La translucenza nucale è un tipo di esame a cui viene sottoposto il feto per rivelare la presenza di eventuali malattie cromosomiche, alterazioni del numero o della struttura dei cromosomi, fra cui la trisomia 13, la trisomia 18 e la Sindrome di Down (trisomia 21).
La translucenza nucale è un esame non invasivo; è infatti visibile attraverso una semplice ecografia e non comporta nessun rischio né per la madre né per il feto.
Il test della translucenza nucale può essere eseguita soltanto fra l’11a e la 13a settimana di gravidanza.
La translucenza nucale è un accumulo di liquido situato nella zona posteriore del collo (la nuca, appunto) del feto, che compare sin dalle prime settimane di vita e tende a scomparire intorno alla 14a settimana.
Attraverso l’ecografia il medico analizza lo spessore del liquido. Se i valori della translucenza sono compresi fra 1.1 e 1.4 mm il feto può considerarsi sano; se invece il valore supera i 2.5/2.8 mm di spessore, c’è il pericolo che il feto sia affetto da qualche alterazione cromosomica.
La presenza di tale alterazione, comunque, non è verificata in modo certo; sono infatti frequenti casi di “falsi positivi”, cioè quei casi in cui si diagnostica una alterazione cromosomica quando, in realtà, i cromosomi sono sani.
Per accertarsi della disfunzione cromosomica è necessario ricorrere a ulteriori test più accurati, come la misura del dotto venoso e la verifica della presenza delle ossa nasali (circa il 70% degli affetti da Sindrome di Down, infatti, non ha l’osso nasale).
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