Esistono
varie tecniche di massaggio infantile, che si ispirano a diverse pratiche terapeutiche, ma tutte sono accomunate da alcuni elementi:
si rivolgono solitamente ai neonati e ai bambini nei primi mesi e anni di vita (anche se nulla vieta di applicarlo anche sui più grandicelli), si basano su
movimenti lenti e dolci e, infine, vengono
effettuati dai genitori più che da operatori specializzati.
Il contatto fisico tra la madre, ma anche il padre, e il bambino, soprattutto se appena nato, è infatti fondamentale per due ragioni. Da una parte
rafforza il legame appena instaurato (che nel caso dei neonati passa soprattutto attraverso il tatto e l’odorato), e dall’altra
rassicura e conforta il bambino. Dopo i 9 mesi di vita intrauterina, in cui ha sperimentato una condizione di assoluta sicurezza, con rumori e luci molto attenuati, cullato dal movimenti materni e immerso in un liquido caldo, la nascita rappresenta un vero trauma per il bambino: luci e suoni diventano intensi, sente per la prima volta il freddo e la sensazione di essere da solo, ha fame e magari qualche piccolo dolore e questo gli crea disagio, che si manifesta tipicamente con il pianto. Il massaggio serve quindi a
ristabilire una situazione di caldo, conforto e tranquillità per il bambino, in un'ideale continuità con quello che ha vissuto dentro l’utero materno.
Le tecniche di massaggioTra le più note c’è sicuramente il
massaggio bioenergetico. Introdotto da Eva Reich, si basa su tocchi leggeri e carezze delicate sulla pelle del neonato, per
trasmettere non solo sensazioni positive come conforto, calore e sicurezza, ma anche per stimolare la mente del piccolo. La pelle comunica infatti direttamente con il sistema nervoso attraverso le sue tantissime terminazioni nervose e rappresenta il primo veicolo di contatto e comunicazione. Le manipolazioni sono generalmente di tre tipi: leggeri sfioramenti a mano aperta, delicata digitopressione a formare dei cerchi e vibrazioni.
Dall’Oriente arriva un’altra tecnica di massaggio, a lungo trasmessa da madre a figlia, lo
shantala. Anche in questo caso il trattamento si estende su tutto il corpo del bambino e prevede un tocco leggero, ma unisce alcuni elementi che favoriscono il
rilassamento, come la scelta del momento della giornata (la mattina presto o il pomeriggio tardi, in modo da ritagliarsi uno spazio di grande tranquillità) e il
rito del bagnetto finale.
Lo shantala inizia tenendo il neonato sulle gambe di chi effettua il massaggio, in modo da stabilire innanzitutto un
contatto visivo e quindi rassicurarlo e cullarlo con lo sguardo. Poi il bambino viene girato per poter massaggiare anche la testa e le spalle, quindi messo a schiena in su, per una manipolazione che intende rafforzare la colonna vertebrale.
Il bagno rappresenta il momento conclusivo del rituale: oltre a lavar via l’olio utilizzato per il massaggio, permette di rilasciare tutte le tensioni residue e fare il pieno di energia.
I
benefici di queste tecniche sono moltissimi: oltre a creare o rafforzare il legame, l’empatia e la complicità tra genitore e figlio e a stimolare la conoscenza e la consapevolezza del proprio corpo e delle proprie sensazioni da parte del piccolo, aiutano a calmare il pianto, trasmettono tranquillità, sicurezza e calore, alleviano i dolori dovuti a coliche e fastidi digestivi e favoriscono il sonno.
Le regole d’oroNaturalmente si possono frequentare dei corsi per apprendere le tecniche di massaggio sopra descritte, o anche altre, ma alcuni accorgimenti e consigli possono aiutarvi a effettuare un massaggio efficace anche senza seguire strettamente le pratiche codificate. Vediamo quali sono:
- Potete iniziare a massaggiare il bambino fin dalle prime settimane di vita. La durata del trattamento non deve superare i 15 minuti le prime volte, per poi salire fino a 30 minuti.
- Evitate di massaggiare il bambino subito dopo l’allattamento: è meglio sia a stomaco vuoto.
- Durante il trattamento evitate distrazioni e telefonate: questo deve diventare un momento di tranquillità e totale concentrazione da parte della mamma (o del papà), in cui lavorare sul rapporto con il bambino, costruendo empatia e intimità. Per lo stesso motivo scegliete un periodo della giornata che favorisca il rilassamento e un ambiente silenzioso e dalla luce smorzata.
- Tenete la temperatura della stanza sufficientemente calda: il massaggio andrebbe effettuato sul corpo nudo del bambino.
- Mettetevi comodi (su un grande cuscino o una coperta morbida) e utilizzare un asciugamano per evitare che i bisogni del bambino (stimolato dalla manipolazione) sporchino le superfici.
- Le mani devono essere calde. Evitate anche unghie lunghe, che possono graffiare la pelle delicata del neonato, così come anelli, bracciali, orologi, ecc.
- Utilizzate un olio per il massaggio (magari a base di ingredienti biologici).
- Dopo il massaggio lasciate riposare il bambino per qualche minuto, quindi fategli il bagnetto, per lavare via l’olio e soprattutto completare il rilassamento. Tenete anche a portata qualcosa da bere per lui.
- Adeguate il massaggio all’età del bambino. I consigli descritti finora riguardano i neonati, ma il trattamento può essere effettuato anche sui più grandicelli: il tocco può quindi diventare più intenso e, in generale, va associato al gioco, diventando una forma di ginnastica dolce in linea con i desideri e le sensazioni del bambino (che è ormai in grado di esprimersi e farsi comprendere).
Infine, considerate che per il massaggio infantile vale la stessa regola che si applica a quasi tutte le situazioni della vita: solo la costanza premia, per cui bisogna
praticarlo con continuità per avere reali vantaggi.
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