Pubalgia

La pubalgia consiste in una sindrome dolorosa della regione addominale inferiore.
È una patologia da sovraccarico, dovuta principalmente a una serie di microtraumi e alla conseguente degenerazione dei tendini dei muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica.
La categoria di soggetti maggiormente colpita da questo disturbo è quella degli sportivi, in particolare i professionisti, e delle donne incinte.
Le cause di pubalgia
La pubalgia, come detto in precedenza, è data dai ripetuti microtraumi e dal sovraccarico funzionale continuo, caratteristico di determinati sport.
Ma esistono anche alcune patologie in grado di diminuire la resistenza meccanica del sistema muscolo-tendineo, rendendolo vulnerabile anche a sollecitazioni modeste. Tra queste ricordiamo soprattutto le malattie del sistema metabolico e quelle reumatiche.
Infine sono da citare tra le cause anche:
• Le alterazioni delle parti dorsale e lombare della colonna vertebrale.
• Le malformazioni del ginocchio (varismo).
• La differenza di lunghezza degli arti inferiori (dismetria).
Forme di pubalgia
A seconda della zona interessata, si distinguono principalmente due tipi diversi di pubalgia:
• La sindrome retto-adduttoria, tipica degli sportivi.
Riguarda i muscoli che si inseriscono sulla parte antero-superiore dell’osso iliaco;
• La sindrome sinfisaria, tipica delle donne incinte.
Riguarda il parziale cedimento della sinfisi pubica, l’articolazione che unisce anteriormente le due ossa dell’anca.
Sintomi di pubalgia
Il sintomo principale è ovviamente il dolore.
Questo parte dall’osso pubico e raggiunge l’inguine. Spesso può allargarsi fino alla faccia interna della coscia.
Nelle forme lievi l’algia si presenta al risveglio e all’inizio degli esercizi fisici, tendendo a scomparire con il riscaldamento.
Nelle forme più gravi il dolore può apparire anche in modo improvviso, durante lo svolgimento stesso dell’attività sportiva, tanto da impedirne la continuazione.
Infine, il sintomo può essere talmente forte e costante da rendere difficoltosa la semplice deambulazione.
Le cure
Il trattamento della pubalgia è incentrato principalmente a correggere le cause meccaniche. Ciò è possibile migliorando la postura, riducendo le dismetrie e correggendo i carichi errati tramite l’utilizzo di plantari realizzati su misura.
Durante un attacco acuto, l’atleta colpito deve interrompere l’attività sportiva ed osservare un riposo assoluto per qualche giorno. In questa fase, a seconda dell’intensità del dolore, è consigliabile l’assunzione di farmaci antinfiammatori e l’utilizzo della crioterapia locale intermittente.
Dopo il riposo assoluto si procede con quello "attivo". Costituito da un programma riabilitativo allo scopo di raggiungere il recupero funzionale e la ripresa completa del gesto atletico. Questa seconda fase può essere accompagnata da alcune terapie fisiche come il Laser, la tecar e le onde d’urto.
È una patologia da sovraccarico, dovuta principalmente a una serie di microtraumi e alla conseguente degenerazione dei tendini dei muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica.
La categoria di soggetti maggiormente colpita da questo disturbo è quella degli sportivi, in particolare i professionisti, e delle donne incinte.
Le cause di pubalgia
La pubalgia, come detto in precedenza, è data dai ripetuti microtraumi e dal sovraccarico funzionale continuo, caratteristico di determinati sport.
Ma esistono anche alcune patologie in grado di diminuire la resistenza meccanica del sistema muscolo-tendineo, rendendolo vulnerabile anche a sollecitazioni modeste. Tra queste ricordiamo soprattutto le malattie del sistema metabolico e quelle reumatiche.
Infine sono da citare tra le cause anche:
• Le alterazioni delle parti dorsale e lombare della colonna vertebrale.
• Le malformazioni del ginocchio (varismo).
• La differenza di lunghezza degli arti inferiori (dismetria).
Forme di pubalgia
A seconda della zona interessata, si distinguono principalmente due tipi diversi di pubalgia:
• La sindrome retto-adduttoria, tipica degli sportivi.
Riguarda i muscoli che si inseriscono sulla parte antero-superiore dell’osso iliaco;
• La sindrome sinfisaria, tipica delle donne incinte.
Riguarda il parziale cedimento della sinfisi pubica, l’articolazione che unisce anteriormente le due ossa dell’anca.
Sintomi di pubalgia
Il sintomo principale è ovviamente il dolore.
Questo parte dall’osso pubico e raggiunge l’inguine. Spesso può allargarsi fino alla faccia interna della coscia.
Nelle forme lievi l’algia si presenta al risveglio e all’inizio degli esercizi fisici, tendendo a scomparire con il riscaldamento.
Nelle forme più gravi il dolore può apparire anche in modo improvviso, durante lo svolgimento stesso dell’attività sportiva, tanto da impedirne la continuazione.
Infine, il sintomo può essere talmente forte e costante da rendere difficoltosa la semplice deambulazione.
Le cure
Il trattamento della pubalgia è incentrato principalmente a correggere le cause meccaniche. Ciò è possibile migliorando la postura, riducendo le dismetrie e correggendo i carichi errati tramite l’utilizzo di plantari realizzati su misura.
Durante un attacco acuto, l’atleta colpito deve interrompere l’attività sportiva ed osservare un riposo assoluto per qualche giorno. In questa fase, a seconda dell’intensità del dolore, è consigliabile l’assunzione di farmaci antinfiammatori e l’utilizzo della crioterapia locale intermittente.
Dopo il riposo assoluto si procede con quello "attivo". Costituito da un programma riabilitativo allo scopo di raggiungere il recupero funzionale e la ripresa completa del gesto atletico. Questa seconda fase può essere accompagnata da alcune terapie fisiche come il Laser, la tecar e le onde d’urto.
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