Meno diffuso della pillola anticoncezionale è l’Implanon, anch’esso metodo di contraccezione a regolazione ormonale.
Si tratta di un filo di 4 cm di lunghezza e dello spessore di 2 mm, è un impianto non biodegradabile che contiene 68 mg di etonogestrel (progestinico), che viene applicato chirurgicamente nel braccio non dominante sotto la cute.
L’impianto funziona a rilascio graduale, deve essere inserito nell’organismo entro cinque giorni dall’inizio del ciclo e ha una funzionalità di 3 anni.
Questo impianto comporta una serie di vantaggi rispetto alla pillola convenzionale, innanzitutto garantisce una minor fallibilità nelle donne in evidente sovrappeso, ed è maggiormente tollerato dalle utenti con problemi cardiovascolari.
La sua efficacia è del 100% come nel caso della pillola, e anche se comporta una serie maggiore di controindicazioni, viene comunque consigliata (in alcuni casi si è riscontrata una totale scomparsa del ciclo mestruale evento che sul piano medico è ininfluente ma che su quello psicologico ha creato qualche problema alle donne, le quali si sono sentite private della propria femminilità).
Il vantaggio principale di questo metodo di contraccezione è che non si rischia di dimenticarsi di assumere la dose quotidiana di anticoncezionale, come invece può accadere con la pillola, e riduce quindi al minimo il rischio di una gravidanza.
L’applicazione deve essere fatta da medici competenti e anche la sua rimozione deve essere seguita da uno specialista, può essere richiesta in un qualunque momento, ma al termine dei tre anni deve assolutamente essere eseguita.
Il passaggio da un impianto all’altro è immediato e garantisce la totale copertura contraccettiva, nelle donne molto in sovrappeso è consigliabile far rimuovere l’impianto dopo due anni, ma tale decisione seguirà ovviamente i consigli del medico.
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