La varicella, causata dal virus varicella-Zoster, della stessa famiglia degli herpesvirus, responsabili di patologie come il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio, è una malattia che di solito si prende durante l’infanzia, senza particolari conseguenze negative, e che poi crea un’immunità permanente. Se però viene contratta durante la gestazione può provocare danni anche importanti al feto e causarne, in una percentuale molto bassa ma non trascurabile, perfino la morte. Tutto dipende dall’epoca in cui si entra in contatto con il virus.
Una patologia rischiosa per il feto
La futura mamma non va incontro a particolari rischi, se non la probabilità che la malattia sia più lunga e le sue manifestazioni più virulente, dato che lo stato di gravidanza può creare un deficit a livello di sistema immunitario. Il feto, invece, può subire danni anche gravi. A incidere, in realtà, non è tanto la forma più o meno lieve in cui si manifesta la malattia nella gestante, ma il periodo.
In linea generale, il primo trimestre di gravidanza è il più esposto a pericoli: il feto è infatti in formazione ed eventuali patologie possono danneggiarne lo sviluppo, fisico e celebrale, anche in modo significativo. Il rischio che il contagio passi dalla mamma al bambino è in media del 25%, ma che questo sviluppi la malattia è più probabile tra la 13° e la 20° settimana. Se succede, esiste una percentuale non nulla che quest’ultimo manifesti alla nascita la sindrome da varicella congenita, che provoca cicatrici, atrofia muscolare, ipoplasia delle dita (vale a dire ridotte dimensioni rispetto alle misure normali), lesioni oculari e danni celebrali, fino a sviluppare forme più o meno gravi di ritardo. In alcuni casi può verificarsi un aborto spontaneo.
Il rischio di problemi al bambino decresce nettamente con il passare delle settimane, ma la varicella rischia di fare ancora danni se contratta alla fine della gravidanza. In caso di contagio perinatale, vale a dire nei giorni a ridosso del parto, il rischio di infezione per il nascituro è dal 25 al 50%, ma in molti casi i sintomi sono lievi e le conseguenze non eccessive. Infatti, se la mamma manifesta la malattia prima del parto, trasmetterà al feto tramite la placenta non solo la malattia, ma anche gli anticorpi, che lo proteggeranno e favoriranno una guarigione completa. Se invece la gestante è stata contagiata poche settimane prima del parto, la malattia risulterà evidente, e quindi lei sarà contagiosa, proprio in occasione della nascita del bambino, quando quest'ultimo non ha difese immunitarie e non ha ricevuto dalla madre gli anticorpi specifici, per cui andrà trattato immediatamente con farmaci specifici. La varicella posnatale, infine, ha di solito sintomi lievi, anche perché viene contratta per via aerea e non placentare, per cui risulta meno virulenta.
Come avviene il contagio e come proteggersi
Il contagio avviene in modo diretto, perché il virus responsabile della varicella si trasmette attraverso le vie aeree. Meno probabile la trasmissione indiretta, vale a dire se il virus entra in contatto con una persona immune che frequenta regolarmente la gestante (il compagno, un altro figlio, parenti e amici). Decisamente improbabile poi il contagio da contatto con qualcuno che è affetto da herpes Zoster, perché, anche se si tratta di virus assimilabili, esso avviene solo tramite il liquido contenuto nelle vescicole attraverso cui si manifesta la malattia.
In ogni caso è bene sapere che i malati di varicella sono contagiosi da circa 1-2 giorni prima che si manifesti il disturbo in modo visibile fino a quando tutte le vescicole non si sono ormai ridotte in croste.
Per proteggersi in modo efficace, l’unica vera soluzione è il vaccino. Prima di procedere in tal senso è comunque bene, in previsione di una gravidanza, verificare se si è immuni alla patologia per averla contratta senza averla riconosciuta (nelle forme più lievi può manifestarsi con poche vescicole e portare un malessere che può essere scambiato con influenza o altre malattie respiratorie comuni) o senza averne memoria.
Se la vaccinazione non è stata effettuata e ci si trova già incinta, bisogna naturalmente evitare il contatto con i malati di varicella, ma anche di frequentare i luoghi in cui si potrebbe contrarre la malattia (per esempio, l’asilo o la scuola degli altri figli). La cosa più importante è rivolgersi al ginecologo che vi segue durante la gravidanza se temete di averla contratta, per capire come procedere nel modo più sicuro possibile per il bambino.
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