L’epicondilite (o epicondilite omerale) è una malattia degenerativa che rientra nella categoria delle tendinopatie, poiché consiste nell’infiammazione di un tendine. L’epicondilite, in particolare, è l’infiammazione che interessa l’epicondilo (sporgenza ossea) laterale del gomito.
È comunemente conosciuta come “gomito del tennista”, poiché colpisce molto spesso persone che praticano questo sport, dato che nel tennis questo tendine è sempre sotto sforzo.
Le cause dell’epicondilite
L’epicondilite è un’infiammazione che può essere provocata da un forte trauma o, più frequentemente, da numerosi microtraumi, causati da movimenti scorretti ripetuti o da sforzo eccessivo sulle articolazioni del gomito, che indeboliscono i tendini, talvolta rompendoli.
Sintomi dell’epicondilite
Il classico sintomo con cui si manifesta l’epicondilite è un dolore al gomito, localizzato nella regione laterale, all'altezza dell’epicondilo. Il dolore può talvolta diffondersi lungo l’avambraccio, soprattutto se l’epicondilite è in fase avanzata.
Può inoltre accadere che il paziente provi dolore, debolezza o indolenzimento nel sollevare pesi anche modesti o compiendo movimenti piuttosto semplici e che non richiedono troppo sforzo. Il dolore si acutizza alla sera e si allevia con il riposo.
Le cure
Le prime cure, rivolte all’eliminazione dell’infiammazione, sono basate sulla somministrazione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e vengono effettuate durante la fase acuta dell’infiammazione; questa cura è spesso accompagnata o seguita dalla fisioterapia, attraverso cui si facilita la riabilitazione del gomito.
Nel caso in cui queste cure non risultino sufficienti, è possibile intervenire con la mesoterapia, che consiste in una serie di infiltrazioni di corticosteroidei, molto indicate anche per la diminuzione dei dolori. Sempre più utilizzate, inoltre, le tecniche di laserterapia e ipertermia, che spesso sono più efficaci della stessa fisioterapia.
Se l’epicondilite diventa cronica (nel 5% dei casi) o se le cure non sortissero l’effetto desiderato, è invece necessario intervenire con un’operazione chirurgica al fine di restituire funzionalità ai tendini.
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