La creatività è un’attitudine, qualcosa cui si è naturalmente portati o meno, oppure si apprende? Come ogni volta che si affrontano le questioni relative all'origine dei caratteri e delle qualità relative alla personalità, la risposta non è una sola, ma a incidere è un mix di predisposizione genetica e stimoli ambientali. I bambini, di solito curiosi e amanti della sperimentazione, hanno bisogno di essere guidati e sollecitati nel loro percorso di scoperta del mondo, in modo da poter associare alle prove, ai giochi, alle esperienze delle sensazioni positive. Bando quindi alla paura eccessiva che si facciano male con gli strumenti di gioco, o che si sporchino mani e vestiti, o che traccino qualche segno sulle pareti di casa. Accompagnateli nel loro percorso di conoscenza del mondo, di sviluppo delle idee e dei giochi, di costruzione e manipolazione degli oggetti, in modo vigile ma rilassato e potrete contribuire a farli crescere più liberi, sicuri di sé, attenti e curiosi.
A casa
Immaginazione e coinvolgimento: questa è la ricetta per aiutare il vostro bambino nello sviluppo della propria creatività. I bambini, soprattutto nei primissimi anni di vita, sono più incuriositi dagli oggetti che li circondano e dalla possibilità di sperimentarli che dai giochi strutturati. È bene quindi lasciar correre la loro fantasia e permettergli di fare pratica, senso-motoria innanzitutto, con quello che esiste già in casa: giocare con l’acqua, preparare insieme una ricetta di cucina, disegnare liberamente, senza contorni e costrizioni, oppure manipolare paste gommose sono tutte attività che non limitano l’immaginazione, ma anzi sono proprio lo strumento adatto per permettere di sfogarla ed esprimerla.
In generale, sono infatti i giochi più semplici, quelli costruiti a partire da pochi oggetti quotidiani, ad attirare di più i piccoli. I giochi preconfezionati, per quanto possano avere un’ampia gamma di suoni, luci, musiche o attività, sono decisamente più riduttivi e soprattutto impongono un certo modo di giocare al bambino, riducendo il ricorso alla fantasia.
Per i più grandicelli, dai 2 anni in poi, il gioco diventa simbolico, secondo le fasi individuate dal noto pedagogista Piaget, per cui modellare, costruire e trasformare gli oggetti è la modalità tipica per ottenere altri oggetti (due stecchini dei ghiaccioli diventano un aereo, da far volare a lungo e su cui immaginare storie sempre diverse, per esempio). Inizierà più avanti anche il gusto di inventarsi identità e ruoli, attraverso travestimenti e giochi che prevedono situazioni più complesse. Il gioco diventerà sociale, con i fratelli o gli amichetti, e si immagineranno storie e contesti tutti costruiti dalla fantasia.
Anche se è un ottimo modo per distrarre e tranquillizzare i bambini, i giochi sui cellulari e sui tablet sono consigliati solo per i più grandicelli: anche in questo caso si tratta spesso di attività o ripetitive e meccaniche, che li stufano in fretta e non lasciano spazio all’immaginazione, o iperstimolanti, con tanti suoni e luci, ma su cui il bambino non ha modo di costruire fantasie o storie.
Fuori casa
Il parco giochi, gli spazi verdi e i giardinetti, il mare o la montagna sono tutti luoghi in cui sfogare l’irresistibile voglia di muoversi dei bambini. Sono però anche l'occasione per incontrare i coetanei e interagire con loro. In questo caso i genitori, oltre a vigilare sulla loro sicurezza, possono aiutare i piccoli costruendo per loro scenari di gioco e storie su cui i bambini potranno poi sbizzarrirsi. Portate se volete pastelli a cera e fogli di carta, ma lasciate a casa tablet e giochi elettronici: il parco è fatto apposta per stare con gli altri e giocare insieme.
Se avete un giardino a casa, poi, potete acquistare o, meglio ancora, costruire una casetta, un luogo dove il bambino potrà trovare uno spazio proprio, con i suoi giochi, il materiale per disegnare e, una volta che sia più grande, anche qualche libro illustrato: la sua fantasia lo trasformerà nello scenario sempre diverso di avventure create da lui stesso.
La scuola
Le scuole dell’infanzia hanno ideato diversi percorsi per stimolare la creatività e permettere ai bambini di esprimerla, attraverso l’organizzazione di laboratori di pittura e disegno, oppure di creazione di oggetti (con il pongo, la pasta di sale, elementi della vita quotidiana come pasta e riso, per citarne solo alcuni), di preparazione di piatti (marmellate, per esempio), ma anche tramite fiabe, recite o cori. Le attività sono tante e guidate in tutta sicurezza dagli insegnanti e hanno l’indubbio vantaggio di essere svolte in modo sociale, insieme agli altri bambini. Naturalmente ognuno avrà le proprie preferite e il consiglio è valutare quali siano quelle offerte nel corso dell’anno scolastico, per scegliere, se possibile, di indirizzare il bambino verso una o l’altra scuola anche sulla base del programma proposto.
In generale, rispettare le inclinazioni e le preferenze del bambino è la migliore soluzione. Se poi qualche attività risulta particolarmente difficile o noiosa, entra in gioco un altro fattore, quello del rispetto delle regole. La scuola è uno dei luoghi privilegiati di confronto con gli altri e con il mondo delle norme e dei limiti cui tutti siamo soggetti, ma può anche permettere di scoprire cose nuove, attitudini e preferenze che magari a casa non hanno avuto modo di emergere.
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