Il cardo mariano è una pianta appartenente alla famiglia delle Composite ed è diffuso in tutta l’area del Mediterraneo e del Medio Oriente. In fitoterapia si utilizzano le sommità fiorite e i semi, da cui si ricava un gruppo di sostanze denominato silimarina, che ha una spiccata attività protettiva del fegato. Conosciamo meglio le sue virtù terapeutiche e le eventuali controindicazioni.
Proprietà del cardo mariano
Il cardo mariano è noto sin dai tempi più remoti per la sua azione protettiva sul fegato, merito, come anticipato, della silimarina che rappresenta dall'1,5 al 3% dell'estratto della pianta. Protegge, infatti, le cellule epatiche dai danni causati da sostanze tossiche come la falloidina del fungo velenoso Amanita falloide, l'alcol, i farmaci, gli insetticidi o gli antiparassitari. La silimarina, inoltre, in combinazione con la silibina, sembra avere un effetto di stabilizzazione sulla membrana delle cellule del fegato poiché inibisce l’azione dei radicali liberi, impedendo loro di formare con le membrane cellulari i lipoperossidi, sostanze estremamente nocive per il fegato.
Secondo diversi studi il cardo mariano, oltre a migliorare la funzionalità epatica, svolge un’attività antinfiammatoria e antiallergica ed è in grado di ridurre l’azione carcinogena di svariate sostanze chimiche e l’azione epatotossica dei farmaci antitumorali.
Infine, al cardo mariano vengono attribuite proprietà galattogene: stimola, infatti, la produzione di latte materno poiché contiene una gran quantità di complessi di bioflavonoidi (fitoestrogeni) chiamati flavonolignani, i quali regolano la produzione ormonale femminile.
Posologia
La posologia giornaliera dell’estratto secco (compresse o capsule) va da 10 a 15 mg per kg di peso corporeo, suddivisi in 2 somministrazioni, lontano dai pasti.
Il decotto, invece, si prepara versando 1 cucchiaio raso di cardo mariano (semi) in 1 tazza di acqua fredda. Si porta a ebollizione e si fa bollire per qualche minuto. Si spegne il fuoco, si copre e si lascia in infusione per 10 minuti ancora. Si filtra e si beve lontano dai pasti.
Controindicazioni del cardo mariano
Il cardo mariano non ha particolari controindicazioni, tuttavia va usato con una certa cautela se si soffre di ipertensione poiché contiene tiramina, una sostanza che può aumentare la pressione arteriosa. Sempre per lo stesso motivo potrebbe interferire con i farmaci anti MAO (antidepressivi inibitori delle monoaminossidasi).
Sebbene gli esperimenti sulla tossicità fetale non abbiano evidenziato effetti negativi di rilievo, è preferibile evitare l’assunzione di questa pianta durante la gravidanza.
Una curiosità
Il suo nome è legato a una leggenda. Durante la fuga di Maria e Giuseppe, per salvare Gesù dall’infanticidio voluto da Erode, il cardo avrebbe nascosto la famiglia alla vista degli inseguitori. Per questo motivo si macchiò del latte della Madonna e da allora fu detto mariano.
Riceverai una mail con le istruzioni per la pubblicazione del tuo commento.
I commenti sono moderati.