La rabdomiolisi è una condizione rara, che consiste nel rilascio del contenuto del muscolo nel sangue. Creatinina, potassio, acido urico, mioglobina, calcio e fosfato sono le sostanze che vengono immesse nella circolazione e che possono determinare, nei casi più gravi, insufficienza renale.
Le cause della rabdomiolisi
La cause della rabdomiolisi sono varie. Le più comuni si possono rintracciare nell’uso di alcuni farmaci, come la cerivastatina, oppure in traumi con schiacciamento muscolare. Attenzione perciò agli sforzi fisici troppo intensi, come gli allenamenti in palestra, specialmente se non adeguatamente monitorati da un personal trainer. La prevenzione in questi casi è fondamentale: mai esagerare, fare sempre un po’ di stretching, concedersi un giorno di recupero dopo una sessione impegnativa, aumentare l’intensità degli esercizi gradualmente, bere molto dopo l’allenamento.
Accanto alle cause vere e proprie, ci sono i fattori di rischio per la patologia, come alcolismo, colpo di calore, ischemia, bassi livelli di fosfato, convulsioni, utilizzo di droghe.
Sintomi della rabdomiolisi
Ma come riconoscere la rabdomiolisi? I suoi sintomi si possono dividere in due categorie: i più generali, che includono astenia, malessere, febbre, tachicardia, nausea; i più specifici, come urine rosso scuro e dolore, tensione, contratture muscolari. I muscoli solitamente più coinvolti sono quelli del polpaccio e quelli della parte inferiore del dorso. Tuttavia, la maggior parte delle persone con rabdomiolisi lieve può non presentare sintomi che riguardano i muscoli.
Le cure
La terapia comprende innanzitutto la rimozione della causa, se nota. Da subito, è importante indurre la diuresi con quantità notevoli di liquidi. Perciò, potrebbe essere necessario somministrare dei fluidi attraverso una vena. Il medico può prescrivere diuretici o bicarbonato. Una buona diuresi può eliminare la necessità della dialisi.
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