L’inseminazione artificiale può essere suddivisa fra omologa (intraconiugale, cioè quando lo sperma utilizzato per l’inseminazione è quello del partner) ed eterologa (extraconiugale, quando lo sperma appartiene ad un donatore).
L’inseminazione intrauterina è la pratica nella quale il seme viene iniettato direttamente nell’utero ed è di gran lunga la più scelta dato che permette una maggior percentuale di successo ed è una pratica sicura e praticamente senza controindicazioni.
Qualora non fosse possibile procedere con l’inseminazione Intrauterina ci sono altre vie consigliate: intracervicale, intraperitoneale o intratubarica, la scelta di una metodologia piuttosto che un’altra è a discrezione del medico curante e della coppia.
INSEMINAZIONE INTRACERVICALE O PERICERVICALE
L’inseminazione intracervicale, fra le tecniche di procreazione assistita, è sicuramente quella meno invasiva di tutte.
Consiste nell’inserimento nel canale cervicale di 0.5 ml di liquido seminale fresco con l’ausilio di una cannula, e successivamente del restante sperma direttamente in vagina, la cui estremità viene “sigillata” con una coppetta per le 4-6 ore successiva al trattamento, questa pratica permette allo sperma di raggiungere più facilmente le ovaie e non richiede colture particolari sugli spermatozoi, viene solo richiesto al donatore di astenersi dal sesso nei quattro giorni precedenti all’intervento, questo per garantire una maggior concentrazione e volume di liquido seminale.
Questo sistema viene utilizzato nelle coppie il cui problema di infertilità non sia gravemente compromettente.
INSEMINAZIONE INTRAUTERINA
L’inseminazione intrauterina, come già detto è la più efficace fra le tecniche di procreazione assistita, il principio è simile a quello dell’inseminazione intracervicale, ma in questa pratica viene resa necessaria una preventiva cura degli spermatozoi tramite trattamenti diversificati.
L’intervento di inseminazione intrauterina prevede che venga inserita in profondità una cannula, la quale deve arrivare sino a 0,5 cm dal fondo uterino, dove vengono rilasciati gli spermatozoi.
La donna deve rimanere ferma per evitare la fuoriuscita dello sperma, e anche la cannula deve essere estratta con estrema delicatezza per evitare perdite di sangue che invalidano inevitabilmente il procedimento.
Questo sistema permette agli spermatozoi di concentrarsi direttamente nella zona fecondativa più interessante.
Non è un caso che il risultato di questo procedimento si traduca in più casi con parti gemellari.
INSEMINAZIONE INTRAPERITONEALE O INTRATUBARICA
L’inseminazione intraperitoneale è una pratica che trova largo utilizzo nelle patologie di sterilità non spiegabili o di sterilità derivata da problemi relativi alla cervice.
Con questo sistema il liquido seminale viene iniettato direttamente nell’addome dopo attenta stimolazione ovarica.
Nello specifico vengono inseriti 2 ml. di liquido seminale nel cavo di Douglas il tutto sotto la guida ecografica che deve individuare il fluido follicolare.
Per procedere con questo sistema è bene che le condizioni tubariche siano eccellenti e che ci sia un’ovulazione più che buona.
Uno dei rischi di questa applicazione è che dopo l’inserimento degli spermatozoi nel Douglas il corpo secerna degli anticorpi antispermatozoo che vanificherebbero l’intervento.
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