Emorroidi

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Apparato digerente
Inviato da
Giorgia C.
il 31/07/2014
alle 17:53

Mi permetto di aggiungere che qualche volta però, nonostante tutta la buona volontà che una persona possa metterci, la corretta alimentazione da sola può non bastare per curare le emorroidi. Io ad esempio a causa dei miei gravi sintomi ho dovuto ricorrere alla chirurgia (metodo thd doppler). Devo dire che nonostante i miei timori e scetticismi l'intervento è riuscito a dare risultati estremamente soddisfacenti. Lo ritengo a distanza di un anno un'ottima scelta che mi ha regalato risultati duraturi. Gio
Inviato da
roxana nechifor
il 23/03/2014
alle 17:56

Fa male che devo fare?
Inviato da
Dott. Nando Gallese - Chirurgo Proctologo
il 08/11/2009
alle 17:59

Per puro dovere professionale e intento costruttivo, senza alcuno spirito polemico, segnalo che la vostra scheda sulle "emorroidi" risulta alquanto obsoleta e scarsamente attinente ai moderni principi della proctologia.
Le "emorridi", attualmente, non sono più considerate una malattia; la situazion patologica è, invece, rappresentata dal "prolasso" (è questo che viene riconosciuto in 4 stadi secondo Goligher o con classificazioni più recenti quali Sorrento 2000, PATE, Longo, ecc.).
Il prolasso riguarda anche, marginalmente, i plessi emorroidari, ma la sua origine è sempre più alta, dall'ampolla rettale e può coinvolgere solo la componente mucosa, ma, spesso, interessare tutta la parete rettale, causando sintomi ben più rilevanti del gonfiore, del sanguiamento, del dolore, del prurito, arrivando, tramite fasi avanzate (invaginazione, rettocele, perineo discendente, prolasso totale esterno, ecc.) a configrare quella che viene definita Sindrome da Defecazione Ostruita.
Le moderne concezioni sull'argomento sono comprese nella cosiddetta "Teoria Unitaria del Prolasso", magistralmente illustrata dal suo ideatore Dott. Antonio Longo.
Lo stesso autore ha messo a punto, negli ultimi 10-12 anni, interventi chirurgici di concezione completamente diversa dal passato (Stapler Mucosectomy, STARR, Transtar), che non prevedono affatto l'asportazione delle emorroidi come metodo di trattamento, bensì, logicamente, la correzione del prolasso in tute le sue forme.
Consiglio quindi la vostra redazione di aggiornare l'argomento con una revisione alla luce di quanto sopra segnalato.
Disponibile per ulteriori delucidazioni, porgo cordiali saluti.
Dott. Nando Gallese
Le "emorridi", attualmente, non sono più considerate una malattia; la situazion patologica è, invece, rappresentata dal "prolasso" (è questo che viene riconosciuto in 4 stadi secondo Goligher o con classificazioni più recenti quali Sorrento 2000, PATE, Longo, ecc.).
Il prolasso riguarda anche, marginalmente, i plessi emorroidari, ma la sua origine è sempre più alta, dall'ampolla rettale e può coinvolgere solo la componente mucosa, ma, spesso, interessare tutta la parete rettale, causando sintomi ben più rilevanti del gonfiore, del sanguiamento, del dolore, del prurito, arrivando, tramite fasi avanzate (invaginazione, rettocele, perineo discendente, prolasso totale esterno, ecc.) a configrare quella che viene definita Sindrome da Defecazione Ostruita.
Le moderne concezioni sull'argomento sono comprese nella cosiddetta "Teoria Unitaria del Prolasso", magistralmente illustrata dal suo ideatore Dott. Antonio Longo.
Lo stesso autore ha messo a punto, negli ultimi 10-12 anni, interventi chirurgici di concezione completamente diversa dal passato (Stapler Mucosectomy, STARR, Transtar), che non prevedono affatto l'asportazione delle emorroidi come metodo di trattamento, bensì, logicamente, la correzione del prolasso in tute le sue forme.
Consiglio quindi la vostra redazione di aggiornare l'argomento con una revisione alla luce di quanto sopra segnalato.
Disponibile per ulteriori delucidazioni, porgo cordiali saluti.
Dott. Nando Gallese
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