Il rachitismo è una malattia molto delicata e va trattata con estrema cura perché insorge nel bambino già dai primi anni di vita. Se trattato in maniera idonea, il rachitismo può essere guarito. Inoltre, la causa scatenante va analizzata in modo da prevenire un’eventuale ricaduta. La mancata cura del rachitismo può portare anche a gravi malformazioni. Già da un primo esame fisico è possibile rivelare la morbidezza (anche associata a dolore) delle ossa, poi altri test possono aiutare nella diagnosi, come le analisi del sangue, i raggi X, la presenza di calcio nelle urine e, più raramente, una biopsia delle ossa.
Le cause del rachitismo
La vitamina D aiuta il corpo a controllare i livelli di fosfato e di calcio e, se essi sono troppo bassi nel sangue, il corpo può produrre ormoni che provocano un rilascio dei suddetti minerali dalle ossa, con il conseguente indebolimento di queste ultime. La vitamina D è assorbita dal cibo o prodotta dalla pelle quando viene esposta alla luce del sole; una deficienza nella produzione può verificarsi in persone che vivono in luoghi poco esposti alla luce, che devono stare dentro casa e lavorano molte ore in posti chiusi.
Altri fattori possono essere rappresentati da una dieta che non permette di ingerire lattosio (intolleranza o allergia), non permette di bere latte o mangiare i prodotti derivati e che è strettamente vegetariana. Anche i neonati che sono stati allattati solo dal seno possono incorrere in una deficienza di vitamina D, poiché il latte materno non ne fornisce il giusto quantitativo.
L’insorgenza del rachitismo, ormai, è rara nei paesi occidentali, mentre resta viva nei paesi in via di sviluppo, dove l’approvvigionamento di generi alimentari come latte o verdura può essere più complicato.
Anche i geni possono aumentare il rischio di rachitismo, visto che l’ereditarietà gioca un ruolo importante e la malattia può quindi essere trasmessa all’interno della famiglia.
Alcune volte accade che il rachitismo si manifesti in bambini con problemi al fegato o che non riescono a convertire la vitamina D nella sua forma attiva.
Forme di rachitismo
Il rachitismo si può classificare in due modi:
- Forme genetiche: dovute a deficit nutrizionale, mancata esposizione alla luce solare, malattie renali ed epatiche croniche e problemi nell’assorbimento di vitamina D (la celiachia, ad esempio).
- Forme non genetiche: ipofosfatemia famigliare, rachitismo vitamina D dipendente di tipo I e rachitismo vitamina D dipendente di tipo II.
Sintomi del rachitismo
I sintomi del rachitismo si manifestano nelle seguenti forme:
- Morbidezza e dolore osseo, che riguardano le braccia, le gambe, il bacino e la spina dorsale;
- Malformazioni a livello dentale: ritardi nella crescita dei denti, difetti nella struttura dei denti (fori nello smalto), carie accentuate e progressivo indebolimento dei denti;
- Problemi con la crescita;
- Frattura delle ossa frequente;
- Crampi muscolari;
- Bassa statura;
- Malformazioni dello scheletro: cranio asimmetrico o dalla forma strana, gambe arcuate, protuberanze della cassa toracica, sterno prominente, deformazioni del bacino e della spina dorsale (incluse cifosi e scoliosi).
Le cure
Gli obiettivi di un trattamento consistono nell’alleviare i sintomi e nel correggere la causa della malattia. La cura delle cause che hanno generato il rachitismo è fondamentale per evitare delle recidive. Somministrare calcio, fosforo o vitamina D elimina la maggior parte dei sintomi del rachitismo. Una dieta ricca di vitamina D prevede pesce, fegato e latte ed è utile anche l’esposizione al sole. Se il rachitismo è causato da un problema metabolico, potrebbe essere necessaria una prescrizione per l’integrazione di vitamina D. Infine, per correggere alcune malformazioni dello scheletro, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
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