Il ciuccio è considerato da molte mamme un oggetto talmente naturale nella vita di tutti i giorni che spesso se ne sottovaluta l’importanza della scelta e dell’uso proprio. Effettivamente l’attività di suzione è istintiva nel neonato e le ecografie mostrano spesso che perfino il feto si ciuccia il pollice. Del resto è proprio attraverso la suzione istintiva che il neonato si nutre nei primi mesi di vita, attaccandosi al seno materno.
Ma questo gesto non ha solo uno scopo nutritivo: per i neonati ciucciare è anche un modo per affrontare le paure o di vincere la solitudine. Il ciuccio è quindi diventato un oggetto di uso quotidiano e circa il 70% dei neonati lo utilizza. Nulla di sbagliato in questo: nonostante quello che molti erroneamente credono, il ciuccio non crea danni ai denti ed è sicuramente più igienico e meno dannoso della suzione del dito. L’importante è non abituare il bambino ad abusare del ciuccio perché altrimenti diventa difficile convincerlo ad abbandonarlo al momento opportuno.
Un uso prolungato ed eccessivo del ciuccio anche quando il bambino è più grande può perfino provocare difficoltà nel linguaggio o nello sviluppo dei denti. Se usato nella giusta maniera, invece, il ciuccio aiuta a far addormentare il bambino, a calmarlo in caso di agitazione o spavento e rappresenta anche una sorta di consolazione in assenza delle coccole materne. Non deve diventare però la risposta automatica a ogni lacrima: non offritegli il ciuccio al primo capriccio, aspettate che sia lui a cercarlo.
Prima ancora di imparare a usarlo è però fondamentale scegliere il ciuccio giusto: nei negozi ne troverete tantissimi modelli ma, seguendo il parere degli esperti, è sempre consigliabile scegliere quello anatomico. La forma di questo modello, una goccia schiacciata nella parte superiore, è ideata per adattarsi al meglio al palato del bambino.
Per quanto riguarda il materiale di realizzazione invece si trovano ciucci in silicone o di caucciù. I primi sono molto diffusi ma è bene ricordare che si tratta di una sostanza chimica e quindi sintetica. Il vantaggio del silicone consiste nel fatto che non assorbe odori e sapori, è molto resistente e difficilmente deformabile. Il caucciù invece è una gomma di origine naturale: è un prodotto morbido ed estremamente resistente alle possibili lacerazioni, anche più dello stesso silicone. Per questo motivo dopo i primi mesi di vita si tende a preferire questo secondo tipo di ciuccio, in grado di resistere meglio alla pressione dell’arcata dentaria.
Un uso regolare e controllato del ciuccio permette di diminuirne la frequenza con il crescere, in modo che l’abbandono non sia traumatico. Solitamente i bambini abbandonano spontaneamente il ciuccio all’età di tre anni perché, anche grazie all’iscrizione all’asilo, acquistano maggiore fiducia e sicurezza in se stessi.
Per alcuni bambini però l’idea di abbandonare il contatto con il ciuccio è inaccettabile; in questi casi può diventare molto difficile convincerli, tanto che spesso le mamme cedono esauste ai capricci. Un errore frequente è quello di far sparire il ciuccio improvvisamente: non sperate che lui non se ne accorga! I capricci vi costringerebbero a ritirarlo fuori. Il distacco deve essere graduale, magari coinvolgendo il bambino in mansioni ‘da grandi’ che però non possono essere svolte con il ciuccio in bocca. L’importante è che il bambino si senta pronto: evitate, anche per questo motivo, di spingerlo ad abbandonare il ciuccio in contemporanea con altri cambiamenti che per lui possono essere destabilizzanti, come il trasferimento in una nuova casa o la nascita di un fratellino o una sorellina.
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