La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale conosciuta anche come “lue”, “mal francese” o “morbo celtico”.
Descritta per la prima volta nel XVI secolo, la sifilide è stata probabilmente introdotta in Europa dagli spagnoli di ritorno dalle Americhe. I casi di sifilide si sono moltiplicati soprattutto durante la Prima Guerra Mondiale, per poi subire una drastica diminuzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie soprattutto alle innovazioni mediche e farmacologiche, che hanno permesso di curare la malattia.
La sifilide, che contagia ogni anno circa 12 milioni di persone, è per diffusione la seconda malattia a trasmissione sessuale dopo l’AIDS.
Le cause della sifilide
La sifilide è causata dal batterio Treponema pallidum. È una malattia che si trasmette sessualmente attraverso le ulcere e le ferite che si creano nelle zone genitali e rettali.
La trasmissione può essere anche verticale: la sifilide può essere infatti trasmessa anche da madre a feto attraverso il cordone ombelicale.
Incubazione e contagiosità della sifilide
La sifilide è una malattia altamente contagiosa. Rapporti sessuali a rischio e non protetti sono causa molto frequente di contagio. Si calcola che un numero sempre maggiore di ragazzi in età compresa fra i 17 e i 30 anni sia contagiato da sifilide, proprio per mancanza di protezione durante i rapporti sessuali.
Occasionalmente la sifilide può essere trasmessa attraverso il bacio o attraverso il contatto prolungato con zone della pelle dove la malattia si è resa manifesta.
Tra l’infezione e la comparsa dei primi sintomi possono trascorrere da 10 a 90 giorni, ma solitamente i primi sintomi si manifestano dopo 3-4 settimane.
Sintomi della sifilide
Esistono 4 stadi di sviluppo della sifilide; ogni livello è caratterizzato da diversi sintomi. La malattia può essere trasmessa già al primo stadio di sviluppo.
- Sifilide primaria: in questo stadio la sifilide è caratterizzata dalla comparsa di uno o più sifilomi, ferite simili a pustole localizzate nelle zone genitali (collo dell’utero per la donna, sul pene e sul solco balano-prepuziale nell’uomo), sull’ano e talvolta sulle labbra o nel cavo orale. Di solito le ferite sono di forma tondeggiante, piccole e totalmente indolori, che compaiono nella zona in cui è avvenuta l’infezione batterica e che espellono essudato sieroso contenete i treponemi; in questo stadio, dunque, la sifilide è già contagiosa. Queste pustole durano dalle 3 alle 6 settimane, trascorse le quali guariscono completamente se sono curate; nel caso in cui la sifilide venga trascurata, evolve nel secondo stadio.
- Sifilide secondaria: questo stadio inizia circa 6 settimane dopo la scomparsa dei sintomi della sifilide primaria ed è caratterizzato da un’eruzione cutanea che si diffonde in più punti ma senza prurito. L’eruzione cutanea è di color rossastro o bruno oppure biancastro; le pustole sono soggette a desquamazione e possono comparire anche sui palmi delle mani e dei piedi, talvolta agli angoli della bocca, all’ano o alla vagina con manifestazioni simili a verruche di color bianco-verdastro. Fra i sintomi tipici di questa fase ci sono febbre, ingrossamento dei linfonodi, perdita di capelli a chiazze, mal di gola, inappetenza e perdita di peso, mal di testa, dolori muscolari e articolari, senso di spossatezza. Nei casi più gravi la sifilide può attaccare anche il fegato, i reni e gli occhi e può essere responsabile della meningite. Se i sintomi non vengono trattati, la sifilide scompare frequentemente da sola, anche se questo aumenta il rischio che l’infezione compaia nuovamente nell’arco dei mesi o degli anni successivi, fino a raggiungere il terzo stadio di sviluppo.
- Stadio latente: è lo stadio intermedio fra il livello secondario e quello terziario. In questa fase di latenza i sintomi scompaiono del tutto. Il periodo di latenza può durare fino a 2 anni, periodo in cui il paziente resta contagioso. Se in questo stadio la malattia non guarisce, la sifilide può svilupparsi nel terzo stadio, quello della sifilide terziaria. In questo periodo possono avere inizio i primi danni interni al cervello, agli occhi, al cuore, ai nervi, al fegato, alle ossa, ai vasi sanguigni.
- Sifilide terziaria: questa fase è caratterizzata dallo sviluppo dei danni interni, che causano molte complicazioni alle regolari funzionalità dell’organismo. I danni più evidenti sono a carico del sistema nervoso centrale e del cardiocircolatorio, delle ossa, del fegato, degli occhi e delle giunture. In questa fase il paziente può dunque perdere il controllo dei movimenti muscolari, può subire un calo della vista e spesso è soggetto a confusione mentale, con possibile sviluppo di demenza. Nel caso in cui ci sia un aggravamento dei sintomi, la sifilide può anche essere causa di morte. Fortunatamente il paziente raggiunge molto raramente il terzo stadio della malattia, perché la malattia viene generalmente riconosciuta e curata negli stadi precedenti.
La cura
La terapia per la cura della sifilide prevede un trattamento a base di penicillina G benzatina o, nel caso di pazienti allergici a questa sostanza, di antibiotici più generali come la tetraciclina o l’eritromicina. La cura risulta essere più veloce ed efficace se la sifilide viene scoperta nei primi stadi di sviluppo.
È inoltre abbastanza comune che la sifilide venga curata anche in assenza di diagnosi: soprattutto nei paesi industrializzati, infatti, sono molte le malattie che vengono curate con antibiotici. Per questo motivo è abbastanza frequente che l’antibiotico intervenga nella cura sia della malattia diagnosticata sia della sifilide, anche se non ancora scoperta.
Per quanto riguarda gli interventi di prevenzione, il modo più efficace per evitare di contrarre la sifilide è l’utilizzo del preservativo, soprattutto in caso di rapporti occasionali o a rischio.
La sifilide, tuttavia, può essere trasmessa anche tramite ferite e ulcere delle zone genitali o orali; è dunque necessario prestare molta attenzione a qualsiasi sintomo che si riscontri dopo un rapporto sessuale a rischio.
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