Shopping compulsivo

Nella società di oggi si sta diffondendo sempre più largamente un disturbo comportamentale chiamato “shopping compulsivo”: si tratta di una vera e propria dipendenza dagli acquisti che porta il soggetto a fare spese folli e irragionevoli. Senza dubbio innescato dal materialismo della società di oggi, questo disturbo supera però di gran lunga una semplice fissazione consumistica e si pone come espressione di un malessere interiore piuttosto serio.
Come riconoscere lo shopping compulsivo
Riconoscere uno stato di shopping compulsivo non è difficile. I comportamenti allarmanti sono infatti abbastanza evidenti e le loro conseguenze non tardano a manifestarsi. Ecco i “sintomi” principali di questo disturbo:
Chi è maggiormente colpito
Lo shopping compulsivo colpisce in prevalenza le donne, anche se non mancano i casi di uomini interessati da questo disturbo. Si tratta soprattutto di donne di medio livello socio culturale e l'età si aggira mediamente intorno ai 40 anni.
Spesso le donne che soffrono di shopping compulsivo hanno un carattere debole e immaturo, sono incapaci di progettare il proprio futuro e si sentono sole e depresse. Non sempre, però. Alle volte si tratta di donne dalla personalità ben definita, per non dire rigida: donne che prendono molto seriamente i loro doveri e il loro ruolo all'interno della famiglia. Pertanto spendono parecchio perché convinte di doverlo fare per il bene della famiglia e per inseguire ideali irraggiungibili. Si vedono come veri e propri angeli del focolare e si sentono tenute ad assicurare ad ogni costo una perfezione assoluta dell'ambiente domestico.
C'è inoltre una significativa differenziazione fra gli oggetti comprati dagli uomini e dalle donne: le donne tendono a privilegiare vestiti, trucchi, scarpe, biancheria e oggettistica per la casa, mentre gli uomini acquistano soprattutto macchine, computer, telefonini e oggetti tecnologici vari.
Acquistare per contenere ansia e depressione
Gli acquisti compulsivi sono una modalità di comportamento attraverso cui il soggetto cerca di contenere la propria ansia e tutta una serie di altri sentimenti negativi che prova, spesso senza esserne pienamente consapevole: tristezza, noia e senso di vuoto interiore, depressione, mancanza di fiducia nelle proprie capacità e bassa autostima. Acquistando di tutto e circondandosi di oggetti nuovi e sempre diversi, il soggetto avverte una sorta di potere (anche se effimero) e riesce quindi a tamponare temporaneamente i sentimenti negativi che prova e a colmare in qualche modo il proprio vuoto interiore.
Come combattere lo shopping compulsivo
Dal momento che chi soffre di shopping compulsivo è quasi sempre una persona con problemi relazionali e di autostima piuttosto significativi, la psicoterapia è un ottimo rimedio per combattere questa forma di dipendenza, perché va ad indagare le radici del problema. Lo psicologo può aiutare il soggetto a capire perché si comporta in questa maniera e può offrirgli degli strumenti pratici utili per liberarsi dalla dipendenza: ad esempio, spesso viene consigliato di tenere una sorta di diario giornaliero in cui registrare tutti gli acquisti fatti e le emozioni e i sentimenti ad essi associati. In alcuni casi, se il dottore lo ritiene opportuno, alla psicoterapia può anche essere associato un trattamento farmacologico con antidepressivi.
Visto che lo shopper compulsivo è spesso un soggetto che riporta vissuti di solitudine piuttosto forti (non sempre reali, ma comunque percepiti), può essere utile la frequenza di un gruppo di auto-aiuto: relazionarsi e confrontarsi con persone dai vissuti e dalle problematiche simili alla propria è sempre un grande aiuto per scacciare il senso di vuoto e di solitudine ed evitare di ricadere nel circolo vizioso che ha originato la dipendenza.
Come riconoscere lo shopping compulsivo
Riconoscere uno stato di shopping compulsivo non è difficile. I comportamenti allarmanti sono infatti abbastanza evidenti e le loro conseguenze non tardano a manifestarsi. Ecco i “sintomi” principali di questo disturbo:
- Mancanza di autocontrollo nell'acquisto: è evidente che il soggetto non riesce a controllare i propri desideri e i propri impulsi (si tratta del cosiddetto “buying impulse”). Compie gli acquisti senza logica, scegliendo oggetti che non gli servono per nulla e che dopo pochi giorni sono magari già messi da parte in un angolo. L'acquisto non è motivato da reali necessità, ma solo da un impulso incontrollabile, è fine a se stesso. Si tratta di un meccanismo molto simile a quello messo in gioco dalla cleptomania o da altri disturbi caratterizzati da una totale mancanza di controllo sui propri impulsi.
- Frequenza degli acquisti: essendo incapace di controllarsi, il soggetto compie acquisti scriteriati più volte nell'arco di una settimana. Inoltre, con il passare del tempo, aumenta la soglia di tolleranza: in altre parole, per soddisfare il proprio impulso a comprare, il soggetto deve acquistare sempre più oggetti e spendere sempre più denaro.
- I soldi buttati via negli acquisti superano di gran lunga le possibilità economiche del soggetto: questo alla lunga porta a problemi finanziari e familiari non indifferenti.
- Nel caso in cui l'impulso ad acquistare non possa essere soddisfatto, il soggetto va incontro a una vera e propria crisi di astinenza: comincia a provare ansia, rabbia e frustrazione e questi sentimenti negativi possono essere placati solo da un nuovo acquisto.
- Dopo lo shopping, l'ansia e la smania di acquistare lasciano il posto alla vergogna e al senso di colpa per ciò che si è fatto. Spesso si cerca di nascondere a familiari e amici gli oggetti comprati.
Chi è maggiormente colpito
Lo shopping compulsivo colpisce in prevalenza le donne, anche se non mancano i casi di uomini interessati da questo disturbo. Si tratta soprattutto di donne di medio livello socio culturale e l'età si aggira mediamente intorno ai 40 anni.
Spesso le donne che soffrono di shopping compulsivo hanno un carattere debole e immaturo, sono incapaci di progettare il proprio futuro e si sentono sole e depresse. Non sempre, però. Alle volte si tratta di donne dalla personalità ben definita, per non dire rigida: donne che prendono molto seriamente i loro doveri e il loro ruolo all'interno della famiglia. Pertanto spendono parecchio perché convinte di doverlo fare per il bene della famiglia e per inseguire ideali irraggiungibili. Si vedono come veri e propri angeli del focolare e si sentono tenute ad assicurare ad ogni costo una perfezione assoluta dell'ambiente domestico.
C'è inoltre una significativa differenziazione fra gli oggetti comprati dagli uomini e dalle donne: le donne tendono a privilegiare vestiti, trucchi, scarpe, biancheria e oggettistica per la casa, mentre gli uomini acquistano soprattutto macchine, computer, telefonini e oggetti tecnologici vari.
Acquistare per contenere ansia e depressione
Gli acquisti compulsivi sono una modalità di comportamento attraverso cui il soggetto cerca di contenere la propria ansia e tutta una serie di altri sentimenti negativi che prova, spesso senza esserne pienamente consapevole: tristezza, noia e senso di vuoto interiore, depressione, mancanza di fiducia nelle proprie capacità e bassa autostima. Acquistando di tutto e circondandosi di oggetti nuovi e sempre diversi, il soggetto avverte una sorta di potere (anche se effimero) e riesce quindi a tamponare temporaneamente i sentimenti negativi che prova e a colmare in qualche modo il proprio vuoto interiore.
Come combattere lo shopping compulsivo
Dal momento che chi soffre di shopping compulsivo è quasi sempre una persona con problemi relazionali e di autostima piuttosto significativi, la psicoterapia è un ottimo rimedio per combattere questa forma di dipendenza, perché va ad indagare le radici del problema. Lo psicologo può aiutare il soggetto a capire perché si comporta in questa maniera e può offrirgli degli strumenti pratici utili per liberarsi dalla dipendenza: ad esempio, spesso viene consigliato di tenere una sorta di diario giornaliero in cui registrare tutti gli acquisti fatti e le emozioni e i sentimenti ad essi associati. In alcuni casi, se il dottore lo ritiene opportuno, alla psicoterapia può anche essere associato un trattamento farmacologico con antidepressivi.
Visto che lo shopper compulsivo è spesso un soggetto che riporta vissuti di solitudine piuttosto forti (non sempre reali, ma comunque percepiti), può essere utile la frequenza di un gruppo di auto-aiuto: relazionarsi e confrontarsi con persone dai vissuti e dalle problematiche simili alla propria è sempre un grande aiuto per scacciare il senso di vuoto e di solitudine ed evitare di ricadere nel circolo vizioso che ha originato la dipendenza.
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