Pet Therapy

Che cos'è la Pet Therapy
La Pet Therapy è una pratica terapeutica di origine anglosassone che si propone di curare alcuni disturbi fisici e affettivi dell'uomo tramite la compagnia degli animali (il sostantivo “pet” significa appunto “animale domestico”, mentre il verbo corrispondente ha il significato di “coccolare”, “prendersi cura di”). I primi esperimenti in questo campo risalgono al XIX secolo, quando si iniziò a notare che una serie di disturbi – molto diversi tra loro, come l'autismo, vari tipi di handicap e l'epilessia – ottenevano visibili miglioramenti se si permetteva al paziente di prendersi cura di un animale. Si trattava generalmente di cani, come succede ancora oggi, motivo per cui spesso “Dog Therapy” è utilizzato come sinonimo di Pet Therapy.
Negli anni Cinquanta del Novecento questa tecnica fu studiata approfonditamente e sistematizzata dal neuropsichiatra infantile americano Boris Levinson, che per caso aveva notato i miglioramenti ottenuti da un bambino autistico grazie al suo contatto con un cane. Negli U.S.A. la Pet Therapy è stata riconosciuta come scienza già nel 1977, mentre Italia si è iniziato a parlarne in occasione di convegni medici ufficiali solo una trentina d'anni dopo il lavoro di Levinson. Tuttavia oggi esistono anche in Italia alcuni centri specializzati in cui è possibile praticarla ed è regolata dal Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superiore di Sanità.
Come funziona
Prendersi cura di un animale porta due tipi di benefici, fisici e psicologici: può aiutare i pazienti a recuperare la mobilità dopo una malattia o un incidente, inoltre riduce lo stress, combatte il senso di solitudine e “responsabilizza” le persone, spingendole a prendersi cura del proprio compagno a quattro zampe e a instaurare con lui un rapporto di scambio affettivo.
Naturalmente non è sufficiente che si verifichi l'interazione con un animale per poter parlare di Pet Therapy: è necessario il supporto di un esperto che sappia guidare e controllare il rapporto con il paziente. In particolare bisogna tenere sempre presente che l'animale non deve essere considerato uno strumento di guarigione ma un compagno, quindi è necessario che sia stato accuratamente selezionato in base al suo carattere e che si senta completamente felice e a proprio agio.
Le sedute di Pet Therapy si dividono di solito in tre tipi: le AAA (attività assistite da animali), le AAE (attività educative assistite da animali) e le AAT (terapie assistite da animali), a seconda che si tratti di semplici attività ricreative, di attività che riguardino la sfera dell'apprendimento oppure di terapie vere e proprie. Un esperto sarà in grado di stilare un piano di lavoro adatto alle necessità del singolo paziente.
A chi può servire
I soggetti più ricettivi per questo tipo di terapia si sono rivelati essere i bambini e gli anziani.
La Pet Therapy è utile per curare problemi psicologici (come l'ansia, la depressione, l'iperattività e vari tipi di disagi emotivi) e fisici (epilessia, autismo, handicap...); inoltre può migliorare e in parte sostituire alcuni tipi di terapie riabilitative, spingendo i pazienti a fare movimento in maniera regolare e piacevole per rendere felice il proprio animale.
La Pet Therapy è una pratica terapeutica di origine anglosassone che si propone di curare alcuni disturbi fisici e affettivi dell'uomo tramite la compagnia degli animali (il sostantivo “pet” significa appunto “animale domestico”, mentre il verbo corrispondente ha il significato di “coccolare”, “prendersi cura di”). I primi esperimenti in questo campo risalgono al XIX secolo, quando si iniziò a notare che una serie di disturbi – molto diversi tra loro, come l'autismo, vari tipi di handicap e l'epilessia – ottenevano visibili miglioramenti se si permetteva al paziente di prendersi cura di un animale. Si trattava generalmente di cani, come succede ancora oggi, motivo per cui spesso “Dog Therapy” è utilizzato come sinonimo di Pet Therapy.
Negli anni Cinquanta del Novecento questa tecnica fu studiata approfonditamente e sistematizzata dal neuropsichiatra infantile americano Boris Levinson, che per caso aveva notato i miglioramenti ottenuti da un bambino autistico grazie al suo contatto con un cane. Negli U.S.A. la Pet Therapy è stata riconosciuta come scienza già nel 1977, mentre Italia si è iniziato a parlarne in occasione di convegni medici ufficiali solo una trentina d'anni dopo il lavoro di Levinson. Tuttavia oggi esistono anche in Italia alcuni centri specializzati in cui è possibile praticarla ed è regolata dal Centro di collaborazione OMS/FAO per la sanità pubblica veterinaria e l'Istituto Superiore di Sanità.
Come funziona
Prendersi cura di un animale porta due tipi di benefici, fisici e psicologici: può aiutare i pazienti a recuperare la mobilità dopo una malattia o un incidente, inoltre riduce lo stress, combatte il senso di solitudine e “responsabilizza” le persone, spingendole a prendersi cura del proprio compagno a quattro zampe e a instaurare con lui un rapporto di scambio affettivo.
Naturalmente non è sufficiente che si verifichi l'interazione con un animale per poter parlare di Pet Therapy: è necessario il supporto di un esperto che sappia guidare e controllare il rapporto con il paziente. In particolare bisogna tenere sempre presente che l'animale non deve essere considerato uno strumento di guarigione ma un compagno, quindi è necessario che sia stato accuratamente selezionato in base al suo carattere e che si senta completamente felice e a proprio agio.
Le sedute di Pet Therapy si dividono di solito in tre tipi: le AAA (attività assistite da animali), le AAE (attività educative assistite da animali) e le AAT (terapie assistite da animali), a seconda che si tratti di semplici attività ricreative, di attività che riguardino la sfera dell'apprendimento oppure di terapie vere e proprie. Un esperto sarà in grado di stilare un piano di lavoro adatto alle necessità del singolo paziente.
A chi può servire
I soggetti più ricettivi per questo tipo di terapia si sono rivelati essere i bambini e gli anziani.
La Pet Therapy è utile per curare problemi psicologici (come l'ansia, la depressione, l'iperattività e vari tipi di disagi emotivi) e fisici (epilessia, autismo, handicap...); inoltre può migliorare e in parte sostituire alcuni tipi di terapie riabilitative, spingendo i pazienti a fare movimento in maniera regolare e piacevole per rendere felice il proprio animale.
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