi ma l’evoluzione della patologia non esclude la loro comparsa.
Sintomi morbo di crohn
I sintomi variano in base alla localizzazione della malattia e alla sua fase di evoluzione. In linea generale si possono distinguere nella fase iniziale i seguenti sintomi:
- Dolore addominale
- Diarrea ricorrente con o senza tracce ematiche
- Sintomatologia conforme ad appendicite
- Occlusione
- Fistole anali o perianali
- Perdita di peso
I sintomi della fase avanzata della malattia sono:
- Diarrea cronica
- Dolore addominale frequente
- Febbre frequente
- Manifestazioni extraintestinali
- Anemia
- Perdita di peso
- Ostruzioni, ascessi, fistole, emorragie
- Sanguinamento dell’ano
Le cure
La cura del morbo di Crohn consiste nell’arginare la flogosi e tenere sotto controllo i sintomi con antinfiammatori e immunosoppressori. Le terapie sono nella maggioranza dei casi efficaci a patto che ci sia un continuo controllo clinico ed endoscopico.
In alcuni casi, per esempio ostruzione o grave emorragia, è invece necessario ricorrere all’intervento di chirurgia. Tuttavia l’asportazione della parte di intestino malata non è risolutiva poiché la patologia tende a riproporsi nelle zone contigue alla parte estirpata.
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