E se la questione del sovrappeso fosse legata alla glicemia invece che alle calorie? La dieta Montignac è strutturata proprio secondo questa teoria, secondo cui non è una questione di quantità, ma piuttosto della qualità degli alimenti e soprattutto del loro livello glicemico.
La filosofia del metodo Montignac
Secondo il nutrizionista francese Michael Montignac, l’ideatore di questa dieta, i regimi alimentari ipocalorici non sono realmente efficaci. Per quanto favoriscano delle perdite di peso significative, i loro risultati si annullano non appena finisce la dieta, cioè quando si torna, per così dire, a un’alimentazione normale.
La dieta Montignac non si basa sul conteggio delle calorie dei prodotti, ma solo sull’indice glicemico di ognuno. La causa del sovrappeso, dunque, è da ricercare nel tasso degli zuccheri che assumiamo quotidianamente. Il punto attorno al quale ruota questo metodo non è la quantità dei cibi che si ingeriscono, ma piuttosto la qualità di ciascuno. Secondo Montignac, infatti, non è necessario calcolare le calorie.
La dieta
La dieta Montignac si suddivide in 2 fasi: la prima è dedicata all’effettiva perdita di peso, seguendo delle regole semplici ma molto importanti; la seconda fase, invece, riguarda il ritorno alle abitudini quotidiane, da mantenere sempre con un’accortezza particolare.
Prima fase
Il metodo Montignac inizia con la fase del dimagrimento, che prevede l’assunzione di quei cibi con un indice glicemico compreso tra 35 e 50. La giornata si suddivide in 3 pasti, durante i quali è possibile consumare frutta e verdura assieme ad alcuni grassi e proteine. Lo scopo di questa fase è di abbassare la produzione di insulina, la stessa che favorisce l’accumulo dei grassi nei tessuti.
Tra gli alimenti consentiti nel periodo iniziale, le uova, i latticini e la carne sono concessi poiché hanno un livello glicemico quasi inesistente. La maggior parte della frutta e della verdura non rappresenta alcun rischio, infatti se ne consiglia un larghissimo consumo durante tutti i pasti.
Per quanto riguarda i prodotti dolci, invece, la marmellata senza zucchero e il cioccolato amaro sono ancora tollerati purché assunti senza troppa frequenza.
Seconda fase
La seconda fase della dieta Montignac riguarda la stabilizzazione e la prevenzione di un eventuale aumento di peso, lo stesso che si ripresenta in tanti altri regimi restrittivi.
Superato il momento del dimagrimento, che varia a seconda dei singoli casi, quello della stabilizzazione può durare anche tutta la vita. In questo caso, infatti, si tratta di rendere ancora più completa la propria alimentazione, a patto che l’indice glicemico degli alimenti non superi la soglia dei 50. Anche in questo caso, i pasti devono essere 3 e consumati nelle stesse fasce orarie ogni giorno.
Durante questa fase, chi sceglie di seguire questa dieta ha una scelta più varia. La pasta e il pane integrali hanno un indice glicemico che non supera i 50, perciò possono essere integrati senza alcuna remora.
Anche i legumi e i formaggi sono consentiti per la stabilizzazione del peso, mentre invece la farina e il riso bianco richiedono un’attenzione più particolare. In questo caso, infatti, è meglio suddividere i pasti a base di farinacei freschi giusto 1 volta a settimana, così da non ricadere nelle vecchie e cattive abitudini.
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