Secondo Freud, che dedicò molti studi alla psicologia infantile e in particolare alle sviluppo delle pulsioni sessuali dei bambini, il complesso di Edipo rappresenta una fase fondamentale della crescita ed è il momento in cui si gettano le basi per la sessualità adulta. La tragedia di Sofocle, da cui prende il nome questa fase, è nota: Edipo, allontanato dalla famiglia di cui non ha alcuna memoria, uccide il padre e sposa la madre, per poi accecarsi una volta scoperti i legami di parentela violati. Si tratterebbe quindi di un’opera, secondo lo psicanalista, che mette in scena uno degli archetipi dell’umanità, affrontando sotto forma di fiaba una reale tappa della maturazione psicologica del bambino maschio. Per quanto riguarda le bambine, per cui Gustav Jung ha coniato il termine omologo "complesso di Elettra", dal nome della figlia di Clitennestra che uccise la madre per vendicare la morte del padre Agamennone, Frued considera prevalente un altro aspetto, quello dell’invidia per il pene paterno, visto come fonte di gratificazione a lei negata, quale elemento scatenante del processo di distacco dalla madre e di avvicinamento alla figura paterna.
Una fase passeggera ma fondamentale
Dalla nascita fino verso ai 2-3 anni, il bambino, che sia maschio o femmina, ha come oggetto primario del suo amore e del suo attaccamento la madre. Il padre e le altre figure sono attori più o meno secondari nella scena psichica del piccolo. Con la crescita, questa identificazione viene meno e il bambino si riconosce, o incomincia a riconoscersi, come un essere a sé stante. Contemporaneamente, scopre il suo corpo e anche la sua sessualità e tende a identificare nel genitore di sesso opposto l’oggetto del suo amore, amore che diventa anche tentativo di seduzione e che porta a identificare nel genitore del suo stesso sesso un rivale, su cui sviluppa sentimenti di gelosia e rivalità. Nelle fantasie del bambino egli sogna di sposare la madre, così come la bambina ha simili pensieri sul padre. La relazione con l’oggetto del proprio amore, che non sente più come esclusivo perché ha un rapporto affettivo con l’altro genitore, il rivale, è però ambivalente e il bambino alterna richieste di affetto a scoppi di ira e comportamenti aggressivi. Nell’ambito di uno sviluppo non patologico a livello psichico, questa fase tende a concludersi spontaneamente, con il riconoscimento dell’impossibilità del rapporto vagheggiato e la ricerca dell’oggetto d’amore fuori dalla mura domestiche. La spiccata predilezione per il genitore di sesso opposto, insomma, diminuisce con il tempo, mentre in parallelo si rafforza il processo di identificazione con quello del proprio stesso sesso, e soprattutto si ampliano gli orizzonti dei rapporti verso l’esterno, attraverso la socializzazione con gli altri bambini favorita dall’ingresso a scuola.
Una teoria contestata
Questa teoria, spiegata in grandissima sintesi, è uno dei capisaldi dell’elaborazione di Freud e rappresenta certamente una delle sue analisi più conosciute ma anche più contestate. Per poterla comprendere appieno, in realtà, va riportata al contesto e al periodo storico in cui è nata. Qualcosa però, ancora oggi, rimane e può essere utile: l’attenzione che, straordinaria per l’epoca in cui fu formulata, tributa alla sessualità infantile. Permette quindi ai genitori di oggi di riflettere sul percorso di crescita e maturazione dei propri figli, da seguire e accompagnare senza falsi tabù e ritrosie.
L’atteggiamento dei genitori non deve essere né di rifiuto assoluto nei confronti dell’interesse che il bambino manifesta nei riguardi del corpo e della sessualità, né di totale condiscendenza alle sue richieste pressanti di attenzione da parte di solo uno dei due. Bisogna cercare di vivere questa fase con tranquillità e naturalezza, rispondendo alle tante curiosità dei bambini sul proprio corpo, sul vostro e sull’affettività in generale: adattate le spiegazioni alla loro età e usate parole semplici ed esempi familiari, ma parlate sempre con sincerità. Un buon dialogo, aperto e non imbarazzato su questi temi, contribuirà allo sviluppo di pensieri e comportamenti sereni e rilassati sia durante la crescita sia nel corso della vita adulta.
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