Incubi dei bambini: come affrontarli
Quasi tutti i bambini, presto o tardi, hanno degli incubi notturni: sono proprio pochi i genitori così fortunati da non essere mai stati svegliati in piena notte dalle urla e dai pianti del proprio piccolo, spaventato da qualche incubo.
Che fare dunque per affrontare situazioni di questo genere? Non bisogna preoccuparsi troppo, ma nemmeno fare finta di niente o minimizzare: per il bimbo la paura è stata grande e ha quindi bisogno di tutta la vostra vicinanza e la vostra comprensione per superare con successo questo brutto momento. Reagendo nel modo più adeguato, ovvero tenendo conto anche dell'età del bambino, renderete vostro figlio più sicuro ed eviterete che gli incubi si ripetano troppo spesso. Ecco qualche consiglio utile.
Non allarmarsi in modo eccessivo
Gli incubi fanno parte della fisiologica evoluzione del cervello dei bambini: non è quindi il caso di preoccuparsi troppo, né di pensare che ci sia dietro qualche processo patologico. Soprattutto nei periodi di stress, è del tutto normale avere degli incubi: è il modo che hanno i bambini per rielaborare i vissuti esterni, i cambiamenti e i piccoli problemi di quell'età che magari possono portare qualche ansia. Si tratta del resto di un meccanismo molto simile a quello messo in atto anche dagli adulti.
Essere disponibili ad ascoltare
Per aiutare il proprio bambino a superare la paura provocata dall'incubo, bisogna in primo luogo tenere un atteggiamento calmo, sereno e accogliente, che predisponga il bambino alle confidenze: farsi raccontare l'incubo è il primo passo per poter aiutare il piccolo a rielaborare il tutto. Non prendetelo quindi in giro, né minimizzate l'accaduto: questo potrebbe far chiudere il bambino, perché gli darebbe l'impressione di non essere preso sul serio. Siate invece pronti all'ascolto e alla comprensione.
Se il bimbo è molto piccolo: entrare nel suo sogno con un po' di fantasia
Il secondo passo consiste nell'adeguare il vostro intervento all'età del pargolo. Se il bambino è molto piccolo (ovvero indicativamente fino all'età di 4-5 anni), la cosa migliore è cercare, facendo uno sforzo di fantasia, di "calarvi" nel suo incubo. Questo perché, se provaste a spiegare razionalmente che quello che ha sognato non esiste e che orchi e mostri vari sono solo il prodotto della sua fantasia, non capirebbe: è ancora troppo piccolo per riuscire a separare la realtà dalla fantasia. La soluzione quindi è cercare di dare un'interpretazione positiva al suo sogno, ad esempio dicendogli che l'orco in questione che l'ha tanto spaventato in realtà è buono, è un amico della mamma e stava scherzando, voleva solo giocare. Date libero sfogo alla creatività inventando tutto quello che potrebbe essere utile per tranquillizzare e far divertire il bambino.
Se il bimbo è più grande: spiegare la differenza fra realtà e fantasia
Dai 5-6 anni in poi il bambino ha una percezione della realtà più strutturata ed è in quindi maggiormente in grado di distinguere le cose e le persone che esistono davvero da quelle inventate e di fantasia. Allora sì che può essere efficace e utile un intervento basato sulla spiegazione razionale che l'incubo vissuto non è qualcosa di reale: mostri e cose del genere non esistono davvero! Il bambino se ne convincerà e riuscirà a riaddormentarsi più sereno e tranquillo.
Il "pavor nocturnus"
Un caso particolare di incubo notturno è costituito dal cosiddetto “pavor nocturnus” (terrore notturno), disturbo del sonno abbastanza diffuso in età infantile (la fascia di età più interessata è quella che va dai 2 agli 8 anni). Questo disturbo generalmente non nasconde nulla di grave (a meno che gli episodi non siano davvero molto frequenti), ma spaventa sempre tanto i genitori per le modalità in cui si manifesta. Il bambino sembra sconvolto e terrorizzato, piange, grida e a volte dice frasi sconnesse: di solito ha gli occhi spalancati, ma non è sveglio. Dorme ancora e non è cosciente (il pavor nocturnus si manifesta durante la terza e la quarta fase del sonno rem): infatti non risponde alle domande dei genitori. Di solito la crisi dura poco: in una decina di minuti il bambino si tranquillizza e torna a dormire. Al risveglio non si ricorda nulla. Le cause scatenanti del terrore notturno non sono ancora del tutto note, anche se di certo sono da ricondurre a periodi di stress vissuti dal bambino e ad un'espressione dei suoi conflitti interiori.
In caso di pavor nocturnus è molto importante saper gestire al meglio la situazione per evitare di fare più male che bene. Anche se viene spontaneo, bisogna evitare di prendere in braccio il bambino o comunque di toccarlo eccessivamente, né bisogna tentare di svegliarlo: così il suo incubo diventerebbe ancora più terrificante. La cosa migliore è mettersi vicino al bambino con discrezione e parlargli lentamente e dolcemente, per cercare di rassicurarlo. Evitate di fare altro: non servirebbe a nulla se non a peggiorare le cose. E soprattutto, non preoccupatevi troppo: di solito con l'età il problema si risolve spontaneamente. Chiedete consiglio al pediatra solo se gli episodi si ripetono con molta frequenza.
Che fare dunque per affrontare situazioni di questo genere? Non bisogna preoccuparsi troppo, ma nemmeno fare finta di niente o minimizzare: per il bimbo la paura è stata grande e ha quindi bisogno di tutta la vostra vicinanza e la vostra comprensione per superare con successo questo brutto momento. Reagendo nel modo più adeguato, ovvero tenendo conto anche dell'età del bambino, renderete vostro figlio più sicuro ed eviterete che gli incubi si ripetano troppo spesso. Ecco qualche consiglio utile.
Non allarmarsi in modo eccessivo
Gli incubi fanno parte della fisiologica evoluzione del cervello dei bambini: non è quindi il caso di preoccuparsi troppo, né di pensare che ci sia dietro qualche processo patologico. Soprattutto nei periodi di stress, è del tutto normale avere degli incubi: è il modo che hanno i bambini per rielaborare i vissuti esterni, i cambiamenti e i piccoli problemi di quell'età che magari possono portare qualche ansia. Si tratta del resto di un meccanismo molto simile a quello messo in atto anche dagli adulti.
Essere disponibili ad ascoltare
Per aiutare il proprio bambino a superare la paura provocata dall'incubo, bisogna in primo luogo tenere un atteggiamento calmo, sereno e accogliente, che predisponga il bambino alle confidenze: farsi raccontare l'incubo è il primo passo per poter aiutare il piccolo a rielaborare il tutto. Non prendetelo quindi in giro, né minimizzate l'accaduto: questo potrebbe far chiudere il bambino, perché gli darebbe l'impressione di non essere preso sul serio. Siate invece pronti all'ascolto e alla comprensione.
Se il bimbo è molto piccolo: entrare nel suo sogno con un po' di fantasia
Il secondo passo consiste nell'adeguare il vostro intervento all'età del pargolo. Se il bambino è molto piccolo (ovvero indicativamente fino all'età di 4-5 anni), la cosa migliore è cercare, facendo uno sforzo di fantasia, di "calarvi" nel suo incubo. Questo perché, se provaste a spiegare razionalmente che quello che ha sognato non esiste e che orchi e mostri vari sono solo il prodotto della sua fantasia, non capirebbe: è ancora troppo piccolo per riuscire a separare la realtà dalla fantasia. La soluzione quindi è cercare di dare un'interpretazione positiva al suo sogno, ad esempio dicendogli che l'orco in questione che l'ha tanto spaventato in realtà è buono, è un amico della mamma e stava scherzando, voleva solo giocare. Date libero sfogo alla creatività inventando tutto quello che potrebbe essere utile per tranquillizzare e far divertire il bambino.
Se il bimbo è più grande: spiegare la differenza fra realtà e fantasia
Dai 5-6 anni in poi il bambino ha una percezione della realtà più strutturata ed è in quindi maggiormente in grado di distinguere le cose e le persone che esistono davvero da quelle inventate e di fantasia. Allora sì che può essere efficace e utile un intervento basato sulla spiegazione razionale che l'incubo vissuto non è qualcosa di reale: mostri e cose del genere non esistono davvero! Il bambino se ne convincerà e riuscirà a riaddormentarsi più sereno e tranquillo.
Il "pavor nocturnus"
Un caso particolare di incubo notturno è costituito dal cosiddetto “pavor nocturnus” (terrore notturno), disturbo del sonno abbastanza diffuso in età infantile (la fascia di età più interessata è quella che va dai 2 agli 8 anni). Questo disturbo generalmente non nasconde nulla di grave (a meno che gli episodi non siano davvero molto frequenti), ma spaventa sempre tanto i genitori per le modalità in cui si manifesta. Il bambino sembra sconvolto e terrorizzato, piange, grida e a volte dice frasi sconnesse: di solito ha gli occhi spalancati, ma non è sveglio. Dorme ancora e non è cosciente (il pavor nocturnus si manifesta durante la terza e la quarta fase del sonno rem): infatti non risponde alle domande dei genitori. Di solito la crisi dura poco: in una decina di minuti il bambino si tranquillizza e torna a dormire. Al risveglio non si ricorda nulla. Le cause scatenanti del terrore notturno non sono ancora del tutto note, anche se di certo sono da ricondurre a periodi di stress vissuti dal bambino e ad un'espressione dei suoi conflitti interiori.
In caso di pavor nocturnus è molto importante saper gestire al meglio la situazione per evitare di fare più male che bene. Anche se viene spontaneo, bisogna evitare di prendere in braccio il bambino o comunque di toccarlo eccessivamente, né bisogna tentare di svegliarlo: così il suo incubo diventerebbe ancora più terrificante. La cosa migliore è mettersi vicino al bambino con discrezione e parlargli lentamente e dolcemente, per cercare di rassicurarlo. Evitate di fare altro: non servirebbe a nulla se non a peggiorare le cose. E soprattutto, non preoccupatevi troppo: di solito con l'età il problema si risolve spontaneamente. Chiedete consiglio al pediatra solo se gli episodi si ripetono con molta frequenza.
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