Durante la gravidanza il nostro corpo subisce una trasformazione che coinvolge diverse parti dell’organismo e provoca degli effetti tipicamente classificabili. Uno dei fenomeni più frequenti nelle donne incinte è l’insorgere delle emorroidi: sicuramente ne avrete sentito parlare e saprete approssimativamente di cosa si tratta ma pochi conoscono esattamente la natura di questo problema.
Le emorroidi sono delle vene varicose che si formano in prossimità dell’ano, esternamente o internamente: queste ultime non sono riconoscibili al tatto e producono solitamente maggiori fastidi. Queste varici appaiono come noduli di grandezza variabile, solitamente delle dimensioni di un legume. Si tratta di un disturbo molto diffuso di cui soffre, in forma più o meno grave, più della metà della popolazione sopra i trenta anni.
In gravidanza l’insorgere delle emorroidi è strettamente connesso all’aumento di peso, che influisce sul sistema venoso in generale destabilizzandolo. In particolare l’utero, allargandosi, preme sull’addome e impedisce così il regolare reflusso del sangue, ossia il suo ritorno per via venosa. È intuitivo che la gravità dello stato emorroidale sarà direttamente proporzionale al peso: il fenomeno tenderà quindi inevitabilmente ad acuirsi con l’avvicinarsi della scadenza del termine per il parto. Anche il progesterone, ormone che il corpo produce per difesa in grandi quantità durante la gestazione, ha un ruolo di causa-effetto con la potenziale formazione delle emorroidi: questa sostanza determina infatti un rilassamento generale, non solo dei muscoli e dei tessuti, preparando così il corpo al parto, ma anche delle pareti venose, con conseguente dilatazione del vaso. Altro fattore che aggrava uno stato emorroidale, e molto ricorrente durante la gravidanza, è la stitichezza: feci dure contribuiscono, infatti, ad irritare la zona dell’ano.
Il parto è un momento critico per quanto riguarda le emorroidi: lo sforzo dovuto alla spinta del bambino può peggiorare il problema e addirittura portare ad un prolasso rettale, che solitamente tende poi a regredire in maniera graduale e spontaneamente.
Se le concause che hanno generato lo stato emorroidale sono tutte legate alla gravidanza, e il paziente non è predisposto indipendentemente dalla dolce attesa, a questo fastidio, solitamente la sensazione di prurito e bruciore viene meno a distanza di circa un mese dal parto. In ogni caso, per le fasi più acute, è consigliabile una cura farmacologica e l’utilizzo di pomate specifiche. Trattandosi di un disturbo molto comune in gravidanza però il modo migliore per combatterlo è prevenirlo: un’alimentazione equilibrata e ricca di fibre e adeguato movimento durante l’arco dei nove mesi aiutano notevolmente a diminuire le probabilità che le emorroidi si presentino.
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