Individuare delle tendenze nette è sempre difficile quando si parla di moda. Inoltre, il panorama che offrono le passerelle deve essere sempre interpretato come spunto, da tradurre poi nel quotidiano, smorzando gli effetti più glam ed eccessivi che le sfilate invece esaltano. Fatta questa doverosa premessa, possiamo azzardare delle previsioni con una certa leggerezza riguardo due macro trend per quanto riguarda i capelli: il persistere del fascino del rètro e l’uso di un certo tipo di texture, trasversale alle varie lunghezze.
Rétro con generosità
Guardare al passato significa mantenere un contatto con le nostre radici, pertanto è impossibile che nel mondo della moda, rappresentazione sociale per eccellenza di usi e costumi, non ci sia sempre uno sguardo a ciò che siamo stati. Rimane pertanto la fascinazione per quegli anni Venti che già quest’anno ha conquistato diversi cuori. Si tratta di mood leggeri, che si esprimono soprattutto nell’uso di ciocche ondulate, piatte e ben disciplinate da schiume e gel, e nella creazione di raccolti molto contenuti per teste che rimangono “piccole” e molto femminili.
Ma il trend rétro non è solo questo. A parte piccoli accenni a stili anni Settanta, soprattutto per i lunghi caratterizzati da tanto volume, c’è un massiccio ed esplicito riferimento agli anni Ottanta. I tagli a doppia lunghezza, corti sul capo e lunghi sul collo, stanno aumentando di numero, così come reminiscenze punk rivisitate, ma la vera sorpresa, ancora poco intercettata, sta nel ritorno del riccio, di quel mosso da permanente che per circa un ventennio è stato oscurato dall’uso della piastra.
Si affacciano timidi i primi styling afro chic, indipendentemente da razza e tipo di capello, e si vedono più tagli medio-lunghi dai volumi vaporosi e dalla taglia extra. La differenza sta nelle proporzioni: dimentichiamoci del taglio a triangolo (volume contenuto sulla testa che poi esplode nelle lunghezze) per un’interpretazione più armoniosa, che nasce da un concetto di taglio diverso. Il volume risulta più morbido perché “scavato” dall’interno: si diminuisce la massa dove non serve, ma si mantiene l’effetto vaporoso.
Texture ruvida
L’altro macrotrend per quanto riguarda i capelli è la texture ruvida, ovvero un effetto corposo, naturale, al limite dello spettinato, che si presenta trasversale a tutti i tipi di hairlook, dal raccolto, al lungo al corto. Non è nuovo, è già da un po’ di tempo che si vede, ma se finora si trattava di una scelta di poche, quest’autunno sembra diventare la cifra stilistica della stagione. Un effetto out of bed che fino a questo momento ha caratterizzato più che altro il capello sciolto, spesso mosso da onde che sembrano naturali ma che in realtà sono esaltate da schiume o spray scelti proprio per questa funzione.
Questo autunno anche il raccolto, in particolare la coda e il top knot (ovvero il cosiddetto “chignon a cipolla”), preferisce lo styling a ciocche libere, così come il corto, che grazie al ciuffo diventa più voluminoso o più dinamico a seconda di quanto si ami la cotonatura alle radici. L’idea è quella di uno styling che non ha avuto bisogno di styling, ma ovviamente così non è, perché per tenerlo disordinato senza scomporsi sono necessari lacche, spray e schiume modellanti esaltate dall’uso delle dita al posto di spazzola e pettine.
Gli outsiders
Ad affiancare questi macrotrend, due tendenze minori da tenere d’occhio. L’effetto wet anche d’inverno, che traduce la texture ruvida in ciocche molto corpose e come se dovessero ancora asciugarsi, e il super liscio, che non è scomparso ma quest’autunno si abbina più volentieri a soluzioni bon ton. Quindi chignon molto ordinati e lucidi, onde rétro piatte ed esaltate dal gel, code grafiche dal mood a metà fra l’orientale e il futurista.
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