Aerofagia

L’aerofagia è una disfunzione dell’apparato digerente che consiste in un’ingestione eccessiva d’aria, tale da provocare lievi disturbi addominali, gonfiore e, seppur più raramente, dolore.
Fisiologicamente con l’assunzione di cibi solidi, liquidi o con la semplice deglutizione della saliva, una certa quota d'aria viene introdotta all’interno dell’esofago, ma siamo nell’ordine di soli 2-3 ml per deglutizione. I primi fastidi si avvertono invece quando questa quantità aumenta, diventando sproporzionata, e quindi patologica.
Le cause dell’aerofagia
Un’aerofagia patologica riconosce numerose condizioni predisponenti. All'origine di questo problema possono essere rintracciati:
• disturbi della sfera psichica, come forti forme di stress o stati ansiosi;
• malattie a carico delle vie digestive e biliari, come ulcera peptica, gastroduodenite, colecistopatie, colon irritabile o ernia iatale;
• gravidanza, con le tipiche modificazioni ormonali e gli stimoli meccanici esercitati direttamente dal feto;
• rinite e sinusite cronica, che portano alla deglutizione di grandi quantità di saliva;
• fumo;
• protesi dentarie non adeguate;
• cattive abitudini alimentari, come il consumo eccessivo di bevande gassose, di bicarbonato e di chewingum o la tendenza a consumare pasti troppo abbondanti o a farlo troppo frettolosamente (tachifagia).
Forme di aerofagia
L’aerofagia si manifesta in diverse forme:
• gastrointestinale, con eruttazioni e grave senso di gonfiore;
• cardiaca, in cui lo stomaco dilatato può stimolare l’insorgenza di palpitazioni e dolori al petto;
• dispnoica, con difficoltà respiratoria dovuta all’ingombro dello stomaco pieno d’aria;
• nervosa, con cefalea e senso di angoscia.
Sintomi dell’aerofagia
L’aerofagia solitamente si presenta con rigonfiamento gassoso dell'addome, meteorismo, eruttazioni e flatulenze. Inoltre l'aumento della bolla aerea gastrica può causare senso di soffocamento, ansia, tachicardia, iperventilazione e un dolore retrosternale diffuso, che rischia di essere confuso per un attacco anginoso.
Le cure
Il trattamento dell'aerofagia varia a seconda dell'agente eziologico che la causa.
Nel caso di patologie, che siano delle vie digestive o aeree, curare queste ultime sarà sufficiente per eliminare il gonfiore.
Nel caso di pasti troppo abbondanti, o si riducono, opzione più saggia, o si prova a ricorrere alla fitoterapia; in particolare sembrano essere molto efficaci i decotti a base di melissa, menta, trifoglio, cumino, cardo o coriandolo.
Nel caso di tachifagia è bene rivalutare il ruolo di una buona masticazione, che allunga i tempi dei pasti, migliora la digestione e diminuisce l’aria ingerita.
Nel caso in cui lo stimolo di inghiottire aria a vuoto sia legato a stati inconsci o a tic nervosi, può essere utile il ricorso alla psicoterapia, associata, a giudizio del medico e del paziente, a farmaci ansiolitici.
Fisiologicamente con l’assunzione di cibi solidi, liquidi o con la semplice deglutizione della saliva, una certa quota d'aria viene introdotta all’interno dell’esofago, ma siamo nell’ordine di soli 2-3 ml per deglutizione. I primi fastidi si avvertono invece quando questa quantità aumenta, diventando sproporzionata, e quindi patologica.
Le cause dell’aerofagia
Un’aerofagia patologica riconosce numerose condizioni predisponenti. All'origine di questo problema possono essere rintracciati:
• disturbi della sfera psichica, come forti forme di stress o stati ansiosi;
• malattie a carico delle vie digestive e biliari, come ulcera peptica, gastroduodenite, colecistopatie, colon irritabile o ernia iatale;
• gravidanza, con le tipiche modificazioni ormonali e gli stimoli meccanici esercitati direttamente dal feto;
• rinite e sinusite cronica, che portano alla deglutizione di grandi quantità di saliva;
• fumo;
• protesi dentarie non adeguate;
• cattive abitudini alimentari, come il consumo eccessivo di bevande gassose, di bicarbonato e di chewingum o la tendenza a consumare pasti troppo abbondanti o a farlo troppo frettolosamente (tachifagia).
Forme di aerofagia
L’aerofagia si manifesta in diverse forme:
• gastrointestinale, con eruttazioni e grave senso di gonfiore;
• cardiaca, in cui lo stomaco dilatato può stimolare l’insorgenza di palpitazioni e dolori al petto;
• dispnoica, con difficoltà respiratoria dovuta all’ingombro dello stomaco pieno d’aria;
• nervosa, con cefalea e senso di angoscia.
Sintomi dell’aerofagia
L’aerofagia solitamente si presenta con rigonfiamento gassoso dell'addome, meteorismo, eruttazioni e flatulenze. Inoltre l'aumento della bolla aerea gastrica può causare senso di soffocamento, ansia, tachicardia, iperventilazione e un dolore retrosternale diffuso, che rischia di essere confuso per un attacco anginoso.
Le cure
Il trattamento dell'aerofagia varia a seconda dell'agente eziologico che la causa.
Nel caso di patologie, che siano delle vie digestive o aeree, curare queste ultime sarà sufficiente per eliminare il gonfiore.
Nel caso di pasti troppo abbondanti, o si riducono, opzione più saggia, o si prova a ricorrere alla fitoterapia; in particolare sembrano essere molto efficaci i decotti a base di melissa, menta, trifoglio, cumino, cardo o coriandolo.
Nel caso di tachifagia è bene rivalutare il ruolo di una buona masticazione, che allunga i tempi dei pasti, migliora la digestione e diminuisce l’aria ingerita.
Nel caso in cui lo stimolo di inghiottire aria a vuoto sia legato a stati inconsci o a tic nervosi, può essere utile il ricorso alla psicoterapia, associata, a giudizio del medico e del paziente, a farmaci ansiolitici.
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