Il pavor nocturnus (terrore notturno) è un disturbo infantile del sonno che, per le sue caratteristiche, tende a far preoccupare moltissimo i genitori. In realtà, anche se una crisi di pavor nocturnus può essere davvero inquietante per un genitore impreparato, non c'è nulla da temere. Vediamo perché questo disturbo può considerarsi innocuo, come si manifesta e come trattarlo.
Quando può insorgereIl pavor nocturnus è considerato una parasonnia (così come il sonnambulismo) e interessa solo molto raramente gli adulti: si tratta infatti di un fenomeno tipicamente infantile (
fascia di età interessata: 3-10/12 anni). Con l'arrivo della pubertà il problema tende a scomparire in modo spontaneo.
Come avviene una crisiMa di cosa si tratta esattamente? Come riconoscere questo disturbo del sonno? Si può dire di assistere a una crisi di pavor nocturnus quando il bambino, nel bel mezzo di una fase di sonno profondo,
sembra svegliarsi (in realtà non è cosciente perché il sonno non si interrompe mai durante la crisi)
terrorizzato e in preda al panico: piange, urla, suda, ansima e si muove in modo scomposto (a volte scende addirittura dal letto e inizia a camminare). Non risponde e non si calma alle sollecitazioni dei genitori: anzi, parlandogli e toccandolo, di solito si peggiora soltanto la situazione.
In genere le crisi non sono lunghe:
in pochi minuti il bambino si calma e torna a dormire tranquillamente, come se nulla fosse. E non c'è una “regola” di frequenza: alcuni bambini accusano queste crisi di agitazione una sola volta nella loro infanzia, in altri invece gli episodi possono ripetersi più volte.
In ogni caso, il bambino al risveglio non ricorda mai nulla di quanto successo durante la notte.
C'è da preoccuparsi?Molti genitori si allarmano parecchio di fronte ad un attacco di pavor nocturnus: ed è comprensibile, visti i comportamenti del bambino durante la crisi. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi veramente: questo disturbo è abbastanza comune fra i bimbi ed
è certo che non sia causato da nessun meccanismo patologico di carattere relazionale, psichico o affettivo. E le crisi notturne non avranno alcuna ripercussione sullo sviluppo del piccolo. I genitori possono quindi stare tranquilli: alla base del problema non c'è nulla di patologico o preoccupante.
Le causeA causare il disturbo potrebbe essere una
predisposizione genetica, come dimostrano alcuni studi condotti al riguardo.
Tuttavia le cause di insorgenza non sono ancora state identificate con certezza. Senza dubbio alcuni fattori possono agire da concausa. Ecco quali:
- Mancanza di sonno e/o alterazioni del ritmo sonno-veglia
- Problemi di asma notturna
- Apnee
- Febbre
- Stress
- Reflusso gastroesofageo
Come comportarsiNel corso di una crisi è bene
non svegliare il bambino e non toccarlo, perché questo potrebbe far peggiorare il suo stato di panico. Basta stargli semplicemente vicino, controllandolo per evitare che si possa fare del male. Si deve intervenire solo se mette in pericolo la sua incolumità.
Il mattino seguente è meglio non parlargli di quello che è successo, perché questo molto probabilmente gli causerebbe ansia.
Il disturbo, con la crescita, tenderà a regredire in modo spontaneo.
Per trattare il pavor nocturnus
si ricorre ai farmaci solo in rarissimi casi: quando ad esempio le crisi sono particolarmente frequenti (più di una volta a settimana) oppure quando il bambino ha comportamenti così agitati da mettere seriamente in pericolo la sua salute. Il farmaco considerato più efficace e adatto ai bambini è il L-5-idrossitriptofano: riduce le crisi e non dà effetti collaterali (a differenza di antidepressivi e benzodiazepine).
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