L’anoressia nervosa è un grave disturbo del comportamento alimentare e, così come la bulimia e l’obesità, rientra nella classificazione dei Disturbi Alimentari Psicogeni. È caratterizzata da una percezione alterata dell’immagine corporea e da una paura morbosa dell’obesità che spinge fino a un rifiuto di mantenere un peso corporeo ai minimi che garantiscano la sopravvivenza. Anche se pare che l’anoressia esistesse già in epoche remote, è considerata una malattia del “mondo industrializzato”. Per quanto le persone maggiormente afflitte da anoressia siano donne, ultimamente si riscontra un aumento dei casi nel sesso maschile, soprattutto tra gli adolescenti e gli omosessuali.
Le cause dell’anoressia
L’anoressia è una malattia primaria che non trae origine da altre patologie e le cui cause non sono ancora del tutto chiare. Sono stati evidenziati motivi predisponenti che possono essere di ordine:
- Biologico: ormoni gastrointestinali deputati alla regolazione neuroendocrina del senso di sazietà (grelina), neuropeptidi della tiroide e dell’ormone che regola il peso corporeo (leptina) che, nel caso di un loro non regolare funzionamento, potrebbero incidere sull’insorgenza del disordine;
- Sociale: a volte l’anoressia diventa una forma di manifestazione di forte disagio a fronte di una grossa difficoltà di comunicazione che non permette di esprimere le proprie emozioni e che lede la propria autostima, in famiglia o nella società, soprattutto se la persona anoressica ha avuto esperienze negative di non integrazione. Altra possibile causa si realizza a causa di grandi delusioni affettive o di gravi problemi relazionali nella coppia. Per ultimo, i disturbi dell’alimentazione possono essere causati dall’appartenenza ad alcuni gruppi sociali (modelli, ballerini, sportivi professionisti) in cui risulta rilevante il controllo del peso ed il corrispondere a canoni di magrezza ritenuti essenziali.
- Familiarità: ultimi studi hanno evidenziato che esiste una predisposizione genetica a questo tipo di disturbo.
- Psicologico: i fattori scatenanti l’insorgere dell’anoressia sono molti e spaziano dal sottoporsi costantemente a diete ferree per raggiungere uno standard estetico, alle difficoltà di adattamento ai cambiamenti e alle situazioni stressanti (cocenti delusioni amorose, perdita di lavoro, gravi lutti, ecc. ) ma il mantenimento del disturbo è dovuto ad una fobia (dismorfofobia) che nasce da una visione distorta del proprio aspetto esteriore e che, in genere, è causata da un’eccessiva preoccupazione per la propria immagine. Chi soffre di dismorfofobia non percepisce più il proprio corpo per com’è, ma ne ha una visione distorta e peggiore di quanto in realtà non sia.
- Psichiatrico: in alcuni casi si suppone possa esistere anche una patologia psichiatrica pregressa con disturbi della sfera ossessivo-compulsiva che spiegherebbe i comportamenti presenti soprattutto in una delle due forme di anoressia nervosa.
Forme di anoressia
Esistono due forme di anoressia:
- Restrittiva: non mostra condotte di eliminazione se non il rifiuto del cibo;
- Con Bulimia: seguita da forme di eliminazione autoindotte in cui utilizzando vari metodi quali il vomito auto-indotto o l’uso inappropriato di diuretici, lassativi ed enteroclismi si cerca di non assimilare i nutrienti assunti per non ingrassare.
Sintomi dell’anoressia
I segni evidenti che precedono l’anoressia sono l’eccessiva attenzione al proprio peso corporeo e il rifiuto del cibo. I sintomi dell’anoressia sono in genere associati a disturbi della personalità o a tratti di tipo ossessivo il più delle volte accompagnato da compulsioni che risultano altresì connessi con quelli della denutrizione: mancanza di mestruazioni (amenorrea), dolori addominali, intolleranza al freddo, ipotensione, ipotermia, secchezza della cute, lanuggine o irsutismo lieve, letargia o eccesso di energia, mancanza di interesse al sesso. La depressione è frequente.
La diagnosi di questo disturbo, in genere, è effettuata tramite questionari che l’ammalato stesso compila e che contengono indici rivelatori.
Le cure
La terapia per l’anoressia tende al raggiungimento di un peso corporeo accettabile e che corrisponda almeno al novanta per cento del peso ideale. Per il raggiungimento di tale risultato si ricorrerà a un trattamento sinergico che curi l’aspetto nutrizionale, quello psicologico e quello farmacologico. La terapia nutrizionale si baserà sull’assunzione giornaliera di una determinata quantità di calorie unita a una integrazione di vitamine. L’aiuto psicologico sarà essenziale e tenderà a risolvere i conflitti emotivi e relazionali che sono stati la causa del rifiuto del cibo. L’aspetto farmacologico è molto complesso e, chiaramente, dipende dallo stato generale del paziente e dal grado di gravità raggiunto. I malati di anoressia, in genere, rifiutano le cure ma, nei casi in cui si presenti la possibilità di pericolo di vita, si rende indispensabile il ricovero in strutture ospedaliere specializzate.
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