Sindrome di Ménière

La sindrome di Ménière fu scoperta e classificata nel lontano 1861 dal medico francese Prosper Ménière.
Questa malattia colpisce soprattutto gli adulti oltre i quarantacinque anni di età ed è caratterizzata dall’aumento della quantità di endolinfa nel sistema vestibolare dell’orecchio interno, con conseguente aumento di pressione nell’organo e danni relativi.
Le cause della sindrome di Ménière
L’aumento della pressione nel canale endolinfatico può essere provocata da diverse cause, tra cui: un'infezione specifica dell’orecchio, un’infezione delle vie aeree superiori, un trauma al capo o anche un uso eccessivamente prolungato di aspirina.
Esistono poi altri fattori riconosciuti come possibili scatenanti di attacchi, ma non come cause vere e proprie. Questi sono: il fumo, l'alcool e il consumo eccessivo di caffeina.
Sintomi della sindrome di Ménière
Nell’orecchio interno è presente una parte, nota come labirinto, in cui si distinguono una porzione ossea e una membranosa. Quest’ultima svolge una funzione fondamentale sia per l’udito sia per l’equilibrio e contiene al suo interno un fluido chiamato endolinfa.
Quando questo fluido aumenta di volume, provoca ovviamente anche un aumento di pressione che scatena svariati sintomi.
Tra questi i più frequenti sono:
• Attacchi di sordità
• Udito ovattato
• Senso di pressione all’orecchio
• Acufene mono o bilaterale
• Vertigini
• Nausea
• Vomito
• Sudorazione
• Nistagmo (movimento ritmico orizzontale involontario dei bulbi oculari).
E i meno frequenti: cefalea, disturbi addominali, diarrea.
I sintomi non sono presenti costantemente ma sotto forma di crisi episodiche. Queste possono essere molto brevi e risolversi in una ventina di minuti, ma anche protrarsi per più di 24 ore. Alcuni pazienti riferiscono di un solo attacco all’anno, altri, invece, hanno crisi a cadenza giornaliera.
Le cure
Purtroppo non esiste alcuna cura risolutiva per la sindrome di Ménière.
I sintomi possono essere ridotti in intensità e frequenza riducendo la ritenzione idrica. Quest’obiettivo può essere raggiunto seguendo una dieta iposodica o con l’assunzione di diuretici.
Nei casi più gravi, in cui i pazienti sono affetti da vertigini continue e debilitanti, è possibile praticare una labirintectomia (rimozione del labirinto). Questo tipo d’intervento riduce il problema delle vertigini ma sacrifica l’udito, quindi deve essere preso in considerazione solo se quest’ultimo è già gravemente compromesso.
Un’altra opzione è rappresentata dalla neurotomia vestibolare, intervento con cui si separa selettivamente il nervo dall’organo colpito nell’orecchio interno. Un’operazione che da ottimi risultati, preserva l’udito, ma presenta importanti rischi chirurgici.
La ricerca scientifica si sta attualmente concentrando verso l’individuazione dei fattori ambientali e biologici che potrebbero causare la sindrome, in modo da eliminarli, facendo quindi opera preventiva.
Questa malattia colpisce soprattutto gli adulti oltre i quarantacinque anni di età ed è caratterizzata dall’aumento della quantità di endolinfa nel sistema vestibolare dell’orecchio interno, con conseguente aumento di pressione nell’organo e danni relativi.
Le cause della sindrome di Ménière
L’aumento della pressione nel canale endolinfatico può essere provocata da diverse cause, tra cui: un'infezione specifica dell’orecchio, un’infezione delle vie aeree superiori, un trauma al capo o anche un uso eccessivamente prolungato di aspirina.
Esistono poi altri fattori riconosciuti come possibili scatenanti di attacchi, ma non come cause vere e proprie. Questi sono: il fumo, l'alcool e il consumo eccessivo di caffeina.
Sintomi della sindrome di Ménière
Nell’orecchio interno è presente una parte, nota come labirinto, in cui si distinguono una porzione ossea e una membranosa. Quest’ultima svolge una funzione fondamentale sia per l’udito sia per l’equilibrio e contiene al suo interno un fluido chiamato endolinfa.
Quando questo fluido aumenta di volume, provoca ovviamente anche un aumento di pressione che scatena svariati sintomi.
Tra questi i più frequenti sono:
• Attacchi di sordità
• Udito ovattato
• Senso di pressione all’orecchio
• Acufene mono o bilaterale
• Vertigini
• Nausea
• Vomito
• Sudorazione
• Nistagmo (movimento ritmico orizzontale involontario dei bulbi oculari).
E i meno frequenti: cefalea, disturbi addominali, diarrea.
I sintomi non sono presenti costantemente ma sotto forma di crisi episodiche. Queste possono essere molto brevi e risolversi in una ventina di minuti, ma anche protrarsi per più di 24 ore. Alcuni pazienti riferiscono di un solo attacco all’anno, altri, invece, hanno crisi a cadenza giornaliera.
Le cure
Purtroppo non esiste alcuna cura risolutiva per la sindrome di Ménière.
I sintomi possono essere ridotti in intensità e frequenza riducendo la ritenzione idrica. Quest’obiettivo può essere raggiunto seguendo una dieta iposodica o con l’assunzione di diuretici.
Nei casi più gravi, in cui i pazienti sono affetti da vertigini continue e debilitanti, è possibile praticare una labirintectomia (rimozione del labirinto). Questo tipo d’intervento riduce il problema delle vertigini ma sacrifica l’udito, quindi deve essere preso in considerazione solo se quest’ultimo è già gravemente compromesso.
Un’altra opzione è rappresentata dalla neurotomia vestibolare, intervento con cui si separa selettivamente il nervo dall’organo colpito nell’orecchio interno. Un’operazione che da ottimi risultati, preserva l’udito, ma presenta importanti rischi chirurgici.
La ricerca scientifica si sta attualmente concentrando verso l’individuazione dei fattori ambientali e biologici che potrebbero causare la sindrome, in modo da eliminarli, facendo quindi opera preventiva.
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