Per quanto una dieta equilibrata e ricca di nutrienti sia la ricetta vincente per il nostro benessere, ci sono casi in cui le proteine devono essere limitate. A causa di alcune malattie, infatti, è necessario tenerne sotto controllo l’assunzione preferendo alimenti ipoproteici.
Prima di intraprendere qualunque terapia alimentare, vige l’obbligo di consultare il proprio medico curante, così da studiare un piano dietetico ad hoc. Oltre a questo, però, si possono comunque tracciare le linee guida principali per seguire i primi accorgimenti a favore di un’alimentazione ipoproteica: scopriamo quali sono.
Quando consumarli
Come suggerisce la parola stessa, i cibi ipoproteici sono quei prodotti con un basso livello di proteine. Per quanto siano indispensabili per il nostro organismo, talvolta è necessario diminuirne l’assunzione a causa di alcune patologie, prima fra tutte l’insufficienza renale. Il legame tra i reni e le proteine è, infatti, molto stretto: i reni ripuliscono l’organismo dalle scorie e i sali minerali prodotti proprio dalle proteine. In caso di un malfunzionamento degli organi, è dunque necessario ridurre l’assunzione di tali sostanze.
Prima di apportare qualunque modifica alla propria dieta alimentare, è necessario consultare il proprio medico curante; le dosi e gli alimenti da variare sono molto soggettivi e vanno studiati in relazione alla patologia di cui si soffre.
Quali alimenti?
Come abbiamo appena accennato, in relazione al proprio disturbo è indispensabile correre ai ripari per introdurre un minor numero di proteine, così da non sovraccaricare i reni. Per quanto le proteine siano per lo più onnipresenti in qualunque alimento, si possono comunque differenziare i prodotti a seconda della quantità di proteine che contengono.
I prodotti iperproteici
Questa categoria racchiude gli alimenti con un alto tasso di proteine, dunque da eliminare dalla propria dieta. Si tratta di prodotti di origine animale come carne e pesce, uova e latticini. Questa piccola lista deve essere tradotta anche nella sua visione più ampia, cioè contandone anche i derivati (ad esempio i salumi o i formaggi). Dopo esservi consultati con il medico, molto probabilmente vi verrà sconsigliato di consumare questi alimenti; la frequenza e le dosi, ovviamente, possono essere stabilite solo dal dottore in relazione ai vostri valori.
I prodotti ipoproteici
Tra i prodotti ipoproteici, con un basso contenuto di proteine, figurano invece quelli di origine vegetale: frutta e verdura, ma anche i legumi e i farinacei e derivati, come pane e pasta.
Anche se questa categoria esclude la maggior parte dei cibi per così dire “sostanziosi”, al tempo stesso si compensa con il tasso di carboidrati contenuti nei farinacei. Ciò significa che potete comunque garantirvi un buon apporto di energia per l’organismo. Anche in questo caso non è consigliata la dieta fai-da-te, ma piuttosto una consultazione approfondita con il medico curante per stabilire, con esattezza, cosa mangiare e cosa no. Il punto più importante, a tal riguardo, è soprattutto la dose di ogni singolo alimento, che deve essere studiato con precisione in relazione alle vostre disfunzioni.
I prodotti aproteici
La natura ci fornisce una selezione di alimenti davvero completa; alcuni di questi, infatti, sono privi di proteine o comunque con un bassissimo apporto (pari, circa, all’1%). Si tratta soprattutto delle spezie e dei classici condimenti: gli aromi in polvere, così come il burro e l’olio, ma anche gli alcolici e l’amido di mais.
Questi prodotti sono una vera risorsa per la dieta povera di proteine e possono essere sfruttati per rendere più completo un pasto. Grazie ad essi, infatti, è possibile integrare un gran numero di nutrienti innocui prestando attenzione all’alimentazione.
Riceverai una mail con le istruzioni per la pubblicazione del tuo commento.
I commenti sono moderati.