Si tratta di una tecnica di massaggio che avviene in acqua (il nome deriva infatti dall’unione delle due parole shiatsu e water, acqua), di solito portata a temperatura corporea (35°C circa), per indurre un rilassamento profondo sia a livello fisico sia a livello emotivo e psicologico.
Ideato da Harold Dull negli anni Ottanta in California, nasce dalla pratica dello shiatsu in acque termali. Dull ha poi brevettato questa metodologia, che mantiene parte dei tratti originari dello shiatsu e si richiama ad alcuni principi della idrokinesiterapia (che significa semplicemente terapia tramite il movimento in acqua), utilizzata in ambito ortopedico e fisioterapico per curare alcune patologie legate a problemi articolari e muscolari e per persone che mobilità ridotta o dolorosa (anziani, pazienti neurologici).
Chi la esegue dovrebbe, come sempre quando si tratta di manipolare il corpo, essere un operatore esperto e qualificato: certi movimenti che in acqua sembrano fluidi potrebbero invece essere dannosi, soprattutto perché il naturale meccanismo di difesa del nostro corpo (la contrattura muscolare) non agirebbe a contrastare eventuali manovre errate.
L’acqua come sostegno
Se il corpo è immerso in acqua quasi interamente (lasciando solo la testa fuori), il suo peso percepito è fino al 90% in meno. Questo alleggerimento ha due importanti effetti: a livello fisico riduce la tensione sui muscoli, mentre a livello psicologico regala una sensazione di sostegno, rilassatezza e ovviamente leggerezza.
Il primo alleato del watsu è quindi l’elemento liquido, l’acqua (termale o no, ma comunque calda), in cui avviene. Il soggetto massaggiato viene sostenuto dal massaggiatore, un braccio sotto la testa e uno sotto al bacino per favorire il galleggiamento, e poi trattato con diversi tipi di tecniche, dalla digitopressione alle rotazioni e agli stiramenti.
Sono sempre movimenti e trattamenti dolci quelli coinvolti nello watsu, così come il rapporto con il massaggiatore è di assoluta fiducia: per un relax completo bisogna affidarsi completamente all’acqua e alla persona che ci sostiene, senza timori che lascerebbero muscoli e mente in tensione.
I principi e i benefici
Alla base dello shiatsu tradizionale c’è l’obiettivo di riattivare i flussi di energia del corpo: attraverso le manipolazioni e la conseguente pressione, da effettuare non solo con le mani, ma anche con gomiti, piedi, singole dita, si ristabilisce l’equilibrio energetico del corpo e della psiche. Nel watsu questo principio si unisce alle peculiarità dell’acqua per alleviare dolori e tensioni a livello muscolare, migliorare la respirazione e la circolazione e ridurre il peso sulla colonna vertebrale e sulle articolazioni.
I benefici di questo tipo di massaggio sono però anche – e soprattutto in certi casi – di carattere psicologico: rilassamento profondo, riduzione di ansie e tensioni mentali, maggiore tranquillità complessiva. L’immersione quasi completa nell’acqua, poi, ha il potere di massaggiare come migliaia di dita tutto il corpo, ampliando e rafforzando l’effetto della manipolazione dell’operatore.
Le specificità del watsu lo rendono particolarmente adatto ad alcuni tipi di soggetti: i bambini, grazie al tocco delicato, le donne in gravidanza (magari insieme al partner, che può sostenere il corpo della donna e quindi unire ai vantaggi del massaggio anche quelli di rafforzare l’intimità e la complicità nella coppia), soprattutto per alleviare il peso sulla colonna vertebrale, gli anziani e i pazienti con patologie neurologiche, soprattutto con problemi di mobilità.
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