L’uomo nero e altre paure dei bambini
Da bambini sono molte le paure che ci attagliano e che poi, nel corso di un regolare sviluppo, si dimenticano. Individuiamo essenzialmente tre tipi di paure: quelle generiche, quelle notturne e quelle specifiche.
Le prime sono pressoché costanti ma si acutizzano in alcune circostanze: è ad esempio la paura di restare soli o di distaccarsi dalla mamma. Del secondo gruppo fanno parte invece le fobie legate agli incubi che possono acutizzarsi dopo la visione di un film o uno spettacolo violento. Infine tra le fobie specifiche individuiamo quella per gli insetti o per i temporali, del water o degli oggetti di gomma.
Un primo elemento che unisce tutti questi tipi di fobia è l’irrazionalità: nei bambini la paura non deve necessariamente trovare riscontro in un pericolo concreto.
Anche le favole possono influenzare i bambini: lupi cattivi, orchi, boschi che confondono i bambini fino a farli perdere vengono ricreati nella sua mente.
In alcuni casi le paure sono alimentate dagli stessi genitori nel tentativo di calmare i capricci del bambino o renderlo più obbediente: “Se non la smetti di piangere chiamo l’uomo nero!”.
Molte paure inoltre vengono apprese “per imitazione”: le mamme apprensive possono involontariamente trasmettere le loro ansie ai figli. Possono rientrare in questa categoria la paura per il dentista o per i ladri. Se una mamma allerta di continuo il figlio dallo stare lontano dai cani grandi, è probabile che questo alimenterà una paura spropositata verso gli animali. L’iper-protezione può comportare mancanza di fiducia in se stessi.
Aiutarli a superare le paure
Generalmente le paure infantili aumentano fino ai tre anni e poi tendono invece a diminuire con l’acquisizione di una maggiore consapevolezza della realtà. Ma le paure non scompaiono del tutto dopo i tre anni: durante l’età della scuola primaria assistiamo a un cambiamento, dalle fobie infantili irrazionali a timori più realistici legati agli ambienti che più frequenta ovvero scuola e famiglia.
Ovviamente queste paure possono avere valenza simbolica: è facile ad esempio che la paura di streghe e mostri nasconda quella per punizioni severe o immeritate.
Come può un adulto aiutare i bambini a non accumulare troppe paure durante lo sviluppo? Bisogna abbattere le paure ogni volta che si presentano, rassicurando i bambini con la nostra presenza e protezione. Non fate l’errore di sminuire il problema o peggio ancora di deridere il bambino. Parlate con lui, ascoltare attentamente le sue parole, in modo da capire come interpretare i suoi bisogni e i suoi timori. Non banalizzate le sue paure: le sensazioni che prova sono nuove, per il bambino, e ha bisogno del vostro aiuto per riuscire a comprenderle meglio.
Può essere utile chiarire al bambino il motivo per cui non c’è da avere paura di una determinata cosa o situazione, accompagnando la spiegazione con esempi pratici e facilmente comprensibili, per aiutarlo a “razionalizzare” la paura e a superarla.
Non tentate però di risolvere subito il problema: le paure si affrontano per gradi, e occorrono tanti, piccoli passi per superare una paura.
Le prime sono pressoché costanti ma si acutizzano in alcune circostanze: è ad esempio la paura di restare soli o di distaccarsi dalla mamma. Del secondo gruppo fanno parte invece le fobie legate agli incubi che possono acutizzarsi dopo la visione di un film o uno spettacolo violento. Infine tra le fobie specifiche individuiamo quella per gli insetti o per i temporali, del water o degli oggetti di gomma.
Un primo elemento che unisce tutti questi tipi di fobia è l’irrazionalità: nei bambini la paura non deve necessariamente trovare riscontro in un pericolo concreto.
Anche le favole possono influenzare i bambini: lupi cattivi, orchi, boschi che confondono i bambini fino a farli perdere vengono ricreati nella sua mente.
In alcuni casi le paure sono alimentate dagli stessi genitori nel tentativo di calmare i capricci del bambino o renderlo più obbediente: “Se non la smetti di piangere chiamo l’uomo nero!”.
Molte paure inoltre vengono apprese “per imitazione”: le mamme apprensive possono involontariamente trasmettere le loro ansie ai figli. Possono rientrare in questa categoria la paura per il dentista o per i ladri. Se una mamma allerta di continuo il figlio dallo stare lontano dai cani grandi, è probabile che questo alimenterà una paura spropositata verso gli animali. L’iper-protezione può comportare mancanza di fiducia in se stessi.
Aiutarli a superare le paure
Generalmente le paure infantili aumentano fino ai tre anni e poi tendono invece a diminuire con l’acquisizione di una maggiore consapevolezza della realtà. Ma le paure non scompaiono del tutto dopo i tre anni: durante l’età della scuola primaria assistiamo a un cambiamento, dalle fobie infantili irrazionali a timori più realistici legati agli ambienti che più frequenta ovvero scuola e famiglia.
Ovviamente queste paure possono avere valenza simbolica: è facile ad esempio che la paura di streghe e mostri nasconda quella per punizioni severe o immeritate.
Come può un adulto aiutare i bambini a non accumulare troppe paure durante lo sviluppo? Bisogna abbattere le paure ogni volta che si presentano, rassicurando i bambini con la nostra presenza e protezione. Non fate l’errore di sminuire il problema o peggio ancora di deridere il bambino. Parlate con lui, ascoltare attentamente le sue parole, in modo da capire come interpretare i suoi bisogni e i suoi timori. Non banalizzate le sue paure: le sensazioni che prova sono nuove, per il bambino, e ha bisogno del vostro aiuto per riuscire a comprenderle meglio.
Può essere utile chiarire al bambino il motivo per cui non c’è da avere paura di una determinata cosa o situazione, accompagnando la spiegazione con esempi pratici e facilmente comprensibili, per aiutarlo a “razionalizzare” la paura e a superarla.
Non tentate però di risolvere subito il problema: le paure si affrontano per gradi, e occorrono tanti, piccoli passi per superare una paura.
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