Nella nostra società, molto individualista, i comportamenti egoisti e narcisisti sono ormai parecchio diffusi. Tutti ci siamo un po' adattati alla società e alla cultura in cui viviamo! Quando però l'egoismo oltrepassa un certo limite, arrivando a compromettere le relazioni affettive e sociali, si può a buon diritto parlare di narcisismo patologico (o di disturbo narcisistico della personalità).
Il narcisismo viene associato a difetti quali l'arroganza, la superbia, il continuo bisogno di essere al centro dell'attenzione: e in effetti sono le caratteristiche salienti del narcisista inconsapevole, la forma di disturbo narcisistico più conosciuta e diffusa (ma non l'unica). Ecco come riconoscere un narcisista di questo tipo.
Manie di grandezza e bisogno di essere al centro dell'attenzione
Il narcisista patologico è, almeno in apparenza, convinto di essere migliore degli altri. Avverte di continuo il bisogno di mettersi in mostra e di essere al centro dell'attenzione, perché ritiene che le sue speciali qualità debbano sempre essere oggetto dell'ammirazione altrui. Le sue manie di grandezza lo portano ad ingigantire i risultati raggiunti e a lasciarsi spesso andare a fantasie di successo e di potere.
Mancanza di empatia
Essendo così centrato su se stesso, il narcisista patologico non riesce in alcun modo a mettersi nei panni degli altri: la sua mancanza di empatia è pressoché totale. I sentimenti altrui non vengono presi in considerazione: contano solo i propri desideri e i propri bisogni, che il narcisista si aspetta vengano sempre e comunque assecondati dagli altri.
Sfruttare gli altri per i propri bisogni
In ambito affettivo e relazionale il narcisista patologico tende spesso a manipolare gli altri e a sfruttarli per raggiungere i suoi scopi. Più che come persone, il narcisista vede gli altri come degli oggetti o dei mezzi da usare a proprio piacimento.
Il narcisista schivo (o ipervigile)
Oltre alla tipologia di narcisista appena descritta, ne esiste un'altra, meno diffusa, ma ugualmente patologica: è il narcisista schivo (o ipervigile). Il narcisista ipervigile è una persona che coltiva la sua mania di grandezza in silenzio e solitudine. Inibizione, esagerata sensibilità alle critiche altrui, paura di esporsi per non dover subire l'”affronto” del rifiuto, tendenza a provare facilmente senso di umiliazione e vergogna, sono le caratteristiche psicologiche principali di questa tipologia di narcisista. A differenza del narcisista inconsapevole, non ama mettersi in mostra: lascia molto spazio agli altri e li ascolta con attenzione, allo scopo di individuare eventuali mancanze o critiche nei suoi confronti.
La lotta per tenere alta la stima di sé
Nonostante i due tipi di narcisismo si manifestino con comportamenti praticamente agli antipodi, di base sono scatenati dalla medesima necessità interiore: quella che porta il soggetto a lottare per tenere alta la stima di sé. Il narcisismo è quindi una sorta di corazza che il soggetto contrappone ad un forte senso di fragilità interiore.
Cause del narcisismo patologico
In alcuni casi, il narcisismo patologico è causato da una predisposizione genetica. In altri casi, invece, la genetica non c'entra nulla: la causa è da ricercare nella relazione che si instaura fra le figure genitoriali e il bambino. Spesso i genitori del futuro narcisista sono persone fredde e prive di empatia: usano i figli solo come mezzo di gratificazione personale e non riescono a valorizzarli come persone. Sono figure genitoriali incapaci di rispondere ai bisogni emotivi del figlio: il bambino cresce così con la convinzione che il suo bisogno di essere curato e apprezzato non può essere soddisfatto. E si rifugia in un atteggiamento altezzoso e superbo per mascherare la sua fragilità e la paura del rifiuto, già sperimentato durante l'infanzia.
Come trattare il narcisismo patologico
Per trattare il narcisismo patologico non sono generalmente indicate le terapie farmacologiche, a meno che non siano presenti anche disturbi d'ansia o di depressione di una certa portata.
Possono invece dare buoni risultati i trattamenti di psicoterapia cognitiva (terapie individuali, di coppia oppure familiari), che aiutino il soggetto a rendersi consapevole di come si comporta e di come tratta gli altri. Una volta raggiunta questa consapevolezza (obiettivo che ha bisogno dei suoi tempi per essere raggiunto), il soggetto verrà aiutato dallo psicoterapeuta a comportarsi in modo più cooperativo ed empatico.
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