Uno dei problemi frequenti nella crescita e sviluppo dei bambini è l’enuresi, ovvero il non controllo della pipì a letto. Statisticamente sono più i maschietti ad avere questo problema, ma può succedere anche alle femminucce.
Fino a 1 anno di età, questo inconveniente si deve alla mancanza di gestione della vescica ma, in seguito, questi episodi possono ripresentarsi, anche se in forma più sporadica. Secondo i dati più recenti, il 10% dei bambini di 5 anni e il 6% dei minori di 8 anni non riesce a contenere la pipì di notte.
Niente di allarmante: l’importante è capire cosa ha determinato il problema in modo da risolverlo all’origine.
Se dovesse accadere, non siate troppo duri e soprattutto non ridete dell’accaduto: fare la pipì a letto è un evento che investe l’area emotiva e psicologica del bambino. La cosa più sbagliata da fare è colpevolizzare il bambino o fare in modo che provi vergogna. In molti casi, attraverso questa simbolica regressione, il bambino vuole comunicare la sua paura a diventare grande.
È comune l’insorgere di enuresi quando nasce un fratellino: la gelosia genera paura di abbandono.
In altri casi “sporcare” il letto è un modo per mettere in atto una protesta contro i genitori. Anche se in famiglia sussistono situazioni conflittuali il bambino può risentirne e accumulare ansia che viene sfogata anche attraverso enuresi notturne o diurne.
L’arma migliore per risolvere senza traumi il problema è la comprensione: cercate di creare un’atmosfera tranquilla e rilassata prima di andare a dormire. Sostituite il pannolino con delle mutandine assorbenti ed evitate di somministrargli troppo liquidi dopo l’ora di cena.
Cercate di spiegare a vostro figlio i vantaggi di cui godrà una volta superato il problema: ad esempio, potrete fare una gita fuori e restare a dormire la notte in un campeggio.
Non disattendete le promesse una volta risolto il problema: è importante che lui si senta premiato per il progresso. Alzarsi di notte e raggiungere il bagno deve essere per lui una sorta di traguardo da raggiungere.
Se al mattino trovate le lenzuola bagnate, coinvolgetelo nel riassetto del letto ma senza fargli vivere la cosa come una punizione.
Se il problema persiste, non vi vergognate di parlarne al pediatra. Non sempre, infatti, si nascondono cause di natura psicologica o problemi fisici dietro all’enuresi: in alcuni casi è semplicemente la beatitudine nel sonno e il rilassamento dei muscoli ad impedire ai più piccoli di controllare la vescica. In linea di massima bisogna intervenire con maggiore zelo solo se il problema si presenta con estrema frequenza e se non accenna a migliorare anche dopo gli 8-10 anni.
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