La procedura per il divorzio in Italia può essere lunga e faticosa, non solo dal punto di vista emotivo. Per questo è bene conoscere l’iter legale da rispettare.
Partiamo dall’inizio, ossia dalla volontà di divorziare: il diritto di chiedere il divorzio è considerato dalla legge italiana personalissimo e quindi è inderogabile, intrasmissibile e imprescrittibile. Requisito fondamentale è che siano passati almeno tre anni dalla separazione: quest’ultima, infatti, è intesa come una fase transitoria per valutare la possibilità di riconciliazione.
Casi eccezionali sono il cambio di sesso di uno dei coniugi, la mancata consumazione del matrimonio e la condanna penale di uno dei due (anche precedente al matrimonio purché non conosciuta dal partner) all’ergastolo o per reati gravi che prevedono la detenzione in carcere.
L’altro coniuge può aderire alla domanda oppure opporsi al divorzio. Lo svolgimento delle fasi successive dipende anche da questa scelta.
Se sussiste l’accordo tra i due ex coniugi, la domanda di divorzio può infatti anche essere presentata in maniera congiunta: entrambi saranno dunque assistiti da un unico legale (“divorzio congiunto”), dinnanzi al Tribunale della città dove i coniugi avevano l’ultima residenza comune, o dove risiede attualmente uno dei due.
Il procedimento contenzioso, ovvero quando manca l’accordo, è invece più lungo e consta di più fasi. La fase preliminare si svolge davanti al Presidente del Tribunale: i coniugi sono chiamati a presentarsi personalmente per il tentativo di conciliazione. Se quest’ultima non riesce, il giudice può emettere provvedimenti temporanei che ritiene urgenti (ad esempio la determinazione dell’assegno) e rimanda le parti per l’istruzione della causa. Se è evidente l’impossibilità di conciliazione può bastare anche una sola udienza per emettere la sentenza.
In seguito alla sentenza di divorzio viene meno l’obbligo di assistenza materiale ed economica, ma il Tribunale può prevedere, come spesso accade, l’obbligo di corrispondere mensilmente all’altro coniuge un assegno, qualora quest’ultimo non abbia mezzi necessari per garantirsi un adeguato tenore di vita.
Restano invece immutati i doveri verso i figli e la titolarità della potestà genitoriale di entrambi i genitori. È evidente che, se possibile, è preferibile optare per il divorzio congiunto che, oltre ad essere più veloce e meno traumatico, è anche più economico: la parcella media di un avvocato per questa procedura infatti si aggira intorno ai 2000 euro mentre, per contenziosi in tribunale, sale notevolmente.
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