Rapporto madre-figlia: come superare i conflitti

Il rapporto che si instaura fra una madre e la propria figlia è uno dei legami più forti e indissolubili che possano esistere.
Complessa e ricca di sfumature, la relazione madre-figlia risulta spesso più problematica di quella fra una madre e un figlio maschio. Forse perché il naturale processo di identificazione con il genitore dello stesso sesso rende più difficile il distacco e quindi una serena formazione della propria identità: fatto sta che nel rapporto mamma-figlia non mancano quasi mai conflitti e incomprensioni di vario tipo, che naturalmente sorgono soprattutto quando la figlia comincia a crescere e a staccarsi dalla figura materna, ovvero con l'adolescenza. Spesso questi conflitti, se non ben gestiti, si trascinano fino all'età adulta. Vediamo quindi quali sono le dinamiche relazionali disturbate più frequenti che possono sorgere fra mamma e figlia e come affrontarle nel modo migliore.
Non far pesare sulla figlia le proprie aspettative e i propri desideri
Un errore in cui non di rado cadono le mamme è quello di caricare le figlie delle proprie aspettative, senza essere in grado di vedere e far emergere la loro vera identità. Se la madre ha un atteggiamento di questo tipo, si verrà a creare per forza un rapporto ambivalente e problematico.
Da una parte, la figlia cercherà di assecondare la mamma il più possibile per essere da lei amata e accettata, dall'altra però proverà rabbia e frustrazione per non essere lasciata libera di esprimersi e perché percepisce di non essere accettata per quello che è: e questi sentimenti verranno inevitabilmente fuori nel rapporto con il genitore.
L'unica soluzione è che la madre prenda consapevolezza del fatto che la figlia non è un prolungamento di sé, ma una persona con le proprie idee e la propria concezione della vita. Solo in questo modo si possono porre le basi per un rapporto nuovo e più sereno.
Rispettare le scelte della propria figlia dandole modo di crescere
Questo significa che a un certo punto la madre deve riuscire a mettersi da parte, per lasciare la propria figlia libera di scegliere e anche di sbagliare: solo così potrà crescere e costruirsi un'identità femminile autonoma. Ovviamente, nelle diverse fasi della sua crescita, ogni figlia ha bisogno dell'appoggio e dei consigli materni: una buona madre deve quindi essere presente, senza però essere ossessiva e invadente.
Considerarsi anche come donna e non solo come madre
Per avere un rapporto sereno ed equilibrato con una figlia femmina, è necessario che la madre impari a vedersi anche come donna e non solo come mamma. Far ruotare tutta la propria vita intorno alla figlia non va bene: oltre a essere mamme, si è anche donne e questo va tenuto sempre presente. Altrimenti si rischia di creare un rapporto troppo totalizzante, di confondere la propria vita con quella della figlia: questo rischio c'è anche con i figli maschi, ma molto di più con una femmina perché l'identificazione della madre è maggiore e quindi tutto risulta più complicato. La madre potrebbe ad esempio desiderare inconsciamente di vivere una seconda giovinezza attraverso la figlia.
Gelosia mamma/figlia
Un altro problema che può guastare i rapporti fra madre e figlia è la gelosia. Di solito, quando si parla di gelosia fra genitori e figli, si pensa subito al complesso di Edipo. In realtà, anche una madre può essere gelosa della propria figlia quando questa comincia a crescere: non è una cosa di cui si parla ancora molto perché stride con l'immagine idealizzata e convenzionale della mamma piena di amore per i figli. La madre può nutrire sentimenti ambivalenti soprattutto se non riesce ad affrontare con serenità il fatto di stare invecchiando. In tal caso, vedere nella figlia la giovinezza e la bellezza che non ha più può scatenare un po' di gelosia: con un figlio maschio è più raro che questo succeda, perché non c'è la stessa identificazione.
Allo stesso modo, anche una figlia può essere gelosa della madre: se la madre è ancora un tipo giovanile, affascinante e con un ego importante, la figlia potrebbe sentirsi schiacciata, non riuscire a esprimere la sua identità e provare gelosia verso quella madre così ”esuberante”.
Che fare in questi casi? I sentimenti non vanno mai nascosti, per cui non bisogna aver paura di chiamare le cose con il proprio nome e di esplicitare la gelosia che si prova. Parlarne aiuta anche a sdrammatizzare, a prendere le distanze e in definitiva a evitare che il sentimento negativo si esprima in un'azione altrettanto negativa e dannosa.
Quando la madre è un po' assente
Un rapporto molto problematico e conflittuale può esserci anche quando la madre risulta assente, ovvero esageratamente presa dalla sua vita esterna, a scapito del suo ruolo materno. In questo caso, la difficoltà è data dalla mancanza di un vero legame, di una vera relazione: l'unica soluzione per uscire da una situazione di questo tipo è che madre e figlia trovino le occasioni e la voglia per passare più tempo insieme, in modo da cementare il legame.
Non escludere il padre dalla relazione madre-figlia
Per evitare che i problemi fra mamma e figlia si inaspriscano fino a diventare molto difficili da risolvere, è necessario non escludere dalla relazione il marito-papà. Questa terza figura famigliare può infatti aiutare madre e figlia a mediare i conflitti, evitando drammatizzazioni e prevaricazioni.
Non avere paura dei conflitti e dei cambiamenti
Bisogna infine tenere presente che, benché alcune dinamiche siano poco sane e vadano quindi corrette in tempo, non esiste rapporto fra mamma e figlia del tutto privo di conflitti. La crescita passa anche attraverso i litigi e le crisi: l'obiettivo non è quindi evitare del tutto i conflitti, ma viverli in modo consapevole, imparando a rielaborarli e a vederne il lato costruttivo.
Inoltre non bisogna nemmeno temere i cambiamenti: è giusto che il rapporto madre-figlia cambi nel corso del tempo, perché con l'età cambiano le esigenze affettive e relazionali di entrambe. Per mantenere nel tempo un buon rapporto è quindi indispensabile comunicare sempre, perché solo comunicando è possibile cogliere e capire i cambiamenti che si stanno reciprocamente vivendo e venirsi quindi incontro.
Complessa e ricca di sfumature, la relazione madre-figlia risulta spesso più problematica di quella fra una madre e un figlio maschio. Forse perché il naturale processo di identificazione con il genitore dello stesso sesso rende più difficile il distacco e quindi una serena formazione della propria identità: fatto sta che nel rapporto mamma-figlia non mancano quasi mai conflitti e incomprensioni di vario tipo, che naturalmente sorgono soprattutto quando la figlia comincia a crescere e a staccarsi dalla figura materna, ovvero con l'adolescenza. Spesso questi conflitti, se non ben gestiti, si trascinano fino all'età adulta. Vediamo quindi quali sono le dinamiche relazionali disturbate più frequenti che possono sorgere fra mamma e figlia e come affrontarle nel modo migliore.
Non far pesare sulla figlia le proprie aspettative e i propri desideri
Un errore in cui non di rado cadono le mamme è quello di caricare le figlie delle proprie aspettative, senza essere in grado di vedere e far emergere la loro vera identità. Se la madre ha un atteggiamento di questo tipo, si verrà a creare per forza un rapporto ambivalente e problematico.
Da una parte, la figlia cercherà di assecondare la mamma il più possibile per essere da lei amata e accettata, dall'altra però proverà rabbia e frustrazione per non essere lasciata libera di esprimersi e perché percepisce di non essere accettata per quello che è: e questi sentimenti verranno inevitabilmente fuori nel rapporto con il genitore.
L'unica soluzione è che la madre prenda consapevolezza del fatto che la figlia non è un prolungamento di sé, ma una persona con le proprie idee e la propria concezione della vita. Solo in questo modo si possono porre le basi per un rapporto nuovo e più sereno.
Rispettare le scelte della propria figlia dandole modo di crescere
Questo significa che a un certo punto la madre deve riuscire a mettersi da parte, per lasciare la propria figlia libera di scegliere e anche di sbagliare: solo così potrà crescere e costruirsi un'identità femminile autonoma. Ovviamente, nelle diverse fasi della sua crescita, ogni figlia ha bisogno dell'appoggio e dei consigli materni: una buona madre deve quindi essere presente, senza però essere ossessiva e invadente.
Considerarsi anche come donna e non solo come madre
Per avere un rapporto sereno ed equilibrato con una figlia femmina, è necessario che la madre impari a vedersi anche come donna e non solo come mamma. Far ruotare tutta la propria vita intorno alla figlia non va bene: oltre a essere mamme, si è anche donne e questo va tenuto sempre presente. Altrimenti si rischia di creare un rapporto troppo totalizzante, di confondere la propria vita con quella della figlia: questo rischio c'è anche con i figli maschi, ma molto di più con una femmina perché l'identificazione della madre è maggiore e quindi tutto risulta più complicato. La madre potrebbe ad esempio desiderare inconsciamente di vivere una seconda giovinezza attraverso la figlia.
Gelosia mamma/figlia
Un altro problema che può guastare i rapporti fra madre e figlia è la gelosia. Di solito, quando si parla di gelosia fra genitori e figli, si pensa subito al complesso di Edipo. In realtà, anche una madre può essere gelosa della propria figlia quando questa comincia a crescere: non è una cosa di cui si parla ancora molto perché stride con l'immagine idealizzata e convenzionale della mamma piena di amore per i figli. La madre può nutrire sentimenti ambivalenti soprattutto se non riesce ad affrontare con serenità il fatto di stare invecchiando. In tal caso, vedere nella figlia la giovinezza e la bellezza che non ha più può scatenare un po' di gelosia: con un figlio maschio è più raro che questo succeda, perché non c'è la stessa identificazione.
Allo stesso modo, anche una figlia può essere gelosa della madre: se la madre è ancora un tipo giovanile, affascinante e con un ego importante, la figlia potrebbe sentirsi schiacciata, non riuscire a esprimere la sua identità e provare gelosia verso quella madre così ”esuberante”.
Che fare in questi casi? I sentimenti non vanno mai nascosti, per cui non bisogna aver paura di chiamare le cose con il proprio nome e di esplicitare la gelosia che si prova. Parlarne aiuta anche a sdrammatizzare, a prendere le distanze e in definitiva a evitare che il sentimento negativo si esprima in un'azione altrettanto negativa e dannosa.
Quando la madre è un po' assente
Un rapporto molto problematico e conflittuale può esserci anche quando la madre risulta assente, ovvero esageratamente presa dalla sua vita esterna, a scapito del suo ruolo materno. In questo caso, la difficoltà è data dalla mancanza di un vero legame, di una vera relazione: l'unica soluzione per uscire da una situazione di questo tipo è che madre e figlia trovino le occasioni e la voglia per passare più tempo insieme, in modo da cementare il legame.
Non escludere il padre dalla relazione madre-figlia
Per evitare che i problemi fra mamma e figlia si inaspriscano fino a diventare molto difficili da risolvere, è necessario non escludere dalla relazione il marito-papà. Questa terza figura famigliare può infatti aiutare madre e figlia a mediare i conflitti, evitando drammatizzazioni e prevaricazioni.
Non avere paura dei conflitti e dei cambiamenti
Bisogna infine tenere presente che, benché alcune dinamiche siano poco sane e vadano quindi corrette in tempo, non esiste rapporto fra mamma e figlia del tutto privo di conflitti. La crescita passa anche attraverso i litigi e le crisi: l'obiettivo non è quindi evitare del tutto i conflitti, ma viverli in modo consapevole, imparando a rielaborarli e a vederne il lato costruttivo.
Inoltre non bisogna nemmeno temere i cambiamenti: è giusto che il rapporto madre-figlia cambi nel corso del tempo, perché con l'età cambiano le esigenze affettive e relazionali di entrambe. Per mantenere nel tempo un buon rapporto è quindi indispensabile comunicare sempre, perché solo comunicando è possibile cogliere e capire i cambiamenti che si stanno reciprocamente vivendo e venirsi quindi incontro.
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