La gravidanza gemellare, detta anche multipla, è un evento che ha sempre suscitato notevole interesse in medicina: fino a qualche anno fa si presentava con maggiore rarità ed era particolarmente tipica nelle popolazioni africane. In Occidente l’incremento relativamente recente di casi è riconducibili alle tecniche di fecondazione assistita.
I gemelli possono essere omozigoti o eterozigoti: nel primo caso, più raro, un singolo ovocita dopo essere stato fecondato, per motivi casuali e non schematizzabili in alcun modo, subisce una istantanea divisione dando vita a due embrioni separati ma identici. La gravidanza monozigotica si classifica a sua volta in base alla corionicità, ossia al numero di placente, e all’amnioticità, ovvero la quantità di sacchi amniotici che si formano: distinguiamo a tal proposito gravidanza gemellare bicoriale biamniotica, monocoriale monoamniotica e monocoriale biamniotica.
Nella maggior parte dei casi invece i due embrioni sono conseguenti alla fecondazione da parte di due spermatozoi di due distinti ovociti: si parla quindi di gravidanza dizigotica.
Per riconoscere il tipo di gravidanza gemellare è opportuno effettuare un’ecografia nelle prime settimane di gravidanza: nella fasi successive infatti risulta più difficile procedere con attendibilità in questa valutazione. È intuitivo che, qualunque sia la natura della gravidanza gemellare, si tratta in ogni caso di una gestazione delicata, che richiede precauzioni maggiori e specifici controlli. Il proliferare di fecondazioni multiple ha spronato la ricerca e la specializzazione e ha conseguentemente ridotto i rischi connessi alla gravidanza e al parto. Restano più delicati i casi di gravidanza omozigote con un’unica placenta.
Anche il numero di feti è direttamente proporzionale al rischio: nel caso di gravidanza plurigemellare è importante che ogni embrione trovi il proprio spazio e il proprio sostentamento. Ecco perché nel caso di gravidanze gemellari, e a maggior ragione in quelle plurigemellari, viene prestata particolare attenzione all’alimentazione e allo screening delle possibili malformazioni prenatali.
Alcuni esami normalmente consigliati in gravidanza risultano meno attendibili in caso di fecondazione multipla: così ad esempio il tri-test, uno dei più antichi screening introdotti per il rischio per la salute e l’integrità del feto in maniera meno incisiva dell’amniocentesi. In ogni caso la prima regola da tenere a mente è quella di vivere questi nove mesi con serenità e senza panico: trasmettere tranquillità al feto è il primo metodo naturale per aiutarlo a stare bene.
Riceverai una mail con le istruzioni per la pubblicazione del tuo commento.
I commenti sono moderati.