Herpes genitale
L’herpes genitale è un’infezione sessualmente trasmessa molto diffusa. La disattenzione e leggerezza con cui gran parte della popolazione affronta il problema fa sì che quasi una persona su cinque, in occidente, ne sia affetta. La situazione è ancora più grave per le donne; queste ne vengono infettate più facilmente e frequentemente, con un rischio triplo rispetto a quello degli uomini.
Le cause dell’herpes genitale
L’herpes genitale è causato dal virus herpes simplex, in particolare dal virus herpes simplex di tipo 2 (HSV-2).
Dopo essere riuscito a entrare nell’organismo, questo può causare un primo episodio di malattia particolarmente forte che sparisce nel giro di 2 settimane. In seguito il virus rimane allo stato dormiente nelle cellule nervose locali per poi, nel 50-60% dei casi, risvegliarsi provocando sintomi più lievi.
Il risveglio del virus può essere stimolato da:
• Stress
• Febbre
• Ciclo mestruale
• Altre infezioni
• Esposizione alla luce del sole
• Trauma, anche minimo, provocato dai rapporti sessuali
Incubazione, contagiosità e durata dell’herpes genitale
La maggior parte delle persone contrae l’herpes genitale tramite rapporti sessuali non protetti con partner infetti. La contagiosità raggiunge il picco massimo durante le fasi sintomatiche e mantiene un livello particolarmente alto nel primo anno dopo l’infezione iniziale.
In generale, comunque, bisogna considerare che la contagiosità varia nel tempo in maniera poco prevedibile: ci sono periodi in cui il virus viene eliminato sulla pelle e sulle mucose, ma anche periodi in cui è completamente dormiente.
L’herpes si può trasmettere anche tramite il sesso orale, lo sfregamento delle mucose e, seppur raramente, attraverso gli oggetti di uso comune, come la seduta del wc o una vasca da bagno.
I soggetti non ancora consapevoli di avere un herpes hanno, loro malgrado, un ruolo importante nella diffusione dell’infezione.
Un discorso a parte lo merita la trasmissione mamma-bambino.
In caso di episodio acuto durante il parto, il rischio di trasmissione al neonato varia dal 20 al 50% e quindi, per scongiurare questa evenienza, si preferisce procedere con il taglio cesareo.
In assenza di sintomi invece il rischio di trasmissione è estremamente ridotto, dell’ordine dell’ 0,3-1,4%. Ovviamente, è sempre consigliabile che le donne infette abbiano l’accortezza di avvisare il medico curante, in modo che vengano prese le opportune attenzioni sanitarie.
Sintomi dell’herpes genitale
I primi sintomi si verificano nel giro di 2 settimane dopo il contagio, e possono durare fino a 20 giorni.
I sintomi classici sono bolle e vesciche che si rompono e si ulcerano. Queste vescicole compaiono vicino all’area di contagio e facilitano la diagnosi. Ma spesso i sintomi sono più sfumati, consistendo solo in piccolissime vescicole, screpolature, desquamazioni e arrossamenti.
Nella maggior parte delle persone il virus può riattivarsi in media circa 4 volte l’anno. Il ciclo più tipico è di 6-10 ricadute nel primo anno dopo l’infezione, e meno negli anni successivi.
Sintomi delle ricadute possono essere: prurito, bruciore, perdite vaginali, algia dell’area genitale o anale.
Altri sintomi che possono accompagnare la prima insorgenza o le recidive successive sono: febbre, cefalea, dolore muscolare generalizzato, difficoltà alla minzione, perdite urinarie e linfonodi inguinali ingrossati.
Solo in casi molto rari occorrono complicanze gravi come meningite o encefalite.
Le cure
Non esiste una cura che elimini definitivamente l’herpes virus dall’organismo. Ma il medico curante può prescrivere un antivirale (Aciclovir, Famciclovir o Valaciclovir) per curare i sintomi, aiutare a prevenire future insorgenze e diminuire il rischio di trasmissione al partner.
In caso di sintomi dolorosi si può cercare sollievo con: aspirina o paracetamolo, ghiaccio applicato localmente, pomate anestetiche, e sciacqui di acqua salata.
Anche l’uso di biancheria intima larga e di cotone è più confortevole e accelera la guarigione.
Essendo una malattia da cui, di fatto, non si guarisce, è particolarmente importante la prevenzione.
Le persone infette dovrebbero:
• evitare di toccare la zona malata durante lo sfogo e, comunque, lavare sempre le mani dopo il contatto.
• evitare rapporti sessuali, anche se protetti, nel periodo che va dal momento dei primi sintomi genitali fino alla loro completa scomparsa.
Le cause dell’herpes genitale
L’herpes genitale è causato dal virus herpes simplex, in particolare dal virus herpes simplex di tipo 2 (HSV-2).
Dopo essere riuscito a entrare nell’organismo, questo può causare un primo episodio di malattia particolarmente forte che sparisce nel giro di 2 settimane. In seguito il virus rimane allo stato dormiente nelle cellule nervose locali per poi, nel 50-60% dei casi, risvegliarsi provocando sintomi più lievi.
Il risveglio del virus può essere stimolato da:
• Stress
• Febbre
• Ciclo mestruale
• Altre infezioni
• Esposizione alla luce del sole
• Trauma, anche minimo, provocato dai rapporti sessuali
Incubazione, contagiosità e durata dell’herpes genitale
La maggior parte delle persone contrae l’herpes genitale tramite rapporti sessuali non protetti con partner infetti. La contagiosità raggiunge il picco massimo durante le fasi sintomatiche e mantiene un livello particolarmente alto nel primo anno dopo l’infezione iniziale.
In generale, comunque, bisogna considerare che la contagiosità varia nel tempo in maniera poco prevedibile: ci sono periodi in cui il virus viene eliminato sulla pelle e sulle mucose, ma anche periodi in cui è completamente dormiente.
L’herpes si può trasmettere anche tramite il sesso orale, lo sfregamento delle mucose e, seppur raramente, attraverso gli oggetti di uso comune, come la seduta del wc o una vasca da bagno.
I soggetti non ancora consapevoli di avere un herpes hanno, loro malgrado, un ruolo importante nella diffusione dell’infezione.
Un discorso a parte lo merita la trasmissione mamma-bambino.
In caso di episodio acuto durante il parto, il rischio di trasmissione al neonato varia dal 20 al 50% e quindi, per scongiurare questa evenienza, si preferisce procedere con il taglio cesareo.
In assenza di sintomi invece il rischio di trasmissione è estremamente ridotto, dell’ordine dell’ 0,3-1,4%. Ovviamente, è sempre consigliabile che le donne infette abbiano l’accortezza di avvisare il medico curante, in modo che vengano prese le opportune attenzioni sanitarie.
Sintomi dell’herpes genitale
I primi sintomi si verificano nel giro di 2 settimane dopo il contagio, e possono durare fino a 20 giorni.
I sintomi classici sono bolle e vesciche che si rompono e si ulcerano. Queste vescicole compaiono vicino all’area di contagio e facilitano la diagnosi. Ma spesso i sintomi sono più sfumati, consistendo solo in piccolissime vescicole, screpolature, desquamazioni e arrossamenti.
Nella maggior parte delle persone il virus può riattivarsi in media circa 4 volte l’anno. Il ciclo più tipico è di 6-10 ricadute nel primo anno dopo l’infezione, e meno negli anni successivi.
Sintomi delle ricadute possono essere: prurito, bruciore, perdite vaginali, algia dell’area genitale o anale.
Altri sintomi che possono accompagnare la prima insorgenza o le recidive successive sono: febbre, cefalea, dolore muscolare generalizzato, difficoltà alla minzione, perdite urinarie e linfonodi inguinali ingrossati.
Solo in casi molto rari occorrono complicanze gravi come meningite o encefalite.
Le cure
Non esiste una cura che elimini definitivamente l’herpes virus dall’organismo. Ma il medico curante può prescrivere un antivirale (Aciclovir, Famciclovir o Valaciclovir) per curare i sintomi, aiutare a prevenire future insorgenze e diminuire il rischio di trasmissione al partner.
In caso di sintomi dolorosi si può cercare sollievo con: aspirina o paracetamolo, ghiaccio applicato localmente, pomate anestetiche, e sciacqui di acqua salata.
Anche l’uso di biancheria intima larga e di cotone è più confortevole e accelera la guarigione.
Essendo una malattia da cui, di fatto, non si guarisce, è particolarmente importante la prevenzione.
Le persone infette dovrebbero:
• evitare di toccare la zona malata durante lo sfogo e, comunque, lavare sempre le mani dopo il contatto.
• evitare rapporti sessuali, anche se protetti, nel periodo che va dal momento dei primi sintomi genitali fino alla loro completa scomparsa.
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