La maggior parte dei bambini adora i videogiochi: sono ormai diventati uno dei loro passatempi preferiti, soprattutto fra i maschi. Molti genitori storcono il naso quando vedono il proprio piccino impegnato in questa attività ludica, perché in genere gli adulti hanno un'opinione parecchio negativa sui videogiochi. Ma in definitiva fanno davvero così male? In realtà, se usati con criterio (il loro utilizzo va infatti regolamentato), possono giovare allo sviluppo del bambino. Approfondiamo l'argomento.
I videogiochi fanno male allo sviluppo dei bambini?
Al pari della televisione, il videogioco non è di per sé un'attività nociva: tutto dipende dall'utilizzo che ne viene fatto. Molti genitori sono portati a credere che i videogiochi portino a priori i bambini ad isolarsi dagli altri e ad abituarsi ad essere passivi, senza sviluppare fantasia, immaginazione e le proprie capacità cerebrali.
In verità, se usati con criterio, i videogiochi non hanno questi effetti negativi sui bambini, anzi: sviluppano le loro capacità cognitive e di apprendimento perché li portano a trovare soluzioni ai problemi velocemente, stimolando la capacità di prendere decisioni in modo autonomo. Tutto ciò migliora anche l'autostima personale, perché il bambino attraverso il videogioco si rende conto di fare progressi e potenziare le proprie abilità.
Inoltre, un altro vantaggio dei videogiochi sta nel fatto che permette ai bambini di prendere confidenza fin dalla più tenera età con le nuove tecnologie, cosa sempre molto utile nella società di oggi. I videogiochi non vanno quindi demonizzati a priori: resta però il fatto che il loro utilizzo va assolutamente regolamentato. I bambini vanno quindi guidati ad usarli in modo corretto, altrimenti gli effetti negativi avranno il sopravvento su quelli positivi. Ecco qualche consiglio per i genitori.
Aiutare il bambino a scegliere i videogiochi giusti
Per prima cosa bisogna tenere presente che i videogiochi non sono tutti uguali. Ne esistono di vari tipi: individuali, da giocare in gruppo, educativi e didattici, d'azione e d'avventura, di simulazione, violenti, etc.
Il consiglio è quello di farsi un po' di "cultura" sull'argomento (spesso e volentieri gli adulti non sono molto ferrati sui videogiochi), anche guardando su Internet. In questo modo potrete consigliare con più cognizione di causa vostro figlio: cercate di indirizzarlo verso i videogiochi didattici (ve ne sono di diverso tipo: sugli animali, sulle lingue straniere, sulla storia e la geografia...) e non concedetegli di giocare ai videogiochi troppo violenti e a quelli non adatti alla sua età (l'età minima è indicata sul videogioco stesso).
Non far giocare il bambino sempre da solo
Il bambino non deve sempre giocare da solo: è bene che si abitui a considerare il videogioco come un gioco di condivisione e socializzazione e non di totale isolamento dal mondo. Proponete quindi spesso videogiochi collettivi e fate giocare vostro figlio con i fratelli o con qualche amichetto. Ogni tanto può certamente anche giocare da solo, ma non dev'essere un'abitudine.
Dare dei limiti temporali
Un'altra regola fondamentale riguarda la gestione del tempo: non è bene infatti che il bambino passi troppo tempo davanti ai videogiochi, sia perché le attività ludiche vanno sempre variate, sia perché troppe ore al videogioco nuocerebbero alla salute dei suoi occhi. Il tempo massimo da dedicare a questo passatempo è un'ora al giorno. Per riuscire a far rispettare questa regola fondamentale, è bene accordarsi con il bambino prima che inizi a giocare, prospettandogli in modo preciso quanto tempo può passare davanti al videogioco.
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