Osservare è una forma di comunicazione immediata e molto importante: basti considerare che il bambino, prima ancora di imparare a parlare, stabilisce i suoi primi contatti con gli altri proprio attraverso lo sguardo.
Il canale visivo ha molta importanza anche nella sessualità, perché gli stimoli carattere visivo hanno un grande peso nel provocare l'eccitazione sessuale. Eccitarsi guardando una donna che si spoglia è ovviamente del tutto normale, ma alle volte il fenomeno può assumere contorni patologici e devianti: in questo caso di parla di voyeurismo (dal francese voyeur, “chi guarda”). Si tratta di una parafilia (ovvero una devianza sessuale) che porta ad eccitarsi spiando persone (in genere estranee) mentre si spogliano o mentre sono impegnate in attività sessuali di vario genere. Approfondiamo l'argomento.
Caratteristiche del voyeurismo
Si può parlare di voyeurismo quando il soggetto prova un desiderio fortissimo di spiare una persona mentre si spoglia oppure mentre è impegnata in un'attività di carattere sessuale (mentre ha rapporti con il partner, mentre si sta masturbando, etc.). Il voyeur spia in genere persone estranee, con le quali non ha un rapporto nella vita reale. Lo fa nella maggior parte dei casi senza essere visto: la persona osservata è quindi del tutto ignara di esserlo.
L'eccitazione sessuale deriva per il voyeur dal non avere nessun ruolo “attivo”, dal fatto di limitarsi a guardare, dalla possibilità di violare la sfera più intima di una persona senza che questa se ne accorga e anche dal rischio di essere scoperto (la componente del pericolo e del rischio è molto importante per un voyeur).
In effetti, un vero voyeur non si eccita molto nell'osservare una donna che si spoglia davanti a lui, perché una situazione così “normale” e priva di rischio, non soddisfa le condizioni per lui necessarie per arrivare all'eccitazione e quindi all'orgasmo (che il voyeur può raggiungere tramite autoerotismo durante l'”osservazione” oppure in un secondo momento, nel ricordarsi ciò che ha visto).
Un'altra caratteristica del voyeurismo consiste nella pressoché totale mancanza di contatto fisico diretto con la “vittima”: il voyeur non desidera infatti avere rapporti fisici di alcun genere con la persona che osserva. Al massimo si limita a fare delle fantasie, che quasi mai arriva a concretizzare nella realtà. Il contatto fisico diretto non è infatti una condizione per lui necessaria a raggiungere l'eccitazione sessuale.
Quando diventa vera e propria patologia
Se le tendenze voyeuristiche si manifestano in modo passeggero, come un aspetto fra i tanti di una sessualità ricca e appagante che include anche il contatto fisico “normale” con l'altra persona, allora non si può parlare di vera e propria patologia. Si tratta solo di una parafilia (ovvero di un comportamento sessuale che si discosta da quelli più convenzionali e socialmente accettati), che può anche passare dopo breve tempo e non deve quindi preoccupare particolarmente.
Se però il voyeurismo diventa per la persona l'unico modo di eccitarsi e di vivere la propria sessualità, allora entriamo decisamente nel campo della patologia. In tal caso, diventa impossibile per il voyeur avere un normale rapporto di coppia. La sua vita sociale e affettiva viene compromessa e l'autoerotismo a seguito degli episodi di voyeurismo diventa l'unica espressione possibile della sua sessualità.
Voyeurismo: perché è più diffuso fra gli uomini
Il voyeurismo è molto più comune fra gli uomini perché la sessualità maschile è più sensibile agli stimoli di carattere visivo, mentre quella femminile recepisce maggiormente altri aspetti (contatto, coinvolgimento emotivo, tenerezza...).
Come superare il voyeurismo
Per affrontare e superare una situazione patologica di voyeurismo è necessario seguire un percorso psicoterapeutico, in grado di portare alla luce le motivazioni profonde di questo modo di agire e motivare il paziente al cambiamento.
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