La gotta è conosciuta fin dai tempi più antichi. È una malattia caratterizzata da episodi ricorrenti di artrite acuta, che si manifestano soprattutto nell'alluce e nei piedi, ma che possono interessare anche mani, ginocchia, orecchie, gomiti, e in alcuni casi anche la colonna vertebrale. Spesso i dolori sono talmente forti che perfino il peso delle lenzuola e delle coperte risulta intollerabile. La gotta insorge per lo più in età adulta e colpisce prevalentemente gli uomini. Se un tempo la si imputava soprattutto a un regime alimentare sbagliato, troppo ricco di proteine e lipidi, oggi si sa che si tratta di una malattia fondamentalmente ereditaria. Inoltre, l'attuale disponibilità di farmaci efficaci nel combatterla ha contribuito a ridurre l'importanza del tradizionale e severo regime dietetico che i sofferenti di questa malattia erano costretti a seguire.
Le cause della gotta
La causa principale della gotta è il deposito di cristalli di acido urico dentro e intorno alle articolazioni e ai tendini. L'acido urico deriva dal metabolismo delle purine, composti azotati che entrano nella composizione del DNA. In caso di gotta, accade che l'organismo sintetizzi molte più purine del necessario, ma senza riuscire a smaltirle con sufficiente velocità. L'acido urico si cristallizza e produce i cosiddetti “tofi” gottosi, che si accumulano nelle zone articolari e nei tendini provocando le infiammazioni e i dolori acuti. Nel tratto urinario, a causa dell'acidità delle urine, l'acido urico può concorrere anche alla formazione di calcoli.
Un tempo la gotta era considerata una malattia tipica delle persone benestanti, perché l'aumento delle purine (e quindi dell'acido urico) veniva messo in relazione con un consumo troppo elevato di proteine della carne, alimento che solo i più ricchi potevano permettersi. Oggi, invece, si sa che si tratta di una malattia perlopiù ereditaria, dovuta a un errore metabolico congenito.
Tuttavia è riscontrato che determinati stili di vita e un'alimentazione scorretta possono svolgere un ruolo decisivo nell'insorgere degli attacchi. Anche altri eventi come microtraumi, scarpe strette, stress, e l'assunzione di determinati medicinali possono facilitare l'avvento di un attacco, così come un'insufficiente escrezione dell'acido urico tramite urina.
Sintomi della gotta
- L'attacco acuto di gotta si manifesta all'improvviso, spesso di notte o nelle prime ore del mattino e colpisce in genere l'articolazione dell'alluce. Altre sedi abbastanza comuni: l'arco plantare, la caviglia, il ginocchio, il polso, il gomito. Il dolore, violentissimo, è seguito da una rapida tumefazione dell'articolazione interessata. La pelle risulta tesa, arrossata, gonfia.
- Altro sintomo costante è la febbre, in genere sui 38°, che può essere accompagnata da brividi e tachicardia.
- In caso di crisi acute, al dolore crescente possono accompagnarsi alterazioni anatomiche dei capi articolari e sublussazioni, con formazione di tofi dentro e intorno alle articolazioni, che spesso portano alla limitazione anche permanente dei movimenti.
Gli attacchi di gotta durano qualche ora, per poi attenuarsi e sparire nel giro di pochi giorni. Anche i segni locali dell'infiammazione pian piano recedono e la pelle e le articolazioni tornano alla normalità. Se però i primi attacchi non sono trattati e curati, quelli successivi possono protrarsi anche per settimane e portare a conseguenze più serie. In genere la crisi ricompare dopo circa 3 settimane, per poi divenire sempre più frequente.
Le cure
Oggi la gotta si affronta soprattutto con un'adeguata terapia farmacologica, che dev'essere prescritta dal medico e rispettata alla lettera. Il miglior farmaco in grado di ridurre i livelli di acido urico è l'allopurinolo, che però può risultare pericoloso in pazienti con insufficienza renale. Per quanto riguarda gli attacchi, invece, tra i farmaci più usati c'è l'indometacina (uno dei cosiddetti FANS, farmaci anti-infiammatori non steroidei), che ha una notevole azione analgesica e pochi effetti collaterali. Da evitare diuretici, aspirina, acido nicotinico che, diminuendo l'eliminazione renale di acido urico, potrebbero aggravare la patologia.
Tenendo presente il carattere ereditario della malattia, la classica e rigidissima dieta per i malati di gotta ha assunto oggi un valore trascurabile. È innegabile, però, che uno stile di vita adeguato, accompagnato da una corretta alimentazione, possono favorire la guarigione e tardare l'insorgenza di nuovi attacchi.
E quindi, ecco alcune buone pratiche a cui bisognerebbe attenersi:
- Evitare gli alimenti ricchi di purine ovvero alici o acciughe, sardine, animelle, fegato, rognone, cervello, estratto di carne, selvaggina.
-Limitare gli eccessi proteici e il consumo di lipidi e fruttosio (favoriscono la ritenzione di acido urico).
-Moderarsi il più possibile nel consumo di alcolici. Un loro uso eccessivo non può, come si pensava un tempo, essere causa della gotta, ma diminuisce comunque l’eliminazione renale di acido urico contribuendo così a scatenare un attacco.
-Bere molta acqua (circa 2-3 litri/giorno), soprattutto da parte di coloro che soffrono di calcoli di acido urico
-No alla vita sedentaria e all'obesità, evitare gli eccessi alimentari e le abbuffate, che contribuiscono ad aggravare il problema.
-Durante gli attacchi si consiglia il riposo a letto. Utilizzare un alza-coperte nel caso il loro peso aumenti il dolore nella zona interessata dalla malattia.
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