Causa malumori, allontanamenti, infedeltà e alla fine divorzio: se uno dei due partner lavora troppo, questa è la spirale perversa in cui si può entrare, distruggendo per sempre il rapporto di coppia. In psicologia si parla di una vera e propria sindrome, definita "Workaholism", quando il senso di responsabilità e dovere e la scelta di privilegiare il lavoro anche al di fuori dalle sedi usuali e dagli orari previsti (la sera, il fine settimana, i periodi di festività e vacanza) diventano una vera e propria patologia, che rientra nella lista dei disturbi ossessivo-compulsivi.
Anche senza arrivare a questi estremi, che richiedono un supporto psicoterapeutico adeguato, sicuramente il fatto che il proprio compagno (o la propria compagna) dedichi molto più tempo al lavoro piuttosto che alla coppia o alla famiglia, riducendo i momenti di svago e l'attenzione verso la vita privata, è un problema che rischia di incrinare anche le relazioni più stabili.
Diagnosi
Quali sono i segnali che indicano come le priorità del vostro partner siano cambiate? Orari lunghissimi in ufficio, niente pausa pranzo, necessità di lavorare anche durante i periodi che sono destinati al riposo, riunioni fissate nel week-end e perenne connessione via telefono, pc, ecc. anche durante le ferie estive: questi i sintomi da cui potrete facilmente ricavare la diagnosi di dipendenza da lavoro.
Lavoro che quindi invade gli spazi della vita privata e riduce o annulla del tutto quelli della coppia. Con conseguente lento logorio del rapporto, tra litigate, musi lunghi e l’incapacità di ritrovarsi.
Effetti collaterali
Lavorare troppo e non concedersi mai riposo, o abbastanza riposo, alla lunga incide non solo sulla qualità stessa del lavoro, ma anche sull’atteggiamento della persona, che diventa nervosa, irritabile, scostante, arrogante, per citare gli effetti più comuni. Però pare abbia anche conseguenze negative sulla fedeltà. Secondo uno studio della Ashleymadison.com, la quantità di ore di sonno modifica il comportamento, e influisce in particolare sull’autocontrollo. Minore è quest’ultimo e maggiore è la tendenza a tradire il partner.
Ma anche senza citare ricerche e inchieste è comprensibile come chi sta dall’altra parte, vale e dire chi vive in una coppia in cui l’altra persona dedica troppo tempo ed energia al lavoro, sia tentato di cercare vendetta, consolazione o semplicemente compagnia al di fuori del legame, con il rischio di chiudere il rapporto e iniziare una nuova vita con altri.
Terapia
Dialogo e pazienza. Se amate il vostro partner e vi interessa continuare il rapporto, tentate di cambiare le cose esprimendo con sincerità il vostro disagio. Nel migliore dei casi scoprirete che anche dall’altra parte la situazione è vissuta come una costrizione e un peso, rispetto a cui non si sa bene come comportarsi, oppure che è solo un problema temporaneo, in vista di un cambio di ruolo, di posizione o di lavoro. In questi casi potrete essere di supporto, ma dovete armarvi di tolleranza e immaginare di trascorrere il vostro tempo libero in altri modi per un po’ - il che potrebbe essere un’ottima scusa per fare le cose che il vostro partner non ama troppo o uscire con i vostri amici.
Nei casi peggiori, invece, l’altra persona non si rende conto di quello che per voi è un problema e rimarrà stupita delle rimostranze che porterete. Dopo aver contato fino a 100 per evitare un’inutile esplosione di rabbia, spiegategli cosa vi manca e quanto vorreste avere del tempo da passare insieme. Non è una tecnica vincente sminuire il suo lavoro e il suo senso di responsabilità, lo è piuttosto piuttosto chiedergli di trovare ogni giorno o almeno nel fine settimana un paio di ore in cui telefoni e computer sono spenti e fate delle attività insieme. In questo modo non sentirà un generico senso di colpa per superare il quale non vede soluzioni, ma avrà un obiettivo concreto: la cena fuori del giovedì, un week-end al mese fuori casa con voi, un corso di teatro una volta ogni 15 giorni. Piccoli passi, soprattutto all’inizio, ma che daranno al partner una scadenza chiara, che dovrà cercare di rispettare organizzando il lavoro anche in quest’ottica.
Intanto che fate questo percorso, provate a essere pazienti, evitando di lamentarvi o emettere mugugni indistinti ogni volta che gli suona il cellulare o riceve una mail: sono del tutto inutili e lo/a mettono ancora più sotto pressione rispetto a quanto già non sia.
E se proprio non riuscite a riportarlo/a a dei ritmi di vita normali, o cambiate partner o ripagatelo con la stessa moneta: passate le vostre serate a letto con il computer, telefonate ai colleghi (anche solo per finta) durante la cena, svegliatevi la mattina e al posto del bacio del buongiorno iniziate a discettare sulla riunione che vi aspetta in ufficio poco dopo. Chissà che, di fronte a un comportamento così simile al suo, non si renda conto di quanto si sta perdendo e non riduca il tempo lavorativo per passare qualche ora con voi. Attenzione però: è un’arma a doppio taglio, che può tranquillamente non funzionare e che anzi potrebbe dare al vostro partner la scusa perfetta per continuare a fare come al solito.
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