I carboidrati non godono di una grande fama, perché sono ritenuti i principali responsabili del sovrappeso. Con la dieta low carb si può correre ai ripari mettendoli da parte e concentrandosi soprattutto sulle proteine, così da ridurre le riserve adipose in poco tempo. Il fattore “tempo” è proprio ciò su cui si concentra questo regime alimentare:
eliminare la massa grassa in appena poche settimane. Funziona? Se seguita correttamente sì, ma bisogna sempre tenere in considerazione l’altra faccia della medaglia, cioè le conseguenze dell’eliminazione dei carboidrati.
Cosa èLetteralmente, la dieta low crab è un regime alimentare a
basso contenuto di carboidrati; di conseguenza, favorisce l’assunzione di proteine e vitamine con lo scopo di perdere peso. Sotto la categoria di “low carb” possiamo trovare diverse diete che vantano ormai una certa fama: la
Scarsdale, la
Atkins e la
South Beach. Temute da molti, in quanto particolarmente restrittive, se seguite alla lettera sono molto efficaci e garantiscono una perdita di peso pari a
10 kg in 2-3 settimane. Tutto sta nella propria determinazione e soprattutto nell’attenzione ai dettagli per pesare gli alimenti. Se abbinata a una quotidiana attività fisica, poi, i risultati saranno ancora più repentini e soddisfacenti.
Come funzionaOgni dieta low carb viene applicata secondo metodi diversi, ma la struttura e le regole di base sono più o meno le stesse. I fattori in comune sono diversi e si basano soprattutto sulla riduzione dei
carboidrati. In questo caso si tratta di
meno di 100 g al giorno, là dove il fabbisogno sarebbe pari ad almeno 140 g. Diminuendo l’apporto di carboidrati, l’organismo viene costretto a
trovare energia altrove: i grassi. È proprio così che funziona questa dieta, facendo in modo che i grassi accumulati fungano da scorte energetiche.
Un altro fattore comune tra le diete low carb consiste nella loro
struttura: ognuna, infatti, si suddivide in alcune
fasi da seguire rigorosamente. La maggior parte di queste inizia con la diminuzione, se non l’eliminazione, dei carboidrati. Questa fase può durare dai 10 giorni alle 2 settimane ed è senza dubbio la più ardua. Qui ci si concentra soprattutto sulle proteine e i grassi per indurre lo
stato di chetosi, cioè quando l’organismo ricava le energie dalle riserve adipose.
Successivamente si inizia ad introdurre pochi carboidrati per volta assieme ai legumi e la frutta (ricca di zuccheri), proseguendo circa 1 settimana. Il rapporto con le proteine è sempre bilanciato, facendo sì che queste ultime siano sempre il nutrimento principale.
A fine dieta si entra nella fase di mantenimento, comune a tutte, con la quale si alternano le prime due per stabilizzare l’apporto di carboidrati. Questo momento è forse il più delicato: deve infatti essere seguito con estrema attenzione senza sgarrare, proprio per evitare di riprendere tutti i chili appena lievitati.
Pro e controPer quanto la low carb possa rappresentare la soluzione a tutti i problemi delle
taglie comode, ciò non significa che sia priva di punti a sfavore. La linea di confine tra i pro e i contro è molto sottile, tanto da rendere scettici diversi medici specialisti.
Com’è ormai largamente risaputo, la
dieta ideale è quella mediterranea che è ricca di ogni nutrimento e perfettamente bilanciata. Privando l’organismo di uno dei principali nutrienti, i carboidrati, questo perde il naturale equilibrio generando talvolta degli
scompensi. Il fegato e i reni vengono coinvolti in prima persona: per funzionare al meglio, infatti, necessitano delle energie ricavate dai carboidrati. In assenza di questi si trovano dunque a fare un lavoro straordinario di assimilazione.
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