La spirale è un sistema contraccettivo antichissimo la cui intuizione risale ancora al periodo egizio, il principio su cui si basa questo metodo anticoncezionale è quello per il quale se all'interno della cavità vaginale viene inserito un corpo estraneo, l’organismo cerca di eliminarlo con l’aumento dell’acidità nell'ambiente, in un ambiente troppo acido gli spermatozoi non hanno la possibilità di sopravvivere.
In passato la spirale non ha goduto di una grande fama e in alcuni casi è stata causa di sterilità o di infezione delle vie urinarie.
La spirale odierna è un piccolo dispositivo di plastica attorno al quale è avvolto un filamento di rame (le spirali di ultimissima generazione rilasciano anche progestinici e funge sia da barriera che da regolazione ormonale).
La spirale deve essere inserita all'ingresso dell’utero da un medico, e prevede un controllo semestrale, non c’è rischio di perforazione delle pareti uterine ed è impercettibile.
L’impianto può durare anche cinque anni, dopo i quali è necessario intervenire con un nuovo impianto.
L’inserimento della spirale può essere un procedimento doloroso e in alcuni casi è necessario l’utilizzo di antidolorifici per l’intervento, successivamente il dolore scompare.
La fallibilità del sistema è circa del 2% dei casi, inoltre le controindicazioni si sono verificate solo sul 10% delle donne (molto meno che con la pillola).
Tali controindicazioni sono lievi crampi addominali, perdite di sangue durante il mese, aumento del flusso mestruale, rarissimi casi di infezione e ancor più rari casi di rigetto del dispositivo, solo nell’1% dei casi si è dovuti intervenire rimuovendo la spirale.
La spirale è sconsigliata alle donne che non abbiano già avuto una gravidanza.
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