La pillola del giorno dopo, seppure strumento di emergenza e non certo abitudinario (a differenza di quanto un comune pregiudizio vorrebbe far credere), è considerato ufficialmente metodo CONTRACCETTIVO e non ABORTIVO.
La differenza non è di poco conto: significa, infatti, che se un concepimento fosse già avvenuto al momento dell’assunzione, la pillola non sarebbe in grado di interrompere la gravidanza. La pillola del giorno dopo contiene, infatti, l’ormone progestinico che può prevenire la gravidanza ritardando l’ovulazione e aumentando lo spessore del muco cervicale superando il quale gli spermatozoi raggiungerebbero le tube.
Tecnicamente quindi non ci sarebbero neppure le basi per alimentare una polemica. Eppure in Italia il 50% dei medici rifiuta di prescriverla appellandosi al diritto all’obiezione di coscienza. Da dove nasce tecnicamente questo rifiuto? Purtroppo è a tutt’oggi impossibile stabilire se la pillola in questione possa prevenire la gravidanza anche impedendo l’impianto dell’ovulo fecondato intervenendo sulla conformazione delle pareti dell’endometrio. Questo cambia di molto la prospettiva di analisi per coloro che, per ragioni di credo religioso, ritengono che la vita inizi con la fecondazione dell’ovulo e non a seguito dell’impianto di quest’ultimo come invece sostenuto dalla scienza.
Per gli obiettori di coscienza la pillola del giorno dopo opera quindi come una sorta di aborto chimico. Ancora una volta perciò troviamo scienza e religione contrapposte in una situazione di stallo: nel mezzo le donne.
L’aspetto contraddittorio e paradossale di questa situazione, di cui a pagare le conseguenze sono le donne, emerge ancor più chiaramente se si considera che tale pillola del giorno dopo si può tecnicamente perfino ordinare online. Esistono, infatti, molte cliniche telematiche che operano dal Regno Unito dove è possibile richiedere la pillola del giorno dopo senza prescrizione medica. Ma nella metà delle farmacie e degli studi medici, le donne sono talvolta trattate alla stregua di assassine se solo si prova a chiederla.
Anche per queste difficoltà pratiche l’Italia è statisticamente tra i Paesi europei in cui si fa meno uso di questo contraccettivo d’emergenza: solo il 2,5 per cento delle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni ha usato la pillola del giorno dopo.
Per legge, in base all’art.22 del Codice deontologico che prevede la “clausola di coscienza”, il medico obiettore è comunque tenuto a spiegare alla donna che l’efficacia della pillola si riduce con il passare del tempo e ad indicarle altre vie alternative per ottenerla. Ma purtroppo non sempre ciò avviene. Per questo l’Associazione Vita di Donna ha aperto nel 2008 un servizio gratuito, chiamato “SOS Pillola del giorno dopo”, a favore delle donne che hanno bisogno di maggiori informazioni su questa tecnica e anche per quelle che necessitano di una prescrizione al telefono. Al momento quindi può essere più facile ottenere la pillola tanto discussa al telefono o al computer che dal proprio medico di fiducia.
Altro paradosso non indifferente del dibattito è che statisticamente l’84% delle donne che richiedono la pillola del giorno dopo sono cattoliche. Per chi avesse bisogno del servizio di Sos Pillola del giorno dopo, vi segnaliamo che al momento è attivo nelle seguenti città: Roma, Torino, Milano, Brescia, Verbania, Udine, Firenze, Pisa, Perugia, Melfi, Matera, Bari, Lecce e Sassari.
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