Parlare rappresenta per il bambino una complessa attività cerebrale, che si sviluppa e matura nel tempo; il linguaggio è anche creatività, tanto che i piccoli spesso inventano parole nuove nel tentativo di imitare gli adulti, con risultati talmente particolari che spesso vengono ricordati vita natural durante e costituiscono anche una piccola parte del bagaglio linguistico della persona (chi non ha mai storpiato un nome in modo così strano da diventare il leit-motiv dei ricordi famigliari?).
Il bambino utilizza un suo proprio gergo all’inizio, fatto di suoni, intonazioni, che poi si evolvono in parole, spezzoni di frasi e infine in periodi. Quello che un genitore deve fare è incoraggiare il bimbo, parlarci, ascoltarlo.
La fasi dell’apprendimento linguistico
Di norma, le fasi dell’apprendimento linguistico sono le stesse per tutti i bambini, con le dovute eccezioni di precocità e di ritardo. Vediamole:
- Fase prenatale: riesce a percepire la voce materna e a distinguerla dagli altri suoni.
- Fino ad un mese di vita: utilizza le diverse intonazioni nei suoni ed il pianto per esprimere le proprie emozioni e per richiamare l’attenzione sui suoi bisogni.
- Dal II al V mese: il linguaggio viene espresso per mezzo di gridolini, sillabe e tentativi di vocalizzazione.
- Dal V al VII mese: una fase cruciale, in cui il bambino comincia ad associare i movimenti della bocca con la pronuncia delle vocali.
- Dal VII al X mese: mamma, papà, ma, pa, sono queste le prime sillabazioni o tentativi di parlare che mettono in comunicazione il bambino con il resto del mondo.
- Dal X al XX mese: arrivano le prime parole, che vengono anche associate a cose e persone, lungo un processo che poi porta il bambino ad esprimersi in modo comprensibile.
- Dal XXI mese ai 3 anni: Il vocabolario si amplia rapidamente, l’apprendimento è più veloce e si cominciano a costruire dei periodi sensati e inoltre il bambino scopre i verbi di movimento e li usa in modo appropriato.
I tempi
Il momento cruciale dello sviluppo linguistico di un bambino arriva intorno ai 12 mesi, quando iniziano le fasi della memorizzazione e della formulazione di frasi. Dopo un anno e mezzo, i bambini possono arrivare ad imparare 20 parole nuove ogni giorno, ma non c’è da preoccuparsi se questo non accade. Gli sviluppi arrivano con il tempo, e la rapidità di apprendimento dipende, oltre che dal piccolo, anche dall’incoraggiamento e dagli stimoli che riceve dai propri genitori: non bisogna far finta di capire, ma richiedere di ripetere le frasi pronunciate male. I bambini nati prematuri di solito imparano a parlare in ritardo, mentre gli altri arrivano a conoscere i media circa 200 parole intorno ai 2 anni.
Caratteristiche del linguaggio: differenza tra maschi e femmine
Le bambine cominciano a parlare spesso prima dei maschietti: questo accade perché usufruiscono di ben un terzo in più dei collegamenti neuronali che regolano il linguaggio rispetto alla controparte sessuale. Ecco perché gli uomini fanno anche meno domande e si dimostrano meno precoci nell’apprendimento.
A parte queste differenze legate al sesso, il bambino deve essere stimolato ed incoraggiato a parlare, ascoltandolo, raccontandogli delle storie e facendo in modo che ottenga ciò che vuole chiedendolo a parole e non a gesti o versi. Insomma, se il bambino vuole l’acqua non c’è bisogno che inizialmente dica: “voglio l’acqua”, ma nemmeno deve prendere l’abitudine di puntare l’indice verso una bottiglia ed emettere un qualsiasi suono.
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