Cosa è
Il Parkour è un’attività sportiva nata in Francia verso la fine degli anni ‘80. Si tratta di una disciplina che, oltre ad essere considerata uno sport a tutti gli effetti, è anche un vero e proprio stile di vita e di pensiero di giovani che hanno come obiettivo quello del superamento degli ostacoli, nello sport così come nella vita: salti, capriole, corse ed evoluzioni sono le sue caratteristiche fondamentali. Si tratta, evidentemente, di uno sport acrobatico che utilizza movimenti ripresi dalle arti marziali e che sono propri della breakdance.
L’origine del termine è francese e le prime esperienze di questo sport, un vero e proprio movimento culturale definito in Francia come art du deplacement, risalgono alla metà degli anni ’80 tra i comuni francesi di Lisses e Evry. Personaggi come Sebastien Foucan, David Belle, Yann Hnautra ed un gruppo di ragazzi chiamati Yamakasi, dalla lingua lingala“uomini o donne forti” e “spiriti forti”, cominciarono a tracciare percorsi inconsapevoli del fatto che, di li a poco, avrebbero dato vita ad una disciplina che si sarebbe diffusa in tutto il mondo.
Il parkour è una disciplina metropolitana che consiste nello spostarsi con movimenti veloci e lineari per superare gli ostacoli che s’incontrano in città o in vari ambienti naturali: ringhiere, muretti, panchine, pareti e siepi sono quelli più comuni che devono essere superati con estrema abilità, bravura e sveltezza da parte dei traceurs, i tracciatori. I traceurs svolgono un programma di allenamento ben preciso in modo da superare gli ostacoli con capriole, arrampicate e salti anche da altezze elevate.
L’allenamento del parkour prende ispirazione dal metodo naturale di Georges Hébert, ufficiale di marina francese che, nei primi anni del novecento, sviluppò un particolare metodo di allenamento per l'addestramento delle truppe, definito Hébertismo, il cui motto era “essere forti per essere utili”.
Nello specifico, i traceurs devono potenziare la loro forza articolare, la velocità, l’equilibrio e il coordinamento dei movimenti ed utilizzare appunto i movimenti naturali per aggirare e superare ogni tipo di ostacolo. Una volta a conoscenza dei percorsi da seguire, sia in città che in natura, gli atleti devono selezionare il proprio percorso che comprende un punto di partenza ed uno di arrivo e provarlo in un allenamento che viene praticato per lo più di notte oppure all’alba, momenti in cui nelle vie delle città regna ancora la quiete.
Tipi
Più che dell’esistenza di tipi di parkour, esso è caratterizzato da diverse “tecniche del movimento”: il riscaldamento (stretching), l’atterraggio che, così come la caduta, è un movimento base sul quale bisogna esercitarsi, soprattutto quando si è principianti, in modo da evitare infortuni alle ginocchia e alle articolazioni. Fondamentale è poi l’equilibrio, che aiuta nella coordinazione di tutti i movimenti. Vi sono poi altre tecniche come il tic-tac, ovvero il passo su una parete verticale che spesso permette di superare o aggirare un ostacolo altrimenti invalicabile o il salto del gatto che consente di congiungere due punti distanti e infine il sotto sbarra, un movimento che permette di superare l’ostacolo non da sopra ma da sotto, appunto.
Pro
Il parkour è una disciplina che potenzia l’intero organismo, aumenta la sicurezza in sé stessi e allena, anche mentalmente, a superare qualsiasi ostacolo ci si possa presentare di fronte. Inoltre sviluppa e ottimizza la forza degli arti superiori ed inferiori, oltre che l’elasticità di tutto il corpo.
Contro
Il parkour non è una disciplina adatta a chi soffre di vertigini. L’insicurezza e la paura vanno poco d’accordo con questa disciplina che ha nell’agilità il suo punto cardine. Non deve essere praticato da chi è soggetto a disturbi articolari, così come è da evitare per chi soffra di problemi respiratori e cardiovascolari.
Quando iniziare
Per diventare un traceur si può iniziare non prima dei 13 anni: in questo caso, il limite per la fascia d’età è rappresentato dal livello di difficoltà dei percorsi e degli ostacoli da superare.
Abbigliamento e attrezzatura
Si tratta di un’attività che non prevede l’utilizzo di nessun attrezzo se non del proprio corpo. L’abbigliamento, invece, dei traceurs è tipico e prevede pantaloni larghi, giubbotti senza maniche, felpe e scarpe da runner.
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