A causa dell'eccessivo utilizzo delle tecnologie informatiche che caratterizza la società di oggi, si è sviluppata una nuova malattia professionale: il tecnostress. Questa particolare forma di stress colpisce i sempre più numerosi lavoratori che si trovano, proprio per motivi professionali, ad usare per parecchie ore al giorno e a ritmi eccessivamente serrati le tecnologie informatiche. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Tecnostress: un sovraccarico di informazioni che compromette l'equilibrio piscofisico
Il tecnotress può verificarsi quando una persona è costretta, per il lavoro che svolge, a trascorrere ore e ore davanti al computer, al telefono e a utilizzare tanto i nuovi strumenti tecnologici. L'uso esagerato delle tecnologie deve essere continuativo e protratto nel tempo, affinché possano crearsi le condizioni per lo sviluppo del tecnostress.
Il soggetto arriva a una situazione di esaurimento psico-fisico (con compromissione del rendimento lavorativo), perché si trova a gestire una mole eccessiva di dati e informazioni in un breve lasso di tempo: il lavoro avviene infatti all'insegna della fretta, della velocità e di ritmi molto serrati.
Sintomi del tecnostress
Ma come riconoscere quest'inquietante patologia che ci mette in guardia contro un utilizzo errato della tecnologia?
I sintomi sono diversi e interessano sia la sfera psicologica e cognitiva che quella prettamente fisica. Dal punto di vista fisico i sintomi principali sono: frequenti mal di testa, innalzamento della pressione, stanchezza persistente, problemi digestivi e gastrointestinali, disturbi cardiaci, insonnia.
Dal punto di vista psicologico-cognitivo si riscontrano invece tendenza alla depressione, apatia, irascibilità, ansia, incapacità di concentrarsi, calo delle prestazioni intellettuali, leggere amnesie. Questa malattia ha ripercussioni molto negative sulle relazioni sociali, poiché il soggetto è spesso nervoso e si irrita facilmente. Inoltre, sul lavoro la sua efficienza e produttività vanno a calare sempre più e in maniera sempre più evidente, se non si corre ai ripari. I rapporti con i colleghi si logorano e a lungo andare il soggetto tende ad assentarsi spesso, perché non riesce più a sostenere i livelli di stress lavorativo.
Le professioni più colpite
Il tecnostress è un fenomeno sempre più studiato e analizzato, a causa della sua grande diffusione e dell'impatto negativo che spesso e volentieri ha sull'andamento di un'azienda. Recenti ricerche hanno evidenziato come questo disturbo colpisca in particolare alcune categorie professionali.
I soggetti più a rischio sarebbero i progettisti di reti, ovvero gli operatori Ict (Information and communication technology) che passano davanti allo schermo di un pc mediamente 12 ore e mezza al giorno e devono gestire una mole considerevole di informazioni in tempi brevi. Al secondo posto della classifica delle professioni più tecnostressate si collocano i giornalisti, soprattutto quelli che scrivono e operano sul web (12,1 ore passate in media ogni giorno in “compagnia” delle tecnologie informatiche). E per finire, ci sono gli operatori finanziari: 11 ore in media a stretto contatto con pc e strumenti tecnologici vari.
Come superare il tecnostress
Per fortuna, il tecnostress è ormai una malattia professionale pienamente riconosciuta: se vi accorgete di soffrirne (e questa è già un'ottima cosa, è il primo passo per uscirne), gli aiuti non vi verranno a mancare. Per prima cosa, ogni azienda deve ormai avere il proprio psicologo aziendale: questa figura professionale ha il dovere di misurare il livello di stress dei lavoratori e di indicare, quando necessario, le cure più adeguate.
Il tecnostress è inoltre una malattia che, entro certi limiti, è possibile prevenire adottando una serie di accorgimenti che favoriscano uno stile di vita più sano e meno dipendente dal lavoro. Ad esempio, è importantissimo riuscire a ritagliarsi ogni giorno un poco di tempo, fosse anche solo una mezz'oretta, per un'attività piacevole, che rilassi e faccia scaricare la tensione: correre in un parco, uscire a bere qualcosa con gli amici, dedicarsi al proprio hobby preferito, etc. Nei periodi di vacanza, è bene non portarsi dietro il lavoro stando sempre connessi o attaccati al telefonino! Questo vale anche per la sera: una volta finito di lavorare, si torna a casa e ci si dedica alla famiglia, senza pensare al lavoro. Il cervello ha bisogno di riposo!
Per prevenire il tecnostress può essere molto utile anche ricorrere allo yoga o alla meditazione, pratiche che favoriscono il mantenimento di un giusto equilibrio psico-fisico.
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