I legamenti sono formazioni di tessuto connettivo fibroso. La loro funzione è di congiungere due o più strutture anatomiche o di mantenere un organo, come per esempio l’utero o il fegato, nella posizione adeguata.
I legamenti impediscono che particolari movimenti o traumi, colpi e scossoni, compromettano la posizione delle strutture alle quali si collegano. La loro disposizione nel corpo umano è ordinata in modo che possano intervenire attivamente durante movimenti estremi, quando cioè l’integrità dell’articolazione corre il rischio di essere danneggiata.
I legamenti sono composti da fibre di collagene che detengono una rilevante resistenza alla forza di trazione. La loro elasticità è invece poco consistente ma può aumentare grazie a specifici esercizi fisici.
La lesione dei legamenti accade quando le forze subite superano la loro massima resistenza. Se sottoposti a tensioni eccessive, i legamenti in una prima fase si stirano, poi si lacerano in alcune parti, infine arrivano alla rottura totale. L’entità della lesione viene classificata in gradi.
• Nella lesione di I grado viene danneggiata solo una piccola parte di fibra all’interno del legamento. Il trauma è microscopico e di solito non compromette la normale stabilità del legamento.
• La lesione di II grado comporta una lacerazione più numerosa di fibre; in base alla quantità di fibre di collagene danneggiate si avrà un conseguente stato di instabilità articolare.
• Nella lesione di III grado si realizza la rottura completa del legamento. Può avvenire con la separazione dei due monconi o a livello dell’inserzione del legamento nell’osso. In quest’ultimo caso può verificarsi un distaccamento del frammento osseo al quale si ancora il legamento.
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