Negli ultimi anni in Italia un figlio su cinque nasce da una gravidanza tardiva: addirittura nel 2005 il nostro paese ha raggiunto il record di neo mamme over 40 rispetto agli altri paesi della Comunità europea.
Alla base di questa scelta non ci sono solo ragioni economiche e sociali, ma anche fattori di natura psicologica. Si tratta, in ogni caso, di decisioni del tutto personali, quindi è del tutto fuori luogo giudicare se la scelta di diventare madre dopo i 40 anni sia giusta o meno.
Sicuramente, però, può essere utile mettere a confronto i pro e i contro di una gravidanza tardiva, per cercare di comprendere meglio questo fenomeno sempre più dilagante in Occidente.
Innanzitutto va distinto il caso di prima gravidanza da quello delle donne che hanno già figli: nella prima ipotesi, infatti, i rischi per il feto e per la gestante possono aumentare e restare incinta può essere naturalmente più difficile.
Tra le complicazioni maggiori emerge in primis il notevole calo della fertilità: dal punto di vista biologico è nettamente più facile restare incinte entro i 25 anni. Se, infatti, intorno ai 23 anni ogni singola ovulazione ha circa il 28% di possibilità di sfociare in una gravidanza, a 40 la percentuale scende a 12% e tende inoltre a diminuire drasticamente ogni anno con l’avvicinarsi della menopausa. Oltre a diminuire, gli ovociti invecchiano e quindi perdono qualità. Anche utero e ovaie sono meno ricettivi.
Anche una volta rimaste incinte, la strada non è in discesa: il rischio di aborto spontaneo per una donna sana over 40 è approssimativamente il doppio di quello delle gestanti più giovani.
Diventano più frequenti anche rischi di fibromi o alterazioni pretumorali. Senza dubbio una quarantenne di oggi è più in forma rispetto alle precedenti generazioni ma, anche se gode di ottima salute, sono in agguato rischi di di ipertensione, gestosi, disfunzioni della tiroide, diabete e altre complicanze legate all’età che possono avere ripercussioni anche sul feto.
Con l’avanzare dell’età della futura mamma, inoltre, va tenuto presente che sono maggiori le possibilità di anomalie cromosomiche come la Sindrome di Down: la percentuale per le donne che partoriscono dopo i 45 anni è di un bambino su 35.
Aumentano, infine, le possibilità di parto prematuro, con tutte le complicanze che ne conseguono.
Anche dopo il parto, inoltre, possono sopraggiungere problemi. Prendersi cura di un bambino richiede, infatti, pazienza e fatica: una donna di 40 anni, per quanto sportiva, grintosa e dinamica possa essere, ha oggettivamente meno resistenza fisica ed energie mentali da spendere per crescere un bambino.
Il distacco generazionale con i propri figli inoltre può rendere difficile istaurare un rapporto di complicità e comprensione.
Quali sono invece i pro di questa scelta?
Partiamo dall’aspetto psicologico: generalmente un figlio nato dopo i 40 è frutto di una decisione ponderata e consapevole. Una donna matura e in carriera può offrire stabilità e certezze non solo economiche, ma anche emotive. Ovviamente ogni caso è a sé, ma questa tranquillità e questa maturità hanno senza dubbio un effetto positivo sia nella gravidanza sia nella crescita del futuro figlio.
Statisticamente le donne più mature vivono la gravidanza in maniera più serena e quindi sono meno soggette al rischio di depressione post partum e ansia. Al contrario, dimostrano di sopportare meglio la fatica dei primi mesi, gli eventuali limiti alla libertà individuale e tutte le complicanze della gravidanza.
In ogni caso, chi decide di avere un figlio dopo i 40 anni dovrà sottoporsi a maggiori precauzioni: è opportuno effettuare controlli periodici per assicurarsi del proprio stato di salute e del nascituro.
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